Matrimonio: tradizioni e curiosità
Maggio … mese dedicato alla Madonna, mese di primavera inoltrata in cui l’aria è tiepida e profumata, mese dalle tinte pastello, mese dei fiori, dell’ottimismo … e dei matrimoni! E si: nonostante secondo credenze e scaramanzie varie maggio sia proprio il mese meno consigliato per convolare a nozze, è invece proprio quello più ambito!
E mentre i futuri sposini saranno impegnati nei preparativi, preoccupandosi che ogni cosa sia perfetta, cerchiamo di capire il perché e il significato (inaspettato) di oggetti, detti e tradizioni legati al matrimonio. Perché niente è mai affidato al caso, e una codificazione così puntuale lascia intendere un significato a monte, che oggi si è perduto. E le risposte … ce le da la storia!
Iniziamo con l’abbigliamento della sposa, la vera star del giorno.
Non sempre l’abito da sposa è stato tradizionalmente bianco (simbolo di castità e purezza); nell'antichità era blu, a significare sincerità e purezza da parte della sposa. Per questo tra le cose che la sposa dovrebbe indossare il giorno delle nozze, come auspicio di buona fortuna, è annoverata una cosa blu. E’ il ricordo di una tradizione antichissima, che oggi si trasformata generalmente nel nastrino blu della giarrettiera (ben nascosta quindi, ma c’è).
Il velo
Il dettaglio forse più romantico, però, è il velo: quasi una soffice nuvola che avvolge la sposa. Ebbene: vi assicuro che in origine questo capo non aveva proprio niente di fiabesco, ed era anzi un particolare da temere, perché nascondeva un terno al lotto!
In epoca romana (ma certamente anche prima) il matrimonio era un vero e proprio contratto, un patto sigillato dalla dextra iunctio (la stretta della mano destra, rimasta nella celebrazione religiosa nel momento delle promesse degli sposi). Molto spesso erano i genitori dei giovani a prendere accordi tra loro, per fini economici o politici, e capitava che i poverini non si conoscessero tra loro o che addirittura non si fossero mai visti prima di incontrarsi sull'altare.
Così il velo serviva a coprire il volto della sposa fino alla fine della cerimonia, onde evitare che lo sposso non se la desse a gambe a causa dell’aspetto della ragazza. Il velo, considerato un simbolo di pudore, era inoltre arricchito da una coroncina di mirto e fiori d’arancio, simbolo di vittoria sulle tentazioni della passione da parte della sposa, che aveva preservato la verginità. L’uso delle coroncine di fiori, ancora esistente in Grecia, era un tempo usato anche nella tradizione cattolica.
Ma il velo era anche simbolo di buon augurio e di protezione per la coppia, e durante la cerimonia questo velo, detto “flemmum”, veniva posto sulle teste di entrambi gli sposi. Era del colore della fiamma, e poteva quindi essere giallo o rosso.
Gli anelli
Simbolo per antonomasia del matrimonio sono le fedi, gli anelli nuziali. L’anello è simbolo di un legame, ma il fatto che la fede sia posta nell'anulare ha un significato particolare, che va ricercato addirittura nell’antico Egitto. Gli egizi avevano infatti individuato una vena, la “vena amoris”, che partendo dall’anulare sinistro arrivava direttamente al cuore. Pensavano che lungo questa vena passassero i sentimenti, e cingerla significava garantirsi la fedeltà. Nei Paesi dell’Europa cento–orientale e nella Penisola Iberica (eccetto che in Catalogna), si usa invece indossarla nella mano destra.
Le bomboniere
Più intuitiva l’origine delle bomboniere, il piccolo oggetto accompagnato dai confetti quale simbolo di ringraziamento degli sposi a tutti gli ospiti, ricordo della cerimonia. La parola deriva dal francese bon bon (dolcetto), e indica il cofanetto con dolci a base di zucchero e caramelle che i nobili portavano con se. Il loro uso arriva in Italia alla fine del Quattrocento, ma è nel Settecento che la bomboniera (contenitore di bon bon) diventa parte della tradizione italiana. Sono poi le nozze tra Vittorio Emanuele III e Elena del Montenegro (1896) a consolidarne l’uso.
Al loro interno i confetti, rigorosamente bianchi e in numero dispari: indivisibili, come il matrimonio. Già i Romani li usavano per festeggiare matrimoni e nascite, ed erano prodotti con il miele invece che con lo zucchero (la canna da zucchero venne importata in Sicilia e in Spagna dagli Arabi nel IX secolo). La loro origine è però più antica, e pare che il primo confetto fosse un prodotto farmaceutico, addolcito dal ripieno e confezionato da un arabo.
Dalla letteratura francese del XIV secolo sappiamo che erano profumati alla rosa, alla violetta e al muschio. Vengono citati anche dal Manzoni, che ne parla come dono all'ordinamento delle suore.
La luna di Miele
Restando in tema di dolci, vediamo alcune espressioni legate alle nozze, e iniziamo proprio con la “Luna di miele”, che indica i primissimi momenti della vita di coppia. Ancora una volta il significato di questo termine è da ricercarsi negli usi dell’antica Roma, dove gli sposi mangiavano del miele per tutta la durata di una luna dopo il matrimonio. Questa tradizione pare sia però stata mutuata dai Babilonesi, che usavano una bevanda a base di miele, col significato di addolcire gli animi e l’atmosfera.
Un detto molto conosciuto è invece quello di “sposa bagnata, sposa fortunata”, detta oggi per consolare gli sposi che non hanno potuto godere di una giornata di sole. In realtà il detto non si riferisce assolutamente alla pioggia, ma al ciclo mestruale della sposa … alludendo alla sua presenza, infatti, si invoca la fortuna della fertilità e si augurano velocemente dei figli.
Il lancio del riso
Anche il lancio del riso sugli sposi, accompagnato in alcuni luoghi da monete, confetti e fiori, allude alla fertilità che cade a pioggia, ma intesa come augurio di ricchezza, fortuna e abbondanza che cade generosa sulla nuova famiglia.
E queste sono solo alcune delle tante curiosità!
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