Panettone: dalle "Offellerie" al mondo intero
Ci sono diverse leggende che ci raccontano come nacque il panettone e si sa anche che questo divenne in breve tempo il dolce per eccellenza sulla tavola natalizia dei milanesi. Ma era talmente apprezzato che, anche al di fuori dei giorni canonici, poteva essere gustato nelle migliori “offellerie” di Milano: le più rinomate nell'800 erano quelle di Santa Margherita e quella di Paolo Biffi, che dopo aver acquistato preziose esperienze a Parigi, aveva aperto il suo negozio di fianco al Duomo.
Le specialità del Biffi erano il “melange” e, in particolare, il panettone. Ma nonostante il Biffi vantasse il suo come il miglior panettone di Milano, quello del Cova (ritrovo aristocratico tra i più esclusivi di Milano) era forse più apprezzato.
Del nostro secolo, invece, è la leggenda del prestinaio che decide di sommergere il mondo intero di panettoni.
Angelo Motta nacque a Gessate nel 1890; dopo un lungo e precoce apprendistato come pasticcere, esordisce nel 1919 a Milano in un modesto prestino, poi pasticceria, in Via della Chiusa, angolo la stretta dei Vetraschi. All'epoca il panettone era ancora basso e compatto ma lui, riprendendo l'antico metodo della lievitazione naturale, ne rivoluzionò l'impasto e la forma inaugurando la “nuova” tradizione alto a cupola, più soffice e ricco di uvetta.
Nel 1925 venne inaugurato il primo punto vendita in Via Carlo Alberto, dando inizio alla trasformazione da ditta artigianale a industria vera e propria. Sul finire del 1930 si approdò alla realizzazione dello stabilimento in Viale Corsica. Successivamente vennero aperti nuovi negozi in Corso Buenos Aires, Piazzale Baracca, Viale Corsica, Corso Garibaldi, Piazza del Duomo.
Dal 1939 al 1957, data della morte del fondatore, la produzione risulterà aumentata di sette volte. Si trasferì, poi, in Largo Carrobbio, prima tappa della straordinaria ascesa della nota industria dolciaria.
Nell'estate del 1955 nacque la divisione gelati con il famoso gelato Mottarello, divisione che poi verrà ceduta e rimarrà nelle mani della multinazionale svizzera del settore alimentare Nestlè.
Nello stesso periodo, un altro pasticcere, proveniente dalla provincia milanese, creò negli anni venti a Milano il suo primo forno dolciario, per poi prendere in gestione nel 1925 una sua pasticceria, dove vendeva direttamente i suoi prodotti.
Era Gioacchino Alemagna che, nel 1933, ampliò la propria attività, sempre nel capoluogo lombardo, con una pasticceria adiacente a Piazza del Duomo che divenne il locale alla moda della città, negli anni prebellici, grazie alla produzione del panettone, specialità di Alemagna.
Fu il figlio Alberto che, negli anni '40/'50, ad ingrandire l'attività paterna, rendendo celebre il marchio della ditta: il Duomo di Milano stilizzato, che rendeva esplicito il legame dell'azienda col capoluogo lombardo, rendendo Alemagna uno dei marchi dolciari più famosi d'Italia e il panettone Alemagna uno dei simboli di Milano.
Negli anni del boom economico vennero aperti stabilimenti a Cornaredo e a Napoli, numerosi negozi monomarca in tutta Italia ed un cospicuo numero di Autogrill sulle Autostrade.
La crisi economica colpì Alemagna che cedette il 50% del suo pacchetto azionario alla SME, del gruppo IRI, che aveva già acquisito Motta.
Dopo peripezie varie e dopo essere stato un marchio della Nestlè, i prodotti dolciari dei marchi Motta e Alemagna sono stati ceduti nel 2009 all'industria dolciaria italiana Bauli di Verona.
CURIOSITA':
La Motta produsse il primo panettone, da cui ne derivò uno più piccolo, a cui venne dato il nome "Mottino". In questo caso il marchio si è confuso col prodotto, dato che nel Sud Italia e più frequentemente nelle regioni Sicilia e Campania, le classiche merendine vengono chiamate in forma dialettale, appunto, "Mottino".
Laura Nicoli