Monza: smerciavano droga tramite le faccine su whatsapp
Droga pubblicizzata e venduta tramite le popolarissime faccine che si usano su vari social network, tipo facebook, twitter e whatsApp. Questa è la notizia sconvolgente che riguarda la città di Monza, in provincia di Milano, e che ha sorpreso gli italiani. Le simpatiche faccine che tutti utilizziamo in modo bizzarro per manifestare gioia, tristezza, stupore, fatica o felicità, sono state usate furbescamente da molti giovani e giovanissimi della Brianza, per smerciare droga di vario tipo, e ogni faccina stava a indicare un tipo specifico di droga. A questi simboli loschi, si accompagnava un linguaggio in codice, ovvero alcune frasi che in realtà stavano a significare altre cose e nascondevano molti messaggi che servivano a spacciare più facilmente gli stupefacenti, senza correre rischio alcuno.
Sono state indagate 61 persone, perché coinvolte nel pericoloso affare, trai quali otto i giovani arrestati e 5 sottoposti all'obbligo di dimora. Inoltre, sono state fatte moltissime perquisizioni in casa dei giovani che si dedicavano al losco commercio, con la scoperta di coltivazioni di droga in proprio. Le dannifiche “commissioni” sono andate avanti per parecchio tempo, perché nessuno avrebbe immaginato che dietro innocenti simboli per esprimere le emozioni umane, si nascondessero sostanze gestite da giovani appartenenti a famiglie benestanti, che non presentavano alcun problema.
Un quadrifoglio, per esempio, era una dose di marijuana, e frasi come :”ho dieci libri”, significava invece :”ho dieci dosi di droga”. Una trovata stupida e ingannevole, quella di smerciare la droga tramite le Emoticons su WahtsApp, che è un’applicazione utilizzata dai giovani d’oggi per comunicare tra loro, chattando e condividendo gli interessi che hanno in comune. La società moderna ha alzato alte mura di indifferenza e di silenzio, tra i giovani, che non amano più comunicare guardandosi negli occhi, e che trovano molto più comodo, invece, inviarsi messaggi brevi per esprimere tutto ciò che sentono interiormente, avvalendosi dell’alta tecnologia che rende tutto più veloce e più semplice.
In realtà si tratta di una tecnologia di cui si fa un abuso volontario, senza rendersi conto di arrecare danno ai più fragili e ai giovani vulnerabili per natura, trasformandoli in soggetti-oggetti, che a loro volta, disturbano la quiete di altri coetanei, facendoli cadere nella trappola della morte. Una raccomandazione che vogliamo regalarvi, è questa: fate attenzione ai vostri figli e ai nuovi mezzi tecnologici che utilizzano giornalmente, seguiteli nelle loro scelte, anche quelle che apparentemente sembrano futili, ma soprattutto dialogate con loro, di presenza, bandendo telefonini e posta elettronica, per conoscersi meglio e per approfondire un rapporto di amicizia, che tra genitori e figli non guasta mai, e molte volte li salva e li protegge.