Santa Maria dei Miracoli: riscoperto un Moretto
Nella Chiesa di Santa Maria dei Miracoli presso San Celso a Milano in corso Italia, è stato ritrovato un affresco del pittore bresciano Alessandro Bonvicino (1498-1554), detto il Moretto, considerato uno dei maestri del rinascimento lombardo.
L'opera, presente nella chiesa dal 1541, anno in cui fu realizzata, si credeva fino a pochi giorni fa di Callisto Piazza, pittore lodigiano, che presso Santa Maria dei Miracoli affrescò gli spazi del deambulatorio dietro l'abside.
Solamente nelle scorse settimane si è proceduto alla riattribuzione dell'affresco al Moretto, grazie a due studenti di Storia dell'Arte, Alessandro Uccelli con la sua iniziale intuizione e Federico Giani, sotto la guida dei docenti Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa, con il successivo lavoro di ricerca tramite campagna fotografica finanziata dall'Università statale degli Studi di Milano.
La validità di questa scoperta è avvalorata, oltre ovviamente per la visibile somiglianza di stile con altre opere del pittore bresciano, anche da documentazione coeva che per decenni è stata inspiegabilmente ignorata.
Infatti esistono delle carte che testimoniano come il Moretto fosse stato pagato 715 lire, somma abbastanza esorbitante per la commissione di una sola opera, questa sì a lui ufficialmente attribuita e presente nella chiesa milanese: la pala d'altare con la Caduta di San Paolo, che secondo lo storico dell'arte Roberto Longhi, fu fonte di ispirazione per Caravaggio nella realizzazione di quella eseguita presso Santa Maria del Popolo a Roma. Perciò la volta con gli otto angeli svolazzanti sopra la pala d'altare e la lunetta con il Cristo dal cui dito indice parte la luce che converte San Paolo sono un'unica opera del Moretto.
Questa scoperta, al di là dell'ovvia importanza storico - artistica, dopo la mostra su Bernardino Luini allestita a Palazzo Reale l'anno scorso e quella del 2012 al Castello Sforzesco sul Bramantino, rappresenta un altro felice step di riscoperta e rivalutazione del rinascimento lombardo che oramai da anni portano avanti i docenti Stoppa ed Agosti, nel tentativo di diffondere una maggiore conoscenza nazionale ed internazionale di autori ed opere per molti anni sconosciuti al grande pubblico, e che, a mio avviso, potrebbero e dovrebbero essere turisticamente valorizzati nel periodo di EXPO 2015.
Andrea Motta