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Storie di testamenti nella Milano che fu

testamentoEcco delle curiosità su alcuni testamenti ormai archiviati ma che sono parte della storia della nostra Milano. Dicendo testamento sappiamo a cosa ci si riferisce, ossia a un atto, autenticato, col quale si manifestano le proprie ultime volontà. Il termine deriva da "testari", ossia attestare, col suffisso " mèntum", che indica l'istrumento o il mezzo. Fatta questa precisazione, passiamo alla lettura di alcune ultime volontà.

Il nobiluomo Gaspare Trivulzio, una delle duecento famiglie patrizie milanesi, era Conte e signore di Locate e aveva fatto, tra le varie cose, ingrandire, siamo nel 1470, il santuario di Santa Maria alla Fonte in Locate. Nel marzo del 1547 lasciò per testamento un legato, ossia un documento che attribuisce per testamento ad alcuno le proprie sostanze, a favore di quel convento di Locate che aveva, a suo tempo, ingrandito. Tuttavia una clausola prevedeva che qualora il convento fosse soppresso, il lascito doveva essere destinato all'Ospedale Maggiore di Milano. Passarono trecento anni, quando l'Ospedale riuscì a ottenere il lascito, che, a conti fatti e detrazioni annesse, ammontava a ottocento lire. È bene precisare che il santuario è tuttora esistente, e si trova tra Locate Triulzi e Pieve Emanuele.

Essere analfabeti e sordomuti è sempre una disgrazia, figuratevi due secoli or sono come poteva vivere in società una persona con queste menomazioni. Tuttavia, per sua fortuna, la Provvidenza aveva dotato tale Luca Riva di una ottima capacità nel disegno. Il Riva abitava in Porta Orientale, oggi Porta Venezia, sotto la parrocchia di San Vito al Pasquirolo. Questa abilità nel disegno permise, al momento di fare testamento, di redigerlo come se fosse un fumetto. Il documento è tuttora conservato nell'archivio dell'Ospedale. Il fumetto si compone di dieci vignette espressione della sua volontà testamentaria.

Nella prima vignetta, che rappresenta un uomo inginocchiato davanti a un santo, lasciava 1000 lire alla chiesa della Madonna della Fontana, fuori Porta Comasina, oggi Porta Garibaldi, a Milano.

 Per la chiesa di San Giovanni in Conca, oggi non più esistente in toto, e sita in Piazza Missori, il Riva destina 400 lire. Vi era sepolto il padre.

Alla parrocchia di San Vito in Pasquirolo, che sorge in Largo Corsia dei Servi, 4, e che sorge sulle antiche terme Erculee, lascia altre 1000 lire.

Trecento lire li dona ai Padri Zoccolanti, che appartengono all'Ordine Francescano.

Cinquecento lire all'Ordine Francescano dei Padri Scalzi, detti anche Alcantarini, da Pietro d'Alcàntara.

Seicento lire li destina, come dote, a sei giovani ragazze virtuose della sua parrocchia. Il disegno rappresenta 6 ragazze con il Rosario in mano.

Alla propria moglie, Laura Facina, lascia 4000 lire oltre alla dote e lasciti vari.

Il fratello Felice, disereda un figlio perché bandito dal Ducato di Milano per omicidio. Luca, per compassione, lascia  400 lire.

Al nipote Giulio, accanito giocatore, non lascia più di 150 lire.

L'ultimo legato costituisce erede l'Ospedale Maggiore di Milano.

 

Quest' altro testamento appartiene a un uomo che però non lo ha mai onorato. Questa la storia. Il nobiluomo genovese Leonardo Spinola, si trasferisce da Genova a Milano nel 1546 e lavora come scrivano e cassiere. Ha tuttavia una carriera fulminea nel campo finanziario, ma è molto spregiudicato e troppo disinvolto, e inoltre a un certo punto della sua vita manifesta un interesse troppo malsano per il gioco. Decide di recarsi da un notaio per redigere testamento, giurando di non più giocare ma, qualora ricadesse nel vizio, si doveva versare la somma di seimila scudi all'Ospedale Maggiore di Milano, questo sia in casi vincita sia in caso di perdita. Purtroppo lo Spinola non mantiene quanto promesso, così l'Ospedale Maggiore si rivolge alla Santa Sede la quale scomunica lo Spinola come pure tutti coloro che, vedendolo giocare e conoscendo la promessa, non ne danno notizia ai responsabili dell'Ospedale. Anche questo drastico provvedimento non aiuta lo Spinola a ravvedersi. Al momento della morte redigerà un nuovo testamento che riparerà, in parte, i danni causati dal suo vizio del gioco.

Quello dei testamenti è un campo pieno di sorprese, a volte buone a volte drastiche. Anche questa è storia!

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