Il toro della Galleria e il suo mistero
Non molti sono a conoscenza delle ombre e del giallo che stanno dietro al famosissimo toro della Galleria che viene calcato da milioni di turisti ogni anno.
Simbolo della Galleria Vittorio Emanuele, salotto dei milanesi, il mosaico che raffigura un toro che rappresenta la città di Torino venne progettato come tutto il complesso monumentale dal famoso architetto Giuseppe Mengoni che nel 1861 vinse il concorso internazionale per il restyling completo di Piazza Duomo e delle vie adiacenti a Milano.
Mengoni immaginò e realizzò quello che è diventato il salotto borghese dei milanesi, costruendo una Galleria monumentale di raccordo tra piazza Duomo e piazza della Scala, la Galleria Vittorio Emanuele II, che sin dal momento della posa della prima pietra il 7 marzo 1865, suscitò animati dibattiti e polemiche nella cittadinanza.
La costruzione della Galleria si concluse il 30 dicembre 1877 ma il povero architetto Mengoni non riuscì ad assistere alla solenne cerimonia d'inaugurazione fissata per il 31 dicembre in quanto la sera prima, forse orgoglioso per il suo progetto concluso o forse in depressione proprio perché al culmine del successo, appena finito di cenare disse di dover andare a controllare qualcosa e dopo essersi infilato la vestaglia, uscì dall'appartamento dove abitava con la famiglia proprio dentro la Galleria, si arrampicò sull'impalcatura più alta precipitando dalla stessa. Quello che ne seguì è ancora oggi un giallo che trova l'epilogo in un volo di 32 metri che gli fa trovare la morte vicino al Toro.
Si parlò addirittura di suicidio, forse anche perché giorno prima della sua morte Mengoni avrebbe detto: «La mia missione è compiuta: l’arco è finito» ma la causa più probabile è un fatale incidente. Una targa apposta all'ingresso della Galleria ricorda il suo creatore, ivi morto prima di poter festeggiare un gioiello invidiato da tutti.
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