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Poesia e Simbolismo: San Martino del Carducci

La poesia è un'esplosione di sentimenti che desiderano esprimersi, rendersi visibili ed espandersi invadendo l’animo altrui, che non può rimanere indifferente. Ogni poesia contiene in sé la capacità di commuovere, suscitare emozioni, sentimenti, fantasie e colorare l’immaginazione. Tuttavia, per me, una poesia è anche un cammino nel simbolo che le parole racchiudono, e conoscerlo apre nuovi orizzonti. È proprio con questa motivazione che voglio provare a esaminare alcune poesie, evidenziando il simbolo in esse racchiuso. Inizio da una poesia ben conosciuta, ossia San Martino del Carducci.san martino carducci mf ai

San Martino

La nebbia agli irti colli
piovviginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;

ma per le vie del borgo
dal ribollir de’ tini
va l’aspro odor dei vini
l’anime a rallegrar.

Gira su’ ceppi accesi
Lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
su l’uscio a rimirar.

 Tra le rossastre nubi
Stormi d’uccelli neri,
com’esuli pensieri,
nel vespero migrar.

 

Analisi della Poesia e Simbolismo 🔍

Prima Strofa

La prima strofa è dedicata alla natura e al suo manifestarsi, lasciando assente la figura umana. Alcune parole racchiuse nella prima strofa offrono una visione simbolica: nebbia, irti, sale, sotto, urla, mare. Proviamo ad analizzarle una per volta.

  • Nebbia: Simbolicamente negativa, la nebbia non permette di vedere, rende ciechi e ti esclude da tutto ciò che accade intorno. Evoca timore o paura, rappresentando l’ombra, l’oscurità, l’imprevisto e l’aldilà. Nascosto a tutto, anche il tutto è celato a te. Sei solo con te stesso e le tue capacità. La nebbia tende a nascondere, avvolgere e rendere privo di contorni chiari, facendo perdere alle cose la propria identità e confini.

  • Irti: Il poeta non usa il termine "dolci", ma "irti", evidenziandone la forza e la peculiare caratteristica di ergersi possenti e sicuri di sé. Tuttavia, anche gli "irti colli" sono pronti a essere avvolti dalla nebbia e a perdere questa loro caratteristica. In assenza di luce e calore, l’oscurità prende il sopravvento.

  • Piovviginando: Questo verbo è significativo: mentre una pioggerella scende dall’alto, simbolicamente cosa buona e benefica, toccando terra viene trasformata e risale dal basso assorbendo la negatività di ciò che "sta in basso", poiché negativo, malefico, non buono.

  • Sotto: Dominato dal Maestrale, un vento freddo e secco, il mare urla e biancheggia. Il verbo "urlare" sottintende che il mare mal accetta questa costrizione, esprimendo con forza la sua voce, in opposizione al silenzio della nebbia. Il "biancheggiare" delle onde evidenzia una contrapposizione al grigiore: la luce che si batte contro la tenebra, la vita che lotta contro la morte.

Seconda Strofa

La seconda strofa cambia scena, anche se la natura non svanisce, tende a condividere lo spazio e il tempo con la presenza umana.

  • "Ma": Nonostante tutto ciò che sta accadendo, per le vie del borgo, un posto abitato e vivo, l’aspro odor dei vini va l’anime a rallegrar. Basta poco, la fatica dell’uomo è sufficiente a ridare speranza e rallegrare gli animi nonostante la nebbia avanzi e tenti di avvolgere ogni cosa. In questa strofa è la speranza ad essere evidenziata e incaricata di combattere contro l’oscurità e la paura.

Terza Strofa

La terza strofa inizia all’interno di una casa, dove un fuoco, simbolo di calore, unione, allegria e speranza, sta cuocendo un pranzo. Il cibo unisce e dà forza. Poi la prospettiva cambia, mostrando un cacciatore che, sull’uscio, fischietta. Poco turbato da ciò che accade intorno, si limita a rimirare, senza eccessivo timore, il combattimento della natura. Il cacciatore rappresenta simbolicamente colui che è pronto a combattere contro le avversità.

Quarta Strofa

L’ultima strofa evidenzia la vittoria del bene: il cielo si apre, e le nubi, rese rossastre dal sole, permettono di osservare stormi d’uccelli neri che, simbolicamente, rappresentano l’aspetto negativo. Gli uccelli migrano, lasciando il borgo sconfitti, portandosi dietro pensieri negativi e distruttivi, al vespero, all’ora del tramonto.

Non so se questa mia digressione è valida, tuttavia, a me piace leggere una poesia, fantasticare nel simbolismo e lasciare libertà all’immaginazione.

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