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Proteggere e salvaguardare l’ambiente, prima che sia troppo tardi Intervista a Fiorella Zabatta copresidente Europa verde

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Proteggere e salvaguardare l’ambiente: è questo uno tra i tanti temi, di cui la maggior parte dei governi di tutto il mondo, sta cercando delle concrete soluzioni, per contrastare un problema che con il tempo sta diventando sempre più importante.

A causa di ecosistemi che diventano sempre più rischiosi, acqua potabile sempre più scarsa e di un inquinamento sempre più terribile, la vita di noi stessi, come quella di tanti esseri viventi è sempre più in pericolo.

Le prove che testimoniano questi gravi rischi sono tante, ad esempio: le inondazioni nel nord Europa, gli tsunami in Asia, le  temperature che superano i cinquanta gradi in Canada, una pandemia che continua a tenere in ginocchio il mondo, gli incendi in Sardegna, fattori  che  continuano a farci  capire , che il tempo a disposizione  non è tantissimo , per evitare  un vero e proprio disastro.

Dopo l'intesa del G7 sul clima e prima del GOP26 che si terrà a Glasgow, il prossimo Novembre, si è tenuto il 22 di Luglio, a Napoli, presso il palazzo reale, il G20, foro internazionale che riunisce le principali economie del mondo.

Tra i tanti temi trattati, l’Italia ha posto la propria attenzione sulla tutela dei mari e degli oceani insieme al ripristino del suolo.

Abbiamo voluto intervistare la copresidente di Europa verde, Fiorella Zabatta, la quale quel giorno, ha voluto essere tra i tanti manifestanti, pronti a far sentire la propria voce davanti a dei problemi che meritano al più presto delle soluzioni.

Presidente, per la prima volta a Napoli, il G20.Cosa dobbiamo aspettarci da questo incontro, si sente soddisfatta dalle decisioni prese?

Penso che gli Stati “più potenti” della Terra possano e debbano fare di più per l’ambiente. Le politiche ambientali degli ultimi decenni sono state completamente insufficienti ed inefficaci per il nostro pianeta. Gli eco-disastri nel mondo e i cambiamenti climatici lo dimostrano. Anche l’Italia non è al passo da questo punto di vista. Il Ministero per la transizione ecologica – nome roboante che aveva fatto ben sperare – è stato una delusione. L’ennesima.

Ci sono dei paesi che ancora non hanno voluto ancora prendere una vera posizione di impegno, perché tutto questo?

Perché purtroppo molti politici non hanno ancora capito che non abbiamo nessun pianeta di serie B e non si impegnano per l’ambiente perché nella loro agenda politico non è chiaramente una priorità. Invece ci serve una posizione chiara, forte ed efficace per agire adesso. Le misure proposte dal G20 non bastano e Europa Verde si impegnerà a lottare per la salvaguarda dell’ambiente come l’ha sempre fatto nel passato.

Il problema ambientale, è un problema discusso da decenni, si poteva intervenire ancora prima, per quale motivo non è stato fatto?

Perché abbiamo avuto politici al governo che hanno dato priorità alla loro carriera politica e alla demagogia nella pianificazione politica, e loro hanno sempre visto il problema ambientale come una problematica poco urgente. Da sempre hanno considerato l’ambiente come un accessorio, un elemento aggiuntivo, sempre in secondo piano rispetto a tematiche e problematiche più urgenti ed importanti. Non è così. Oggi finalmente qualcuno ha capito che tra ‘ecologia’ ed ‘economia’ esiste un collegamento indissolubile; che il problema occupazionale può essere risolto potenziando ed incentivando settori legati al verde. Se non vogliamo lasciare un mondo che sta morendo ai nostri figli, dunque, non c’è nessun’altra scelta che di impegnarsi davvero adesso per la salvaguarda dell’ambiente.

Lei è copresdidente di Europa verde, spesso avete ribadito che non esiste un pianeta di serie b, Cosa significa e quali dovrebbero essere gli interventi da attuare nel più breve tempo possibile?

Significa che basta con questa vecchia politica, noi dobbiamo andare avanti e agire subito per  avere spazi più puliti e sollevare le coscienze affinché siano più rispettose dell’ambiente in cui viviamo. Bisogna dare priorità alle tematiche ambientali, in modo più concreto e non fumoso; non per facili ed accattivanti slogan elettorali o politici ma con azioni concrete. Sulla mobilità sostenibile, sulla lotta alle ecomafie, sugli incentivi agli spazi verdi, dobbiamo essere presenti in prima persona nelle istituzioni, in modo da poter essere più pregnanti ed incisivi.

Tra i problemi principali, l’inquinamento. Come sono intervenute e stanno intervenendo le istituzioni su questo problema?  Quanto rimane ancora da fare?

Sono intervenute pochissimo e nella realtà rimane ancora quasi di tutto da fare. Spero che i cittadini diano sempre più fiducia, partendo dai livelli territoriali, ad Europa Verde, e che, quindi, sempre più donne e uomini del mio partito possano sedere nei consessi opportuni per portare avanti in modo efficace delle vere politiche ambientaliste. Sono da sempre convinta che non esiste un popolo di persone perbene che elegge politici corrotti o incapaci: la classe dirigente di un Paese rispecchia chi l’ha votata. Noi dobbiamo essere di più e fare la differenza.

Oltre al G20, ci sarà il COP26, la ventiseiesima conferenza delle parti sul cambiamento climatico, quali sono i suoi auspici?

C’è un cambiamento in corso ed ognuno deve fare la sua parte. In Italia si è fatto molto poco, come nel resto dell'Europa e però abbiamo una grande responsabilità al livello politico e sociale.

Tantissimi i giovani attivisti ambientali in tutto il mondo, che con il loro impegno straordinario, stanno cercando di parlare al potere chiedendo che la loro generazione non venga ancora più colpito del cambiamento climatico.

Cosa si sente di dirgli e quale tipo di risposta si aspetta dalle istituzioni?

Dalle istituzioni attuali mi aspetto poco, però mi aspetto qualcosa da parte dei cittadini: una vera e forte risposta comune, dicendo “basta”; siamo noi che dobbiamo farci sentire, mai come questa volta la rivoluzione deve partire dal basso. Dobbiamo essere noi, infatti, a rifiutare determinati comportamenti, a cercare di sporcare sempre meno e a sviluppare una coscienza sociale sempre più forte. Bisogna impegnarsi davvero e bisogna farlo adesso.

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