Investire in diamanti oggi
I diamanti: oggetti bellissimi e misteriosi. Non esiste al mondo un’altra materia prima con eguale concentrazione di valore.
Le loro quotazioni sono più stabili rispetto a quelle dell’oro, che rimane il bene-rifugio diretto concorrente, più esposto, però, alle turbolenze dei mercati.
I diamanti aumentano di valore in maniera lenta e graduale, per questo sono da considerare un investimento a lungo termine, con un orizzonte di rendita ottimale a partire dai dieci anni in su. La loro commercializzazione è complessa, sia perché non c’è uno scambio in “quotazione continua” come accade per l’oro, sia perché si svolge nell’ambito di un mercato molto ristretto, sia perché è sottoposta alle fluttuazioni del cambio col dollaro, che è la valuta nella quale si esprimono le quotazioni nel listino di riferimento a livello mondiale, il Rapaport Diamond Report. Ne consegue che la smobilizzazione di investimenti in diamanti non è cosa da principianti del settore. D’altro canto, due punti a favore di questa tipologia di beni sono la facile trasportabilità e l’assenza di tasse governative, mentre la nota dolente è nella custodia, che rimante costosa se affidata a cassette di sicurezza, e ad altissimo rischio di furto se confinata nel perimetro di una casa.
Molti parlano di “diamante finanziario” per indicare il tipico diamante blisterato, solitamente caratterizzato dal taglio a brillante. Nella realtà, sarebbe più corretto parlare di pietre lavorate in quanto tali e di pietre montate su gioielli, il cui prezzo è in parte in funzione del gusto personale e delle mode. Per quanto riguarda le caratteristiche necessarie per un diamante da investimento, la qualità elevatissima (D, E, IF) garantisce negli anni un maggior incremento di valore, ma è anche vero che in questo particolare momento storico tal genere di articoli non ha grandissima richiesta, e tende a scendere di prezzo. Una più ampia gamma di colori come D-E-F-G e una purezza IF VVS(1e2) VS(1e2) garantiscono una più immediata risposta in termini di possibilità di realizzo della liquidità, purchè il taglio e la simmetria siano almeno EX(exellent) o VG(very good). Tuttavia anche la grandezza della pietra è importante: un diamante da 0,50 carati vale tra i 2.000 ed i 3.000 euro; uno da 2 carati può valere alcune decine di migliaia di euro.
E’ da sottolineare pure che, quando si effettua un investimento, non deve mai prescindersi dalle tempistiche di smobilizzo dello stesso, le quali in linea di massima sono sicuramente più brevi per un diamante più piccolo e più lunghe per un diamante più grande e costoso, pur se non deve perdersi di vista – a tal fine - il target dei potenziali acquirenti e ricordare che, nelle Aste internazionali più prestigiose, i diamanti piccoli non sono minimamente presi in considerazione. Accanto ai diamanti - per valore e pregio – trovano collocazione i rubini birmani, gli zaffiri birmani chiari, gli smeraldi colombiani e pakistani, i ceylon non trattati: sono gemme sempre più rare perché i giacimenti da cui provengono sono limitati, e le procedure di estrazione lunghe e faticose. Per questo il loro valore è destinato a lievitare negli anni a venire.
Ultimo requisito fondamentale è la certificazione che deve sempre accompagnare l’investimento, una certificazione che non deve mai provenire da un istituto non sufficientemente accreditato nel campo. Fra i più affidabili a livello internazionale si ricordano I.G.I (International Gemological Institute), HRD Antwerp, l’americano G.I.A (Gemological Institute of America), E.G.L. (European Gemological Laboratory) e Gubelin Gem Lab - Gemmological Analyses and Reports.
Per concludere, il consiglio per l’investitore inesperto è quello di non avventurarsi in un campo così particolare come quello dei diamanti se non si dispone di un consulente di fiducia molto competente, molto prudente e soprattutto molto attento alle aspettative del cliente.
Mirella Elisa Scotellaro