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La conservazione delle ceneri secondo la Chiesa Cattolica

Anche per la Chiesa Cattolica accettare la cremazione è divenuta consuetudine, cosa diversa è per la conservazione delle ceneri del defunto.urna ceneri defunto pix

La Congregazione per la Dottrina delle Fede ha stabilito quale deve essere la prassi della loro conservazione per chi vuole osservare i dettami della fede cattolica. Preciso che per la Legge italiana, a far data dell'anno 2001, è possibile la conservazione delle ceneri del proprio caro defunto presso la propria abitazione, purché le ceneri siano registrate e venga specificato il luogo dove vengono conservate e, in caso di trasferimento, comunicato alla autorità preposta il nuovo indirizzo, oppure che possano essere disperse nell'ambiente se questo è stato il desiderio del defunto.

Vediamo adesso cosa invece raccomanda la Chiesa.

L'Istruzione della Congregazione per la Dottrina della Fede "Ad resurgendum cum Christo", sollecitata da questa nuova prassi, facendo anche riferimento all'istruzione "Piam et constantem" del luglio 1963, afferma, o meglio, riafferma, che l'inumazione con la sepoltura in terra o la tumulazione, ossia la collocazione della salma in un sepolcro in muratura, è da ritenersi la forma più idonea per esprimere la fede e la speranza nella risurrezione corporale. Tuttavia ove dovessero sorgere ragioni di tipo igienico, sociale o economico la cremazione non è vietata, a meno che questa non sia stata una scelta per motivazioni contrarie alla dottrina cristiana.

Per quanto invece attiene alla conservazione delle ceneri in una abitazione domestica, questa non è consentita. Sono però previsti casi eccezionali in cui è possibile ottenere il permesso per la conservazione in abitazione, previa autorizzazione ecclesiastica che esaminerà la richiesta. La raccomandazione è sempre quella che le ceneri siano conservate nel cimitero, o comunque in un luogo sacro. È assolutamente fatto divieto che le ceneri di un defunto siano divise tra la parentela.

Altro divieto tassativo è quella della prassi che vede la dispersione delle ceneri del defunto o la possibile trasformazioni di queste in diamanti o altri oggetti adottando particolari tecnologie. Questo divieto trova giustificazione anche nel fatto che simili azioni possono generare equivoci di tipo panteista, ossia in quella dottrina che attribuisce all'universo fisico i caratteri della divinità; oppure in giustificazioni di tipo naturaliste, corrente che interpreta tutti i contenuti e le esigenze della vita in chiave scientifica e biologica e assume la natura come unica realtà. Altra possibilità è quella legata al nichilismo, ossia a quella filosofia di Nietzsche che promuove e accelera il processo di distruzione degli ideali tradizionali, per rendere possibile l'affermazione di nuovi valori.

Il documento poi afferma chiaramente che se il defunto avesse notoriamente disposto la sua cremazione e la dispersione delle sue ceneri in natura per ragioni contrarie e/o in disprezzo alla fede cristiana, si devono negare le esequie, e questo a norma del Diritto Canonico. Questo atteggiamento potrebbe sembrare una mancanza di pietà o misericordia, ma credo che invece sia rispettoso delle libera volontà del defunto, qualora questa scelta sia stata palesemente dichiarata. Dal tempo delle sue origini la fede cristiana ha sempre mantenuto un atteggiamento di rispetto per il corpo del defunto, riconoscendo un legame tra i vivi e i morti, la cui manifestazione si evidenzia particolarmente nel giorno dei defunti ma soprattutto nella visita al camposanto, "vicino" al proprio caro.

Con la dispersione si ha l'idea del "gettare via", abbandonare, disperdere chissà dove, non mantenendo più quell'amorevole contatto. Anche la conservazione domestica svilisce in quanto si finisce col percepire quel che resta del defunto come un oggetto collocato fra altri oggetti. Sorge, tra l'altro, un problema non da poco, quello che potrebbe verificarsi una volta che il parente più stretto muoia a sua volta: le ceneri che fine fanno? Siamo così certi che non siano dimenticate e/o abbandonate in qualche luogo?

Certamente è comprensibile la difficoltà di quel parente che si trova a voler rispettare la volontà del defunto e le disposizioni della Chiesa, tuttavia non si può pretendere che la Chiesa conceda il benestare e la propria benedizione a una prassi che ritiene non consona, con il rischio di avallarne una sua diffusione. Va sicuramente precisato che questo atteggiamento della Chiesa non è un dogma, quindi sono da escludere sanzioni di sorta.

Questa presentazione, nonostante il tema, mi pare opportuna poiché conoscere è doveroso e aiuta a discernere con giusta cognizione.

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