Maschere milanesi del Carnevale
E fra poco una miriade di coriandoli colorati invaderà le piazze, e le maschere porteranno a tutti un attimo di spensieratezza. Tra tutte ricordiamo quelle caratteristiche della nostra Milano.
Beltrame
Le prime notizie su Beltrame, Beltramm de Gaggian in dialetto milanese, risalgono al XVI secolo, quando tra le compagnie teatrali milanesi iniziarono a comparire i primi canovacci che lo vedevano protagonista con le altre maschere della commedia dell’Arte.
Il suo carattere era quello di un servo buono e alquanto ingenuo, sempre pronto a subire scherzi e beffe da parte degli amici.
Col passar del tempo a Beltrame si aggiunse una moglie, Beltramina, che spesso, grazie alla sua astuzia, aiutava il marito ad uscire da situazioni disperate.
Dalla maschera marrone e quasi sempre vestito a lutto, tranne che per le scarpe in pelle e la cintura gialle, Beltrame fu popolarissimo fino alla fine del XVI secolo, quando venne progressivamente rimpiazzato dalla figura di Meneghino, molto più moderno.
Cecca
Moglie di Meneghino, Cecca (diminutivo di Francesca) aiuta il marito nel lavoro come servitore, fornendo tutto l’occorrente per i lavori domestici.
Insieme rappresentano una tipica coppia milanese, che con fatica e grande spirito imprenditoriale riesce sempre a sistemare gli affari di famiglia.
Un’altra caratteristica di Cecca è che una della poche, tra le maschere italiana, a non indossare una maschera sulla scena, come dimostrazione della sua onestà e schiettezza.
Meneghino
Creato da Carlo Maria Maggi verso la metà del Settecento, Meneghino in poco tempo diventò il simbolo del Carnevale milanese, ruolo che ha mantenuto fino ad oggi.
La sua figura è quello del servitore della domenica, cioè colui che, lautamente pagato, accompagnava le dame delle buona borghesia milanese alle feste e balli nel corso del fine settimana, svolgendo la funzione di maggiordomo e parrucchiere.
Dal carattere docile e generoso, ma molto legato alla sua indipendenza, Meneghino indossa pantaloni e casacca orlati di verde, con camicia bianca e un cappello a tricorno orlato di rosso.
Uno dei suoi interpreti più noti fu Giuseppe Moncalvo, che nell’Ottocento impersonò Meneghino come uno dei simboli della ribellione antiaustriaca e per questo venne multato e fini in galera.
Come la moglie Cecca, Meneghino non indossa nessuna maschera, simboleggiando il suo spirito libero ed indipendente dalle convenzioni.
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