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Lingua Milanese: parlem milanes

cultura milaneseLa pianura padana a nord del Po era abitata, prima dell’arrivo dei romani, da popolazioni discendenti dalla cultura di Golasecca, di stirpe celtica e autoctona che si sviluppò a partire dal X° sec. a.C. : gli Insubri.
 
Da recenti scoperte e studi, sono emerse alla luce numerose iscrizioni in alfabeto «leponzio» detto anche di Lugano, alfabeto che le popolazioni Insubri e Leponzie utilizzarono per scrivere nella loro lingua.
Purtroppo della loro parlata non è rimasto molto, tranne alcune radici che sono tutt'ora presenti nella nostra lingua milanese.
 
Queste radici, secondo quanto affermano alcuni glottologi, indicano senz'ombra di dubbio la loro appartenenza a queste antiche parlate pre-romane.
Il milanese è da considerarsi «lingua» e non «dialetto» in quanto non appartiene alla radice del dialetto toscano che ha dato origine all'italiano: è una lingua celtica, gallica, appartenente al gruppo delle lingue galliche cioè appartenente alla Gallia Cisalpina, antico nome che gli storici diedero all'odierno Nord Italia.

« ……Certo peraltro gli crederemo, se affermerà che la sua famiglia sia tra le più antiche della tribù. Cotesta famiglia è quella dei dialetti gallo-italici, costituitasi nell'ampio territorio dominato per un lungo periodo da popolazioni celtiche, e propriamente galliche… »
Pio Rajna
« Il Dialetto Milanese »
(Estratto dal volume "Milano" edito da G. Ottino, 1881)

« Per quanto riguarda l'eredità celtica, "il ruolo svolto dall'Italia è stato a lungo mal compreso e mal apprezzato. Da un lato dai difensori dell'eredità classica, che volevano vedere nella presenza celtica in Italia un'invasione di barbari incolti e, alla fine, fortunatamente respinta da Roma. Da un altro lato dai celtofili che consideravano questa presenza episodica e marginale, tanto meno significativa per il fatto che i Celti vi apparivano soltanto come una delle componenti di un insieme culturalmente ed etnicamente molto diversificato e mescolato ».
« Recenti ricerche archeologiche e linguistiche "hanno permesso di riconsiderare la questione e di disegnare un quadro che rivela il posto importantissimo occupato dal popolamento di origine celtica nell'Italia settentrionale, e il ruolo fondamentale che ebbero le intense relazioni tra i Celti d'Italia - a contatto con Etruschi e Greci - e i loro congeneri transalpini... »…..
« Alle vestigia archeologiche si aggiungono le scoperte di diversi testi - purtroppo brevi e poco vari - scritti dai Celti antichi nella loro lingua utilizzando diversi tipi di alfabeti di origine mediterranea. Questi testi, oltre a fornire materia per lo studio delle lingue celtiche antiche, costituiscono una prova irrefutabile dell'estensione delle popolazioni celtofone.
Il mondo dei Celti antichi, che gli autori greci e latini ci hanno descritto sotto una luce così sfavorevole, si rivela invece più ricco e meno semplice di quanto voleva la tradizione, che attribuiva loro, come merito principale, se non l'unico, quello di aver assimilato i benefici imposti da Roma ».
« Appare sempre più evidente che la perdita dell'indipendenza non ha significato uno sconvolgimento immediato e radicale della situazione preesistente: il sistema socioeconomico preromano continua infatti a funzionare senza subire modificazioni importanti, e i Romani stessi integrano e sviluppano numerosi elementi già esistenti - santuari, insediamenti, reti viarie, mercati, ecc. ».
« Gli aggettivi "gallo-romano" (riferito alla Gallia cisalpina e transalpina), "celto-romano" (per le regioni danubiane), o "romano-britannico" esprimono la doppia filiazione di queste facies provinciali e il ruolo che svolse il sostrato celtico nella loro formazione ».
(In Venceslas Kruta e Valerio M. Manfredi « I Celti in Italia » , Mondadori, Milano 1999, 2000, pagg. 12-14).

Per quanti affermano che il milanese è esclusivamente una lingua latina, si fa osservare che Milano ha visto avvicendarsi diverse popolazioni lungo un arco temporale lunghissimo che parte dalla sua fondazione (VII° sec. a.C .) sino ai giorni nostri e che ne hanno influenzato inevitabilmente la lingua.
Le popolazioni insubri autoctone avevano conosciuto la lingua latina solo con l’arrivo dei romani (III° - a.C.) e non prima, quindi è piuttosto azzardato pensare di poter classificare l’origine del milanese e di altre parlate lombarde come lingue neo-latine.
 
