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I Gufi e la canzone milanese

I Gufi sono stati un gruppo musicale italiano, cabarettistico e dialettale milanese, nato nel 1964 e spentosi nel 1969. Il loro genere musicale viene catalogato come Rock demenziale, di cabaret e di Canzone popolare.i gufi milano

Il gruppo era un quartetto, e i componenti erano:

Roberto Brivio, chitarra, fisarmonica e voce.

Nanni Svampa, chitarra, pianoforte e voce.

Lino Patruno, chitarra, banjo, contrabbasso e voce.

Gianni Magni, voce.

I quattro s’intendono benissimo, tanto che il gruppo decolla felicemente nel panorama musicale italiano. Al loro interno ognuno aveva carisma, infatti, Svampa era detto il cantastorie, poiché cantava di Milano, Patruno il cantamusico, di estrazione jazzista. Magni era detto il cantamimo, poiché discendente da una famiglia circense e dotato di un’ottima mimica, Brivio è definito, il cantamacabro, appassionato di operette e capace di formulare testi originali. Il luogo delle loro maggiori esibizioni, è il Derby Club, luogo di ritrovo dei maggiori comici e artisti del capoluogo lombardo.

Al gruppo non manca l’occasione, tramite le loro canzoni, di fare satira politica o lanciare testi irriverenti o considerati poco ortodossi per l’epoca.

Alla fine degli anni sessanta il loro successo è all’apice, tuttavia all’interno del gruppo si creano malumori e incomprensioni, sino a quando il Magni decide di abbandonare il quartetto. Fu la rete televisiva Antenna Tre Lombardia, nel 1981, a riunire i quattro in una trasmissione dal titolo “Meglio Gufi che mai”, con ben quaranta puntate, dove i Gufi riproponevano i loro vari successi. È doveroso riconoscere a questo gruppo di aver introdotto nel panorama musicale italiano, la comicità surreale, la satira sociale e la ricerca e proposta della canzone popolare lombarda.

Fautore della canzone meneghina è soprattutto Nanni Svampa, tanto da offrire al pubblico ben dodici LP, dal titolo “Milanese”, offrendo un panorama vasto e interessante per gli appassionati e /o gli studiosi della storia popolare meneghina. Voglio ricordare, al proposito, la famosissima “Porta Romana”, canzone più volte ripresa anche da altri interpreti. Tra i loro album discografici cito, ad esempio, “Milano canta”, “Il teatrino dei Gufi”, “Non spingete scappiamo anche noi”. Tra i singoli: “Orango tango”, “A l’era sabet sera”, “La Balilla”, “Il bassotto” e tantissimi altri.

Un gruppo che facendo del cabaret nostrano, ha non solo fatto conoscere la canzone meneghina, ma ha portato una ventata di anticonformismo nel panorama della canzone italiana. Prima di terminare questo breve excursus, voglio riportare alcune strofe della canzone “Per quel vizi”.

È questa l’odissea di Giovanni detto il Coppi

per quel vizi che a vottant’ann

el g’ha de corregh adree ai tosann

veloce pedalava il suo triciclo verde e rosso

s’el sonava el campanell

ghe pareva de vess bell

Qui mi fermo e lascio ai lettori il piacere di scoprire il seguito.

 

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