Due ottobre, evviva i nonni
Con questa data si è soliti festeggiare gli Angeli custodi cui è stata abbinata, per una certa analogia, la festa dei nonni. Una ricorrenza senz'altro importante e che è doveroso festeggiare, sia per i primi sia per i secondi.
Oggi anch'io, devo riconoscere con soddisfazione, sono diventato nonno e, vedendo i nipotini venirmi appresso, mi riporta alla mia infanzia, quando anch'io seguivo mio nonno nel suo campo. Ricordo davvero con piacere quei momenti: mio nonno, che si chiamava Emilio, quando rientrava dal lavoro, inforcava la sua bicicletta e, da via Carlo Farini, arrivava dopo l’Ospedale di Niguarda, qui si fermava da noi e mi chiedeva se volevo andare con lui nel campo. Avuto il benestare dalla mamma, mi faceva sedere sulla canna della bici e via verso il campo.
Questi sorgeva dietro le mura dell’Ospedale, si percorreva la via Faiti e, dopo poco, si arrivava. Quel campo lo ricordo ancora oggi, era diviso in due, da una parte era la coltivazione degli ortaggi, dall'altra, un poco più piccolo, erano coltivati i fiori.
Per me, ancora abbastanza piccolo, andare al campo voleva dire giocare, con i suoi attrezzi, con l’acqua e l’innaffiatoio e sporcarmi di terra, tuttavia ogni tanto mi chiamava vicino a lui e mi spiegava cosa stava facendo e conoscere i vari ortaggi. Confesso che a me piacevano molto di più i fiori, ne aveva di diverse varietà, rose, dalie, gigli, margherite, fiori di campo vari e poi quello che io preferivo, il fiordaliso.
Mi piacevano i colori e anche annusare il loro profumo, api permettendo, e rammento ancora oggi che il nonno mi diceva: “È bello sentire il profumo dei fiori, ma ogni cosa ha il suo profumo, vieni a sentire questi”, e mi portava nella parte degli ortaggi, e mi faceva annusare i profumi delle varietà coltivate, dei pomodori, delle zucchine, del sedano, insomma, di ogni pianta presente. Aveva ragione, mi ha abituato non solo a vedere con gli occhi, ma anche a sentire con l’olfatto, a toccare anche con mano ciò che poi si sarebbe gustato a tavola.
Questa “lezione” non l’ho più scordata, mi ha sempre tenuto compagnia e l’ho messa più volte in pratica, tanto che una volta la mia futura suocera, vedendo questo mio comportamento, mi ha fatto capire se ero del tutto normale. I nonni, quante cose che possono insegnare e che sono frutto dell’esperienza; oggi purtroppo gli anziani sono poco ascoltati, i giovani hanno sempre il piede sull'acceleratore, sono affascinati dal “tutto e subito”, bruciando così le tappe senza gustare il profumo dei fiori, degli ortaggi, ma soprattutto della Vita.
Certo purtroppo non tutto è poesia, in quest’umanità vi sono anche nonni indegni, che anziché far del e il bene del proprio nipote, divengono causa di sofferenza. Per fortuna sono pochi, e sicuramente non meritano di essere festeggiati.
È il lato triste della storia, dove persino i loro Angeli custodi piangono. Oggi è la loro festa, nonno e nonna devono essere al centro dell’attenzione, ed è giusto che lo siano. Quante frasi, quante poesie, quanti disegni fatti dai bimbi dell’asilo, quante recite, quanti ricordini! La speranza è che non ci si ricordi di loro solo il 2 di ottobre, ma che ogni giorno nasca nel cuore una preghiera per i nostri nonni.
Anch'io voglio fare un regalo a tutte le nonne e i nonni, vi allego il link della canzone sui nonni di Walter Bassani, ascoltatela, rallegra davvero il cuore.
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