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Storie di una volta: Giacomino va al mercato

Una volta nei paesi montani o nelle nebbiose campagne, quando la televisione era ancora sconosciuta, alla sera, soprattutto nelle fredde sere invernali, ci si riuniva nella stalla, che era un luogo caldo, e, dopo aver recitato il santo Rosario tutti insieme, qualcuno, di solito una nonna o un nonno, si mettevano a raccontare una storia ai bambini/e presenti, i quali restavano a bocca aperta prestando la massima attenzione al racconto. Un patrimonio che non deve andare perduto, ma che è bene riscoprire. È proprio per questo che ho deciso di raccontare alcune di queste storie, qualcuna perché l'ho sentita personalmente, come quella che vi racconto adesso, altre recuperate da vecchi libri o fattemi raccontare da persone oggi anziane. Questa volta vi propongo questa nuova storia.

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 Giacomino va al mercato 

Ogni quindicina del mese nella piazza del paese si svolgeva il mercato, e molti erano coloro che vi si recavano, provenendo anche dai paesini vicini. Siamo al tempo dove al mercato ci si recava a piedi o, per chi lo possedeva, col carretto o a dorso di asino. Nel mercato si vendeva un po' di tutto, e vi era anche un posto riservato per chi voleva vendere o acquistare un animale: conigli, galline, maiali, mucche, asini o cavalli.

Quella ricorrenza era una festa anche per la piccola osteria che sorgeva in una stretta via attigua, infatti, moltissimi erano coloro che vi si recavano per gustarsi una buona trippa, specialità della casa. Giacomino abitava in un piccolo paesino arroccato sulla montagna e un bel giorno decise di recarsi al mercato per vendere una delle sue mucche. L'uomo viveva con la madre, vedova e di una certa età, la quale però non perdeva occasione di insegnare al figlio, nonostante non fosse più di primo pelo, come si doveva stare al mondo. Fu così che anche prima di mettersi in viaggio per il mercato, Giacomino ricevette le solite raccomandazioni, con in più quella di vendere la mucca a chi parlava poco, poichè chi parla molto è perchè vuole imbrogliare.

Dopo una quarantina di minuti Giacomino arrivò al mercato, e subito si diede da fare per vendere la sua mucca, ma tutti quelli che contattava non mancavano di parole e quindi, consono della raccomandazione della madre, non trovò nessuno a cui vendere la bestia. Decise perciò di riprendere la via di casa tirandosi dietro ancora la sua mucca, facendo però un percorso diverso per permettere all'animale di brucare un po' di erba fresca e bere a una fontana. Si fermò così nei pressi di una santella, dove vi stava una figura di un uomo con vicino un cane, che pareva osservarlo. Giacomino lo guardò per un momento poi si disse che forse era la persona giusta per vendergli la mucca, quindi gli si avvicinò e gli comunicò la proposta e il prezzo e attese la risposta. Dall'uomo nessuna risposta! Allora Giacomino prese la mucca e la legò al piccolo cancelletto della santella, in modo che il signore potesse ammirarla più da vicino e, dopo un poco, riconfermò la sua proposta. Non ottenendo nessuna risposta si convinse che quell'uomo doveva essere davvero una persona di poche parole, quindi la persona giusta per concludere l'affare. Dopo aver atteso un attimo, pensò di aver capito la difficoltà del compratore e gli disse che se non aveva con se il denaro, sarebbe ripassato il giorno dopo a prenderli. Sicuro di aver concluso la vendita, Giacomino riprese tutto allegro la via di casa. Giuntovi e vedendolo senza la mucca la madre si congratulò col figlio e quando gli chiese il ricavato si sentì dire che sarebbe ritornato il giorno dopo a prenderli in quanto il compratore, al momento, era privo del denaro.

La mattina dopo, di buon'ora, Giacomino partì da casa e in breve raggiunse la santella. Il signore a cui aveva venduto l'animale era già lì ad attenderlo, ma della mucca nessuna traccia.

"Buongiorno, sono venuto a ritirare il denaro che mi dovete". Dall'uomo nessuna risposta.

"Vi ricordate vero di me? Sono Giacomino e ieri vi ho venduto la mia bella mucca. Se non vi spiace vorrei avere il denaro che mi spetta".

Anche questa volta non ci fu risposta alcuna.

Giacomino iniziava a spazientirsi, e più passava il tempo più diventava nervoso e iniziò così a imprecare sempre più vistosamente poi, visto che l'altro continuava a starsene zitto, raccolse dei sassi e cominciò a lanciarglieli contro con foga sempre maggiore, sino a quando un sasso andò a colpire con violenza la cassetta delle elemosine la quale, aprendosi, lasciò uscire tutto il denaro che conteneva.

Giacomino non perse tempo nel raccoglierlo poi, dopo aver ringraziato, si incamminò verso casa tutto soddisfatto e dicendosi tra se: "la mamma ha proprio ragione, gli affari sono da fare con gente che parla poco".

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