Sotto l'albero i giochi della tradizione
Il Santo Natale si avvicina e con esso anche i possibili regali che, come prassi, sono sistemati sotto l’albero. Soprattutto per i bambini questo rappresenta un momento di curiosità e di gioia, scartare il pacco e vedere il contenuto è un avvenimento che rimane sempre nel cuore, almeno così è stato per me.
Con quest’articolo voglio ritornare indietro di molti anni e, immaginando di scartare qualche dono, rivedere quali erano i giocattoli di quel tempo.
Un giocattolo semplice, che ricordo ancora molto bene, è una trottola di latta, tutta colorata, che i miei genitori mi avevano regalato con la quale ci giocavo parecchio con mio fratello. Al gioco, che ricordo ancora, giocavamo così: facevamo un grande cerchio e tanti cerchi all'interno numerati dall'uno al dieci; decidevamo quanti tiri si dovevano fare e poi si sommavano i punti, vinceva ovviamente chi ne faceva di più.
Un altro giocattolo che allora andava di moda regalare era il fortino con i soldatini degli indiani e dei cowboy, gioco che oggi è difficile trovare. Lasciava spazio alla fantasia e all'immaginazione, vagheggiando battaglie in luoghi appositamente creati con l’uso di cartone, legnetti, tappi, sassi e altri oggetti recuperati magari in casa tra gli attrezzi del babbo o quelli della mamma. Agli indiani si metteva di solito il nome, uno, lo ricordo ancora, era Penna Gialla, e ogni Natale si cercava di aumentare la collezione di soldatini, con capanne, totem e oggettini inerenti al vecchio west.
Un altro giocattolo che mi ha tenuto tanta compagnia nei giochi, e che ancora possiedo, sono le biglie di vetro. Si giocava in gruppo, di solito due erano i giochi preferiti, si creava una pista, più o meno lunga, e si faceva a gara a chi raggiungeva prima il traguardo senza incorrere in penalità, ad esempio uscendo dalla pista; oppure a “buchetta”, dove si scavava, a qualche metro di distanza, una piccola buca, e, tiro dopo tiro, usando di solito il dito medio per i tiri lunghi, e il pollice per quelli da vicino, ci si avvicinava alla buca cercando di entrarci e vincere la partita.
In questa breve carrellata non possono mancare le figurine, non solo per la raccolta che poi s’incollavano all’album, era un modo per imparare diverse cose, ad esempio sugli animali, ma anche per scambiarsi le doppie o per giocarsele. Ne ricordo alcuni: a soffietto, si mettevano le figurine contro la parete e poi, soffiandoci sotto, si cercava di voltarne il più possibile, oppure si lasciavano cadere, una alla volta, le figurine da una certa altezza del muro, chi, con la propria figurina ne copriva una a terra, raccoglieva il tutto. Vi era anche il metodo a “schiaffetto”, bisognava mettere alcune figurine a terra poi, con il palmo della mano incurvato, dare uno schiaffo a terra cercando di far voltare più figurine possibili.
Questi alcuni giochi dei maschi, e le bambine? Un gioco sempre attuale sono le Bambole, con le quali le bambine imparavano a fare le mamme, ad accudire alla propria bambola cucendogli dei vestiti. Ho usato il termine facendogli perché i vari vestiti erano cuciti di volta in volta, alcuni dalle mamme, altri dalle bambine stesse. E come andavano orgogliose delle loro “creature”! Ho avuto modo di visitare un museo dedicato alla bambola e vi garantisco che ve ne sono alcune di un fascino unico e splendido nei loro vestiti.
Un altro gioco appannaggio delle femmine era il set di cucina, con varie pentole, tegamini, piatti, bicchieri, posate, armadietti e fornelli per la cottura dei cibi.
Vi erano anche i Peluche, non così perfetti come quelli di oggi, ma comunque, allora come nell’epoca attuale, amici inseparabili, soprattutto al calare della sera.
Naturalmente altri giochi andrebbero elencati, tuttavia mi fermo qua, ricordando anche i giochi di “movimento”, ma di questi se ne parlerà un’altra volta.
Potrebbe interessarti anche: