Il caos sulla city tax
Ok siamo alle solite. Quasi due mesi è stata approvata dal consiglio comunale la cosiddetta city tax, la tassa per gli alberghi milanesi. Bisogna sapere per prima cosa che gli alberghi sul nostro territorio sono circa 399, ognuno dei quali è pronto e ha iniziato, già da molto tempo come a Sondrio ad esempio, a combattere questa nuova tassa, approvata per racimolare nuovo denaro per lo stato contro la crisi.
Il concetto è molto semplice: destinatari sono tutti i soggetti che alloggiano, o alloggeranno, nelle strutture ricettive presenti sul territorio comunale. L’applicazione dell’imposta è proporzionale alla tipologia delle strutture ricettive prescelte, siano esse alberghiere o extra-alberghiere. Il metodo per decidere questa proporzione è il numero di stelle. Proviamo a spiegarlo in parole povere: sarà richiesto un pagamento di un euro per ogni stella, applicata ad ogni persona. In pratica si dovrà pagare un euro per ogni persona che alloggia nella struttura, moltiplicato per il numero di stelle; per un albergo di tre stelle saranno 3 euro a persona, per uno di 5 stelle saranno 5 euro a testa e così via.
Ovviamente ci sono parecchie esenzioni per questo provvedimento, per primi i residenti a Milano, i minori di 18 anni, i giovani fino a 30 anni che pernottano negli ostelli per la gioventù, gli studenti universitari di età non superiore a 26 anni che alloggiano in strutture universitarie. Esenti anche i familiari e gli accompagnatori, limitatamente al periodo di ricovero, di cura o day hospital di persone degenti nelle strutture sanitarie di Milano e Provincia. Esentati anche gli appartenenti alle Forze dell’Ordine e della Protezione civile che, per motivi di servizio, alloggiano in città. In più ci saranno degli sconti (fino al 50%) per i periodi di scarsa affluenza o durante le fiere o eventi speciali.
Tutto chiaro? A quanto pare no, visto che qualche giorno fa (il 31 luglio) la catena Melià ha inviato ai suoi clienti una mail in cui si dice in pratica che l'importo della City Tax non è ancora stato ufficialmente confermato dal Comune di Milano. Puntualmente è arrivata anche la smentita di Fausto Placucci, segretario di Federalberghi Milano, che ha confermato che il comune già da tempo ha fissato gli importi. Quindi si tratta di una strategia sfiancante iniziata dagli alberghi? Sembrerebbe proprio di sì, dato che parecchi albergatori stanno già minacciando di presentare ricorso al Tar. Insomma, si tratta di contromisure per combattere una stagione che è stata, almeno fino ad adesso, più che nera. Tra gli albergatori pronti alla battaglia ci sarebbe anche il sultano del Brunei, proprietario del Principe di Savoia. Gli albergatori lamentano principalmente che con questa nuova tassa anche i prezzi si alzeranno, determinando un calo delle presenze che già si è attestato sul -20% rispetto allo scorso anno.
Andrea Lino