Via Lorenteggio: storia e curiosità
Continuando il mio pellegrinare tra le vie e piazze di Milano, eccomi giunto in Via Lorenteggio; in milanese, Lorentegg. La via, che da il nome a tutto il quartiere si trova nella zona 6 a Sud/Ovest della città. Si può raggiungere con i mezzi ATM autobus 49 – 50 – 61, con tramvai numero 14 o con la MM linea uno.
La via parte da Piazza Bolivar e si prolunga, per più di due chilometri, sino a raggiungere il comune di Corsico.
Il nome Lorenteggio da dove proviene? Dobbiamo risalire al termine Laurentiglio, che era il nome di un Comune, da cui poi è derivato Lorenteggio. Le vicissitudini di questo comune non sono state poche, ricordo che il comune era situato fuori delle mura spagnole, per cui considerato esterno alla città di Milano, anzi, gli austriaci nel 1841 lo annessero al comune di Corsico, staccandolo così completamente da Milano, per poi, in anni a venire, ritornare definitivamente tra le braccia di Milano. Dobbiamo giungere ai primi decenni del novecento perché l’intera zona si veda coinvolta in processi di nuova urbanizzazione, infatti, ecco la costruenda linea ferroviaria che costeggia il Naviglio Grande e apre alla Stazione San Cristoforo.
Agli inizi degli anni quaranta, tra il quadrilatero via Lorenteggio, via Giambellino, via Inganni e via Odazio si ha la prima vera urbanizzazione della zona, urbanizzazione che si ripeterà, in maniera più massiccia, negli anni sessanta. Qualcuno probabilmente si ricorderà che poco oltre il Cinema Araldo iniziava la campagna e che, inoltrandosi, si perveniva a un luogo chiamato “le isolette”, dove vi era una sorgente d’acqua, dei fontanili, che in estate permetteva di farsi dei salutari bagni. Lungo la via Lorenteggio s’incontra, nella trasversale via Paolo Segneri, un Gesuita oratore sacro e scrittore, il mercato del giovedì; un mercato non piccolo e curioso per la vasta esposizione di bancarelle. Altra costruzione davvero interessante è la chiesetta di San Protaso al Lorenteggio, che da mille anni resiste e, divenuta oggi, spartitraffico.
Ricordo che Protaso è stato l’ottavo Vescovo di Milano. In epoca napoleonica fu usata come deposito di attrezzi. Si racconta anche che fosse luogo d’incontro dei Carbonari, i quali vi arrivavano tramite un cunicolo sotterraneo, passaggio che è stato chiuso all’inizio del novecento.
Negli anni cinquanta la chiesetta era ormai non più frequentata, vi era solo qualche anima sensibile che si premurava di tenerla un po’ ordinata e di accendere qualche lumino e mettere qualche fiore sull’altare, ma il degrado era piuttosto evidente e solo le lucertole ormai la riverivano. E qui l’arguzia del popolino pensò di chiamarla la “Gesetta di’ lusert”. L’attore Piero Mazzarella pensò bene di dedicargli anche una canzone dal titolo: “ La gesa di’ lusert”, che inizia così: “ L’è ona gesa che gh’è in su la strada che porta a Abiatgrass”, e termina con le parole “ li de sott de la cros preghen forsi anca lor”.
Negli anni vi sono stati vari tentativi di demolirla, ma la tenacia degli abitanti ha sempre evitato questa fine, tanto che negli anni ottanta si decide per una sua ristrutturazione, portando alla riscoperta di affreschi di epoche diverse, dal Medioevo al Barocco. Oggi la devozione popolare ha ripreso vigore, e la piccola chiesetta è ritornata a vivere la sua funzione.
La zona del Lorenteggio può anche vantarsi di aver ospitato personaggi della canzone, come ad esempio Lucio Battisti che abitava in via Dei Tulipani, angolo Lorenteggio, e personaggi vari dello spettacolo e non solo.
Non posso concludere questo mio articolo se non dicendo: Sei di Milano se almeno una volta sei transitato in via Lorenteggio visitando la chiesetta di San Protaso.
Il Barbapedana
Leggi anche:
Piazza San Babila: dalle origini ai giorni nostri