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Itinerari portiani a Milano

carlo porta

Con quest'articolo vi voglio portare a spasso per le vie di Milano, ma non vie qualunque, ma un percorso collegato al poeta milanese Carlo Porta.
Prima un breve curriculum sul poeta dialettale.

Carlo Porta nasce a Milano il 15 giugno del 1775, e vi muore il 5 gennaio del 1821. Studiò dai chierici regolari di San Paolo, più noti come Barnabiti a Monza e di Muggiò, e poi al Seminario di Milano. Trovò lavoro nella città di Venezia, rientrato a Milano venne assunto all'Ufficio del debito pubblico, noto come Monte Napoleone, lavorandovi per tutta la vita. Tuttavia la sua passione era l'attività teatrale e poetica, alla quale si dedicò con passione. Anticlericale e iscritto alla massoneria. Morì all'età di quarantacinque anni per un attacco di gotta.

Fatta questa piccola precisazione, ecco un breve e curioso itinerario portiano.

Deggià, lustrissem, che semm sul descors

de queij prepotentoni de Frances,

ch'el senta on poo mò adess cossa m'è occors

jèr sira in tra i noeuv e mezza e i des,

giust in quell'ora che vegnava via

sloffi e stracch come on asen de bottia.

Inizia così una sua lunga poesia dal titolo Desgrazzi de Giovannin Bongee. Allora seguiamo il sarto Giovannin all'uscita della sua botteguccia di sartoria. Imbocca, uscendo da vicolo dei Tignoni, la via Manzoni, che allora si chiamava corso di Porta Nuova e corsia del Giardino, per raggiungere la sua abitazione, sita al Carrobbio. Due erano i vicoli lì presenti, vicolo dei Tignoni e dei Facchini; viuzze anguste con botteguccie e misere dimore.

Il Bongee passa sotto il portico del Teatro della Scala e imbocca la via Santa Margherita, dove si imbatte nella ronda, che sappiamo essere composta da militari o forze dell'ordine che perlustrano zone della città. È bene sapere che all'angolo di via Silvio Pellico sorgeva la sede della Polizia, che altro non era se non un albergo. Superata, dopo una rendicontata spiegazione la ronda, eccolo attraversare i portici di piazza Duomo e iniziare per via Torino. Questa via, a quei tempi era un po' diversa, e portava altri nomi caratteristici, come ad esempio: contrada dei Pennacchiari, della Lupa, corsia della Palla, dei Mercanti d'Oro, di San Giorgio in Palazzo. Ciò che non è mutato sono le chiese che si trovano lungo la via, sulla sinistra la Chiesa di San Satiro, mentre sulla destra sorgono quella dedicata a San Sebastiano e di San Giorgio.

La chiesa di San Sisto e quella di Sant'Alessandro nei pressi. Percorsa la via Torino eccoci arrivati al Carrobbio, biforcandosi in Corso di Porta Ticinese e via Cesare Correnti, che allora si chiamava contrada di San Simone.
Il Giovannin aveva detto alla ronda di abitare presso il negozio di terraglie, el piattee, come dice il Porta nella sua poesia, al numer vonttcent vott (808). Numero però mai esistito. Sorge però un'altra domanda, ovvero: ma il signor Giovannin Bongee è esistito oppure è anche lui una invenzione poetica? Boh! Mistero, lascio liberi di effettuare le opportune ricerche a chi volesse cimentarsi nel ruolo di investigatore.

Questa è una prima passeggiata portiana, in un prossimo articolo ve ne racconterò una nuova.

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