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Conoscere Milano, una VIA la sua storia: Corso Buenos Aires

corso-buenos-airesMilano, la nostra amata metropoli, con tutti i suoi pregi ma anche i suoi difetti, si presenta, come tutte le città di questo mondo, formata da via, viali, piazze, vicoli eccetera, che, per chi ci abita non è difficile ubicare, così come non è arduo evidenziarli su una cartina della città.

Tuttavia mi sono chiesto: io che abito in via... mi sono mai domandato quale storia abbia la mia via? Probabilmente è una domanda che pochi si pongono, anche perché uno potrebbe dire che il saperlo o meno non è poi così importante. Vero, però il saperlo aiuta a sentirsi ancor più inserito e partecipe nella propria città, nel proprio quartiere, nella propria via. Per questo, e per la curiosità che mi contraddistingue, eccomi alle prese con quest’articolo, che presenta Corso Buenos Aires.

Certamente tutti sono a conoscenza che nel XV secolo fu necessario realizzare, fuori da Porta Orientale, che è poi l’attuale Porta Venezia, ma che in epoca napoleonica acquisì il nome di Porta Riconoscenza, un lazzaretto. Questi era un luogo di confinamento e isolamento per portatori di malattie contagiose quali la peste e la lebbra. Il nome di Lazzaretto potrebbe derivare da quello di Santa Maria di Nazareth, che è il nome dato da Venezia al primo lazzaretto, oppure dal brano Evangelico sulla resurrezione di Lazzaro.

corso-buenos-aires-2Fatto sta che tra il 1489 e il 1509 fu realizzato nell’area Sancti Gregorii, oltre il torrente Redefossi, questo grande complesso pronto ad accogliere i poveri ammalati. Tutti sappiamo, per averli studiati a scuola, che nei “Promessi Sposi” il Manzoni parla proprio di questo lazzaretto. Gli anni passarono, la peste sparì e il lazzaretto fu distrutto; rimane in sua memoria la Chiesa di San Carlo, proprio in Via Lazzaretto. Sull’area piuttosto ampia sorse un quartiere popolare ad alta densità abitativa. Alla nuova via fu imposto il nome di Corso Loreto, poiché nei pressi sorgeva una chiesa dedicata a Santa Maria di Loreto.

Nel 1906, in occasione dell’Esposizione universale che aveva come tema quello dei Trasporti, Corso Loreto fu cambiato in Corso Buenos Ayres, poi Aires. Il nome fu scelto, non senza critiche, dal Sindaco di allora Ettore Ponti non solo per promuovere un’immagine internazionale della città, ma soprattutto per commemorare la massiccia immigrazione italiana nei paesi Sud Americani, nacque così Piazza Argentina, per ricordare gli emigrati in quel paese, e Piazzale Lima per chi emigrò in terra peruviana.

Sul lato Est del Corso le costruzioni erano abitate dalla borghesia milanese, mentre sul lato Ovest il quartiere era più popolare. Il Corso era, allora, attraversato dalle ferrovie della vecchia Stazione Centrale, che percorrevano il Viale Regina Elena, che poi è divenuto Viale Tunisia. Per la sua posizione il Corso divenne, e lo è tuttora, collegamento fra Milano e Monza.

Nel marzo del 1958 s’iniziarono gli scavi della metropolitana che, come sappiamo, percorre tutta la lunghezza del Corso, facendo fermata a Porta Venezia, Lima e Loreto. La lunghezza del Corso è di 1600 metri ed è una delle più importanti strade commerciali della città. Sul suo percorso vi sono più di 350 esercizi commerciali di varia tipologia, con una media di centomila persone il giorno che vi transita. Volendo fare un paragone, si può accostare il Corso alla tipologia americana di Fifth Avenue di New York. Il Corso rientra nella Zona 3. Forse qualcuno ricorderà che nel 2009, dopo che Milano si è aggiudicato l’Expo 2015, su imitazione newyorchese, lungo il Corso si sono svolti i festeggiamenti con la “Victory Parade”.

il Barbapedana

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