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Quartiere Barona a Milano

Se andiamo nella zona sei della città, troviamo il quartiere della Barona. Anche questa zona era di tipo rurale e facente anch’essa parte di quei sobborghi che andavano sotto il nome di Corpi Santi; ossia un comune autonomo che comprendeva e amministrava tutti i borghi e le cascine agricole che si trovavano intorno alla città di Milano.quartiere barona

Tuttavia anche questa zona, come molte altre, nel 1873 fu annessa al comune di Milano. Il quartiere prende il nome da una cascina esistente sul territorio e che apparteneva ai monaci Benedettini, che era detta Barona. Etimologicamente parlando il termine Barone significa uomo, marito, maschile; Barona per indicare donna, moglie, femminile?

Però il termine Barone sta anche per furfante, Baronaccio – Baronata; oppure ragazzo sporco che va mendicando, Baroncio. Risalire al perché del nome non è impresa semplice, soprattutto quando non c’è nulla di scritto che lo possa testimoniare.  Nei pressi scorrono, a est il Naviglio Pavese e a ovest il Naviglio Grande, mentre a sud abbiamo il Parco Agricolo Sud Milano.

Parco regionale che interessa i territori di sessantuno comuni della cintura milanese, istituito nel 1990. Da allora il quartiere si è profondamente rinnovato e allargato. Oggi sono presenti realtà molto importanti in una metropoli come Milano. Oltre le numerose società sportive presenti, che sono un vanto per la città e il quartiere, vi sono realtà come l’Ospedale San Paolo e Polo Universitario; l’Istituto Universitario di Lingue Moderne, fondato nel 1968 dal senatore e letterato Carlo Bo con Federico Baridon, e avente per motto: “ Sapere, saper essere e saper fare”. È, questa, un’università privata. Trova anche posizione la Nuova Accademia di Belle Arti, anche questa privata, fondata nel 1980 e aderente al Progetto Erasmus.

E ora concediamoci due passi, ad esempio visitando la chiesetta campestre di San Marco alla Barona o San Marchetto, risalente al Cinquecento. Altra chiesa interessante è quella dei Santi Nazaro e Chiesa di San Celso, presente, pare, sin dal XIV secolo, anche se il Cantù la vuole molto più antica. Chi si reca nel quartiere non può tralasciare una visita al Santuario di Santa Rita da Cascia. Santa sicuramente da tutti conosciuta, invocata anche come la Santa degli Impossibili o Avvocata dei casi disperati.

Il suo vero nome era Margherita Lotti, che si fece monaca agostiniana dopo la vedovanza e la morte dei suoi due figli. Proclamata santa da papa Leone XIII nel 1900. Il santuario, che si trova in via Santa Rita da Cascia, 22, si deve al Beato Alfredo Ildefonso cardinal Schuster, che posò la prima pietra per la sua costruzione.

Soddisfatta l’anima, vale la pena, una bella camminata, o pedalata, nel Parco Teramo Barona; aperto negli anni settanta, presenta una connotazione agricola davvero interessante. Al suo interno si possono visitare non poche cascine che, a volte, sollecitano interesse per le loro caratteristiche architettoniche e/o storiche.

Anche questo quartiere si presta alla mondanità, infatti, negli anni sessanta, alcune scene del film “I Girasoli”, sono state girate in un appartamento sito in zona, e altre presso la chiesa di San Giovanni Bosco. Altro film indipendente, “Fame Chimica”, vede protagoniste genti del quartiere. Dunque anche il quartiere della Barona ha il suo fascino, che, lo dico ai curiosi, vale la pena di conoscere.

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