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Il mese di Gennaio nei detti meneghini

 castello sforzesco neve

Il mese di Dicembre è passato e tutti sappiamo che con Gennaio inizia un nuovo anno. Ecco allora alcuni detti milanesi inerente questo mese.

  • Genar è il mese, mentre i nati in gennaio sono detti "genee", ossia gennarini.
  • Genar l'è on mes che tira trentun dì. Cioè è un mese di trentun giorni.
  • Genar l'è el mes di gatt. Questo detto nasce dal fatto che i gatti, che soffrono il freddo, in questo mese preferiscono starsene nelle case al calduccio.
  • Genar el fa i pont e febrar ie romp. Il riferimento è ai ponti fatti con la neve caduta in gennaio, ma che con febbraio si disciolgono e franano.
  • El primm de l'ann: la carsenza de bombon. Il termine nasce dall'uso, ormai sparito, almeno in Milano, di offrire una focaccina dolce il primo giorno del nuovo anno. La parola "bombon" non significa buono-buono, ma bombato, gonfiato, infatti, era tradizione fare una frittella o focaccina di pasta di pane addolcita e con un poco di uvetta, poi friggerla nell'olio e burro sino a che si gonfia e si indora. Poi si serve una a testa spolverandola con dello zucchero. Attenzione però a masticare bene, poiché in una di queste è stata racchiusa una moneta e, chi la trova, sarà fortunato tutto l'anno. Un'altra tradizione meneghina era quella di tuffarsi nel Naviglio Grande dal ponte di via Gorizia.
  • El sés l'è Pasquetta. Qualcuno dirà che c'è un errore perché il giorno sei è l'Epifania; vero, però una volta i meneghini la chiamavano Pasquetta.
  • Non può mancare la rievocazione, una volta molto più bella, sfarzosa e seguita, della "Fonzion di trii Rè Mag." La processione dei Re Magi. Si racconta che Eustorgio, cappellano militare al seguito di Costantino, nel 313 giunse in Milano col suo carro trainato dai buoi e si fermò nel punto esatto dove Barnaba aveva posto il primo fonte battesimale, e ivi fu eretta la Basilica di Sant'Eustorgio per riporre e venerare le tre reliquie dei Magi, poi trafugate dal Barbarossa. La processione del 6 gennaio si svolgeva così: dalla basilica uscivano tre sacerdoti recando le reliquie, che procedevano a piedi sino al Duomo passando per il Carrobbio. Il Carrobbio era posto a circa metà strada e quando erano prossimi i sacerdoti, un oste portava in strada trii scagn – tre sedie, affinché i sacerdoti potessero sedersi a riprendere fiato. All'arrivo al Duomo erano accolti da un festoso corteo e dal gonfalone della città e la "stella cometta" che faceva loro da guida. Questa era tenuta alta da un alfiere che ogni tanto, grazie a una cordicella opportunamente sistemata, la faceva oscillare. Terminato in Duomo riprendevano, seguiti dal popolo festante, la via del ritorno e giunti alle Colonne di San Lorenzo avveniva lo scontro, vittorioso, con i soldati di Erode. Vi era poi la distribuzione di dolci a tutti e giochi ai bambini.
  • El dersett l'è la festa di sant'Antòni del porscell, rappresentato col bastone cui è attaccato un campanello, un maialino e un focherello. Si racconta che i frati Antoniani sapessero curare molto bene il bruciante Herpes Zoster ungendo il punto dolente con la "scionsgia veggia del porscell", ossia la sugna rancida del maiale; ecco perché questa malattia è stata dal popolo chiamata "fuoco di sant'Antonio". Era anche usanza, non ovviamente in Milano ma nell'hinterland accendere "el falò de sant'Antòni", bruciando sulla pira un fantoccio a mo' di strega o stregone, che prendeva poi il nome di "festa de la Gioeubbia" ossia festa della strega: la Giubiana o Festa della Giobia: festa popolare contadina.
  • El vint l'è la festa de san Sebastian, cui è dedicato il tempio sito in via Torino, e uno dei Santi che preserva dalla peste e dalle malattie contagiose.
  • El vintun l'è la festa de sant'Agnesa, e si dice che la lusèrda la corr per la scesa, ossia la lucertola corre sulla siepe per prendere quel poco tepore.
  • El ventinoeuv, trenta e trentun in i I trii dì de la merla, che si dice siano i più freddi dell'anno.

Termino con questa tiritera che sottolinea che in genar el dì el se slonga.

A Natal on pass de gall

A Pasquetta – Epifania – on'oretta.

A sant' Antòni on pass del demòni.

A sant'Agnesa on'ora distesa.

 

E con il prossimo mese presenterò tutti i dodici fratelli. 

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