Le Santelle, testimoni di una fede semplice
Le Santelle, oggi purtroppo troppo spesso lasciate abbandonate e cadere in ruderi, sono state una testimonianza di una fede semplice lasciateci dai nostri avi, dipinte ben poche da pittori di fama, ma spesso da dilettanti, che comunque ci mettevano buona volontà.
Santella è il nome comunemente utilizzato per un particolare tipo di edicola votiva, o pilone votivo o capitello votivo, è una struttura architettonica religiosa cristiana di piccole dimensioni, che nasce da un culto popolare tramandato nei secoli. La maggior parte di queste santelle erano edificate per far onore a un ex voto promesso, vuoi per uno scampato pericolo o per guarigione da malattia e/o da morte.
Il nome deriverebbe dal termine dialettale "santéla" con il probabile significato di "luogo legato ai Santi". Questo tipo di costruzione era assai diffusa nella Lombardia orientale, provincia di Bergamo, Brescia, nella Valtellina, e nell'Alto Mantovano. Un sinonimo di santello è quello di "Capitello", termine utilizzato soprattutto in area veneta e nella Lombardia che era stata sotto il dominio della Serenissima.
Per Edicola invece si deve intendere una struttura architettonica relativamente di piccole dimensioni, con la funzione di ospitare e proteggere ciò che vi è collocato. La si trova quasi sempre sui muri di case e palazzi.
Le Santelle possono essere di proprietà privata o pubblica, e contengono rappresentazioni di figure di Santi e Sante che spesso hanno a che fare, ad esempio, con la presenza di calamità come la famigerata peste, ecco allora rappresentata la figura di San Rocco, oppure la figura di Santa Barbara, presente soprattutto in quelle zone dove vi erano molti minatori. Tuttavia la figura più rappresentata è quella della Madonna.
Le Santelle erano erette sia in luoghi abitati che fuori, lungo le vie di comunicazione, alle biforcazioni, nelle stradine di campagna o sulle mulattiere. Allora, quando qualcuno vi transitava, lo ricordo benissimo ancora adesso, spesso si fermava per un segno di croce e una preghiera, lasciandovi un fiore di campo ivi raccolto. Era la semplicità e la più genuina manifestazione della fede cristiana.
Soprattutto le Santelle posizionate nelle strade di campagna erano luoghi di arrivo di particolari cerimonie religiose come le Rogazioni, che venivano celebrate in determinate giorni dell'anno o in particolari situazioni. Le Rogazioni, che sono preghiere, atti di penitenza e processioni, hanno lo scopo di propiziarsi una buona riuscita delle seminagioni, attirandosi la benedizione divina sul lavoro dell'uomo e la produttività di madre terra. Queste si distinguono in maggiori e minori. Questa usanza è andata sempre più scemando, anche se qualche traccia la si ritrova nel Benedizionale, che è un testo del Rituale Romano della Chiesa Cattolica.
Abitando in un paese di montagna, di queste Santelle ne incontro ancora, anche se alcune sono purtroppo lasciate alle intemperie e alla vegetazione irrispettosa, e, fortunatamente, qualcuna è stata restaurata e ridipinta, rimettendo le parole che vi erano state scritte al tempo della sua edificazione.
Proprio alcune di queste diciture le voglio riportare in quest'articolo, proprio perché rappresentano quella fede semplice di cui parlavo all'inizio. Eccone dunque alcune:
- In una Santella datata 1870 rappresentante la Madonna con Gesù Bambino in braccio, si legge questa dicitura: "Siamo nel fuoco, beati i misericordiosi che ci aiutano, dite un Requiem". È chiaro il riferimento alle anime del Purgatorio e l'invito a recitare, per loro, un l'Eterno riposo.
- Santella con un dipinto della Madonna che tiene sulle ginocchia il Cristo morto la cui dicitura dice: " O voi che in tante mie pene e amare lieti ve n'andate per questa via vedete o Dio! Se mai ci sia dolore eugual al mio".
- In una Santella ancora ben tenuta si può leggere questa dicitura che ben si addice ai tempi in cui siamo: " Qui riposano mortali avanzi delle vittime di due contagi". Vi è menzionata una data: 1348 – 1630.
- Bellissima questa Santella ristrutturata con al suo interno un trittico con al centro il Sacro Cuore di Gesù che recita:" La stanchezza e l'affanno al passeggero se ama il Cuore di Gesù sarà leggero".
Altre ve ne sarebbero da citare, ma lo spazio di un semplice articolo non lo permette, tuttavia voglio terminare con una speranza, ossia che queste rappresentazioni della fede e della nostra storia, siano recuperate e non vengano abbandonate perché ritenute testimonianza arcaica e sempliciotta dei nostri italici avi.