Abbiamo parole di chiara origine latina, gotica, longobarda, francese, spagnola, austriaca, ma non bisogna cadere nell'errore, di credere che la lingua si sia creata, sia nata, grazie ad insediamenti d’altre popolazioni, come quella romana, perché il milanese possedeva già prima di queste una propria struttura sintattica, e la somiglianza ad alcune lingue nord europee è perché derivano dallo stesso ceppo celtico.
Se alcuni vocaboli sono identici a parole francesi o tedesche, lo si deve al fatto che entrarono a far parte della lingua esattamente come oggi, sono entrati ad esempio molti vocaboli inglesi nella lingua italiana.
 
Il milanese è stata riconosciuta come lingua minoritaria dall'Unione Europea e come lingua gallica a tutti gli effetti.
E’ una lingua in quanto ha una struttura grammaticale, un ricchissimo vocabolario, ben più corposo dell’italiano, e una letteratura che nulla ha da invidiare a quella italiana : basti ricordare i 6 volumi del vocabolario milanese del Cherubini, e i testi in lingua milanese, letterari, storici, poetici e teatrali, a partire da Bonvesin de la Riva, del XIII° sec. d.C., Carlo Maria Maggi, Delio Tessa, passando per il Porta per arrivare ai poeti contemporanei.
 
Ce ne parlano ampiamente nei loro scritti, il professor Claudio Beretta e l’ingegner Cesare Comoletti, per la lingua e letteratura milanese; Giorgio Caprotti, per la cultura e il folklore, ed il professor Gianluigi Crola, esperto di cultura meneghina.
 
Facciamo un esempio solo di alcune fra le più antiche radici celtiche (cioè antecedenti l’arrivo dei romani):
Cavagna = cesta, gerla dal celtico « kavagna »
Ciapà = prendere dal celtico « hapà » = prendere
Rusca = buccia dal celtico « rusc » = buccia
Forest = uno di fuori dal celtico « fforest » = selvatico.
Aggresgià = affrettare dal celtico «agresh» = passo veloce.
Arent = vicino dal celtico « arenta » = vicino, prossimo
Aves = polla sorgiva d’acqua dal celtico « aves » = polla sorgiva
Brenta = recipiente in legno a forma di cono, dal celtico « brenta » = antica misura
Ma potremmo andare avanti sino all’infinito e produrre una serie voluminosa di termini oggi in disuso, ma che almeno sino agli inizi degli anni’20 facevano parte integrante del linguaggio milanese corrente.

BIBLIOGRAFIA

Bonvesin da la Riva, « De magnalibus urbis Mediolani/ I grandoeur de Milan », edizione latino-milanese, a cura di Cesare Comoletti, La Martinella di Milano-Libreria Milanese.
Beretta Claudio, « Grammatica del milanese », Libreria milanese, Milano, 1998.
Cesare Comoletti, « I mestee de Milan »
Beretta, Claudio, Luzzi Giovanni: « Letteratura milanese » (d. origini a C. Porta), Milano, 1982
Beretta Claudio, « Letteratura dialettale milanese », Hoelpi, Milano, 2004.

DIZIONARI
Cherubini Francesco « Vocabolario milanese-italiano » (6 volumi), Libreria Meravigli – Milano, 1997.
AA.VV. « Dizionario milanese », Circolo filologico milanese. Dovrebbe uscire per la fine dell’anno ed essere il migliore disponibile sul mercato.

Cenni da Internet :

Area di distribuzione e numero di parlanti
Il Lombardo è una lingua Gallo italica parlata da 10.000.000 di persone nel Nord Italia (Lombardia, est Piemonte, nord Emilia e una piccola parte del sud-ovest del Trentino Aldo Adige) e da altri 303.000 nel cantone svizzero del Ticino e dei Grigioni.
Il prof. G. Hull considera il lombardo un’ancestrale protolingua gallica che si configura nel nome tecnico di “Padana”.
 
Lingua
Le lingue lombarde sono numerose e classificate come segue:
Ovest Lombardia: Milanese, Lodigiano, Comasco, Ticinese, Varesotto, Novarese, Pavese, Vogherese, Lomellinese, Bosino (Ligure-Lombardo), Cremonese, Valtellinese e altre varietà minori;
Est Lombardia: Bergamasco, Bresciano, Cremasco, Mantovano, Tirolese, e altre varietà minori.
L'Unesco Red Book of Endangerd Languages riconosce al Lombardo lo status di lingua, appartenente al ceppo gallo-romanzo.
Il Lombardo viene parlato da oltre 303.000 persone in Canton Ticino (Svizzera) e anche in alcune vallate del Trentino, confinanti con la Lombardia, secondo lo studio dell'Unesco e dell'Etnologue.

In generale tutte le parlate lombarde "sono molto differenti dall'italiano standard" e secondo lo studio di Ethnologue "i parlanti possono essere senza problemi bilingui"

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