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don Giuseppe Gervasini: le ricette medicinali del pret de Ratanà

ratanaDi questo personaggio milanese che vado a presentare, è già stato scritto, tuttavia parecchi sono gli aspetti curiosi di quest'uomo che vale la pena scrivere ancora. Il personaggio in questione è don Giuseppe Gervasini, più noto come "El pret de Ratanà", el pussee generòs, espansiv guaritor.

In questo articolo vi voglio far conoscere alcune sue ricette medicinali che dava a coloro che si rivolgevano a lui per guarire dei propri mali. Ricette a volte davvero bizzarre, ma che quasi sempre ottenevano il beneficio, tanto che era nato il proverbio: "El pret de Ratanà tucc i mal ie fa passaa!".

Ecco dunque alcune delle sue tante ricette curative.

  • Ciappa de l'oli d'oliva, schiscegh denter cinch fes d'aij, fa coeus adasi adasi; poeu fa deij impacch on dì si e on dì no, e mettegh sòra el bombas.
  • Per j oss, che la manda giò on cugiarin de magnesia tucc i dì.
  • Pissa la stua, fa cald pussé che te podet; ciappa tanti bottej de acqua calda, impieniss el lett. Fa on decott de malva, orz, gramegna, con tant mel. Ma te racomandi, la cà la dev scottà tant la dev vess calda.
  • A una donna che vomitava spesso gli diede questa cura. " Va a cà, quand te se mettet adrée a mangià, mett davanti a ti in su el tavol ona bella boascia de vacca, e te guarissarée". Se è davvero guarita non è dato sapere.
  • Una volta una donna portò il suo bimbo molto malato dal Gervasini, il quale ne constatò la gravità, tuttavia su insistenza della mamma, gli diede da fare questa incombenza: "Vesin a cà toa gh' è on cason? Si? Ben, allora te vet in del padron a mè nomm e te fée dà tucc i dì per dés dì on quej liter de siero de formagg: lì denter, che l'è bel tevedin, ti te ghe fée el bagn al fioeu; dopo tel vonget tutt de oli de ravetton e te ghe fée anca on cristeri de oli de ricin. Quest per dés dì de fila". Questa volta abbiamo la testimonianza della mamma che, dopo i dieci giorni di cura, il bambino è ritornato a star bene.
  • Ecco come il nostro Don curava il fuoco di sant'Antonio, un accidente assai doloroso. "Faceva mettere il malato, in ginocchio, davanti al suo caminetto acceso e gli poneva in mano uno scopino di saggina. Lui faceva passare lo scopino sulla parte colpita dal male senza però toccarla; poi girava lo scopino dietro la fiamma attento a non farlo bruciare. Ripeteva il gesto molte volte e per un po' di giorni, poi il malato guariva perfettamente".
  • Una volta gli capitò una donna che soffriva di nefrite, e lui la portò nell'orto, le mette un badile tra le mani e le fa scavare una buca di un metro per un metro e di una certa profondità. Lei scavava e sudava e lui la stava a guardare. Dopo una buona ora di lavoro le dice: "Adess ti te se mettet in croscion sora la busa e te la impieniset de pissa, forza, avanti". Lei obbedisce senza commentare. Ebbene da quel giorno non si è gonfiata più e ed guarita perfettamente.

Molte altre sono le ricette e le stranezze comminate ai vari malati, ma sarebbe troppo lungo elencarle tutte; i più curiosi possono acquistare un libro che racconta la storia di questo prete guaritore.

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