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Le maschere meno conosciute del Carnevale: Corallina, Burlamacco, Fracanapa, Sandrone, Rosaura, Florindo, Tartaglia, Meo Patacca e altr

Carnevale, tempo di maschere.

Proprio così, tra poco è tempo di maschere e di costumi, prima di lasciare il posto alla Quaresima, tempo di penitenza. Questa volta però vi voglio parlare di quelle maschere poco conosciute perché ritengo che anche loro meritino uno spazio, e non solo Colombina, Arlecchino, Pulcinella, Balanzone e via dicendo. Preciso subito che di maschere ve ne sono tantissime, praticamente ogni regione ha il suo “catalogo”, per cui mi trovo nella necessità di limitarne la descrizione in quanto un articolo ha delle caratteristiche sue proprie; vorrà dire che in occasione del carnevale 2024 ne aggiungerò altre.maschere carnevale pix

Inizio con una maschera femminile di origine veneziana, ossia Corallina. La sua figura vuole riferirsi a quella di una servetta vivace, sensuale e volubile, ma piuttosto impertinente, dove l’aspetto amoroso è sempre presente sullo sfondo, generando nella trama della commedia equivoci e illusioni.

La seconda maschera è Toscana, e precisamente è la mascotte di Viareggio, si tratta di Burlamacco. La maschera è stata creata nel 1930 insieme alla sua compagna Ondina. Si presenta vestito con una tuta tubolare a rombi bianchi e rossi, e il suo nome vorrebbe richiamarsi alle “burle” tipiche del carnevale.burlamacco maschera carnevale viareggio

Presento adesso Fracanapa, maschera tipica di Verona. Si presenta con un aspetto ben curato e non disdice affatto la buona tavola né le buone bevute di vino. Sulla scena della commedia si può presentare sotto le vesti di un ricco oppure in quelle di un povero che, all’occorrenza, si mostra stolto oppure furbo. Interessante è il suo modo di esprimersi in quanto tende ad enfatizzare le sillabe.

Passiamo alla maschera modenese di Sandrone, che nasce dall’essere stato un burattino. Vuole rappresentare il contadino di un tempo, piuttosto rozzo ma scaltro e furbo; portavoce del popolo umile e maltrattato. Il suo principale problema è quello di riuscire a sbarcare il lunario. Riesce tuttavia a prendere per moglie tale Pulonia la quale gli dona il figlio Sgorghignolo.sandrone maschera carnevale emilia romagna

Un’altra maschera veneziana è quella di Rosaura, che è la figlia del più conosciuto Pantalone. La giovane è innamorata di Florindo ma la relazione è ostacolata dal padre. È una maschera dal carattere vivace, molto loquace, gelosa e vanitosa. Si presenta ben vestita in un abito azzurro con nastri rosa, scarpette rosse con un fiocco nero. È presente ben 29 volte nelle commedie del Goldoni.

E veniamo proprio a Florindo, l’innamorato ma non troppo di Rosaura. È una maschera affascinante, vestito elegantemente che non disdegna apparire, soprattutto davanti alle donne.

Spostiamoci a Napoli e troviamo Tartaglia. Il nome si deve al fatto che è balbuziente. Da bravo napoletano rappresenta il servo astuto, oppure quello pedante, un avvocato intrigante che la sa lunga, o, all’occorrenza uno speziale saputello. Insomma una maschera che non è mai triste.tartaglia maschera carnevale campania

Da Napoli spostiamoci nella capitale dove troviamo Meo Patacca, tipica maschera romana, di cui ne sottolinea le virtù e i difetti. Rappresenta il coraggio e la spavalderia, è spiritoso ma insolente, attaccabrighe, ma in fondo di animo aperto e generoso. È un abile tiratore di fionda. Il termine “patacca” ricorda il soldo che costituiva la paga del soldato.meo patacca maschera carnevale romano

Ritorniamo nella bella Bologna per trovare la maschera di Fagiolino, che origina anch’essa da maestri burattinai. Rappresenta un giovane, forte di salute e intelligente; chiacchierone ma piuttosto ignorante, anche se lui ritiene di essere molto istruito. Non si pone ritegno nel prendere a randellate chi, secondo lui, se le merita.fagiolino maschera carnevale bologna

Per la penultima maschera che descrivo andiamo in Abruzzo, dove troviamo Frappiglia, il cui vero nome era quello di Antonio De Sorte, un contadino che si caricava “pigliava” su di sé tutti i problemi degli altri cercando di risolverli. Aveva anche la fama di essere uno stregone.

Termino andando in terra di Sicilia, e precisamente a Sciacca, dove troviamo la maschera di Peppe o Beppe Nappa. La maschera risale al XVI secolo. Tipo beffardo, piuttosto pigro, non disdegna stare in cucina per deliziarsi con i profumi ma soprattutto con il cibo e il vino che sono la sua passione. Il termine “nappa” deriva dal siciliano “toppa”.beppe nappa maschera carnevale siciliano

Ancora una volta la nostra bella Italia sa dare spettacolo di sé.

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