Quartiere della Bovisa a Milano
Con questa prima pagina, inizio un breve viaggio tra i quartieri della nostra grande Milano. Di ogni quartiere voglio portare a conoscenza, anche se piuttosto succintamente, origine, storia e curiosità; insomma, un po’ il come e il perché di questi quartieri. Spero di coinvolgere anche i lettori, augurandomi che desti il loro interesse.
Eccoci dunque al primo quartiere.
QUARTIERE DELLA BOVISA
Innanzi tutto il nome, che pare debba ricercarsi nel termine Bove, plurale bovi, da cui per suffisso Bovisa. Probabilmente perché nella zona sorgevano cascine con allevamenti di bestiame e, proprio in virtù di ciò, la tradizione afferma che l’intero quartiere prenderebbe il nome di un’antica cascina agricola ivi ubicata, e che intorno ad essa si sarebbe formato un nucleo agricolo che, con il successivo espandersi della città di Milano, fu, sul finire del 1800, inglobato.
Come tutti sappiamo lanostra città è divisa in zone, ebbene la Bovisa appartiene alla zona 9, ed è situata nella parte a nord- ovest. Da sito a vocazione agricola finì per divenire sito industriale, vedendo il nascere di parecchie industrie che significava opportunità di lavoro. Dal 1950 in poi, moltissime fabbriche si avviarono, chi verso una definitiva chiusura, chi abbandonando il territorio, chi verso una drastica ristrutturazione. È doveroso però rilevare come una fabbrica storica come la “Fernet Branca” oggi “Distilleria Fratelli Branca”, creata a Milano nel lontano 1845, è ancora presente sul territorio. Un’altra importante realtà da citare è quella dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri.
Residui di archeologia industriale sono invece i vecchi e mastodontici gasometri, che un tempo accumulavano gas per il fabbisogno dei milanesi.
Nei primi anni del ‘900, proprio in questo quartiere, sorsero i primi istituti cinematografici con i relativi studi, dove furono girati alcuni lungometraggi.
Oggi il quartiere ha cambiato volto, e da industriale è divenuto universitario, infatti, vi è una sede del Politecnico di Milano, con le facoltà di Architettura, Disegn e vari corsi d’Ingegneria.
Nell’anno 2006 nasce la Triennale BoViSa di arte moderna.
Trova dimora anche la vecchia stazione ferroviaria Milano-Bovisa, oggi divenuta Milano-Bovisa-Politecnico, gestita dalle Ferrovie Nord. È l’unica stazione che permette di raggiungere tutte le altre stazioni dello stesso ramo, senza dover trasbordare; una comodità non da poco.
Eccovi ora alcune curiosità. “Notte in Bovisa”, non è una manifestazione come le ormai arcinote “Notti bianche”, ma una canzone incisa nel 2008 dal gruppo musicale “Calibro 35”. Il regista Ermanno Olmi dedica al quartiere un romanzo dal titolo “Ragazzo della Bovisa”. Ma, a proposito di canzoni, la Bovisa entra anche in altre composizioni canore, ad esempio nella conosciuta canzone, cantata da G. D’Anzi, “Lassa pur ch’el mond el disa”; oppure nelle strofe del “El Luisin tassista”, “L’amor alla Bovisa”, dove inizia dicendo: “ Sul pont de la Ghisolfa, intant che andavi, pensavi alla Bovisa”. Ancora, nel conosciuto cantautore Van De Sfross, nella canzone “40 passi”, che inizia con queste parole: “come corsari della Bovisa”.
Nel quartiere esercita l’Associazione Gaia, che promuove il Mercatino della Bovisa, con possibilità di scambio, compravendita di oggetti e beni usati. Il mercatino si svolge tutte le domeniche dalle ore 7 alle ore 14.
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