Intervista a Pino Frisoli: autore con Eddy Anselmi del libro sulla storia di Rischiatutto
Dal 1970 al 1974, per cinque anni, chi si sintonizzava sul secondo canale della Rai il giovedì sera non si perdeva una puntata di Rischiatutto, il gioco a premi ideato da Mike Bongiorno, che con un pizzico di Allegria, tanti ospiti e momenti di grande tensione, vedeva concorrenti provenienti da tutt’Italia sfidarsi per l’ambitissimo titolo di campione della serata.
Un programma che è rimasto nell'immaginario collettivo, come memoria condivisa e che ha veramente segnato un'epoca non solo televisiva.
Abbiamo rivolto alcune domande allo storico della Tv e dello sport Pino Frisoli autore, con il collega Eddy Anselmi, di Rischiatutto. Storia, leggende e protagonisti del programma che ha cambiato la televisione, edito da Rai – Eri, che sarà presentato alla Mondadori Megastore di Milano il 27 aprile alle 18.30, che rievoca un’era dove vincere un milione in un quiz di prima serata, sembrava essere davvero alla portata di tutti, dalla casalinga fino ad arrivare ai grandissimi esperti in ogni materia, tra scandali, eventi avvolti nella leggenda ed esclamazioni e soprannomi che ancora oggi fanno parte del lessico comune italiano.
Chi è Pino Frisoli?
Sono laureato in Scienze Politiche all’Università Statale di Milano, sono del 1969, da sempre appassionato di sport e televisione.
Com’è arrivato al mondo della televisione e in particolare della Rai?
In Rai, e dunque in televisione, sono arrivato grazie a Massimo De Luca, giornalista e conduttore sportivo e all'epoca direttore di Rai Sport, che aveva apprezzato molto il primo libro che ho scritto “La Tv per sport”, una storia dello sport in Tv pubblicata da Edizioni Tracce, una piccola casa editrice di Pescara. Nell’estate 2009 ho iniziato come documentatore per l’edizione estiva della Domenica Sportiva, poi Auro Bulbarelli, appena nominato vicedirettore di Rai Sport, mi ha chiamato per lavorare alla ricerca delle immagini storiche per le trasmissioni di ciclismo e per il nascente canale Rai Sport 2, che sarebbe stato gestito a Milano. Così ho avuto l’opportunità di cercare negli archivi Rai e proporre, per riempire i palinsesti quando non c’erano eventi sportivi, trasmissioni che hanno fatto la storia televisiva sportiva della Rai come La Domenica Sportiva, Domenica sprint, 90° minuto, Eurogol, quella che preferisco in assoluto, Sportsera, Mercoledì sport, Dribbling e tanto altro. Poi ho lavorato a due bellissime trasmissioni come “Perle di sport” e “Dedicato a…”, anche molto apprezzate dagli appassionati di storia sportiva televisiva.
Quali sono stati i suoi maestri?
Devo sempre ringraziare Massimo De Luca, Auro Bulbarelli e Maurizio Losa, che non ho citato all’inizio ma che, come vicedirettore di Rai Sport nel 2009 ha approvato la proposta di Massimo De Luca di farmi entrare a Rai Sport. Con Massimo De Luca poi abbiamo scritto insieme “Sport in Tv”, pubblicato da Rai Eri, una storia dello sport in Tv che riprendeva alcuni temi affrontati nel primo libro al quale abbiamo aggiunto altri paragrafi e restituendo a Nicolò Carosio la verità storica dopo che per quasi 40 anni era stato ingiustamente accusato di una frase razzista pronunciata in occasione di Italia-Israele l’11 giugno 1970 ai Mondiali del Messico.
C’è un aneddoto divertente sul suo lavoro che ricorda con particolare affetto?
Come aneddoto non so se è divertente, ma ricordo in particolare un giorno quando Auro Bulbarelli mi strinse la mano davanti a tutti per farmi i complimenti per avere trovato un documentario sul Giro d’Italia del 1963 che abbiamo riproposto in una puntata di “Perle di sport”.
Com’è nata l’idea di scrivere un libro su Rischiatutto?
L’idea di scrivere un libro su Rischiatutto è nata dalla grande passione che ho per questa trasmissione e per tutti i quiz di Mike Bongiorno, in particolare quelli dal 1970 al 1982 in Rai, dunque aggiungo anche “Scommettiamo?” e “Flash” oltre alla riedizione di “Lascia o raddoppia” del 1979. Rischiatutto però è stato il quiz meglio riuscito in assoluto, come diceva lo stesso Mike Bongiorno.
Ha conosciuto i campioni delle vecchie edizioni del programma, come Giuliana Longari?
Non ho conosciuto di persona nessun campione del Rischiatutto. Con Giuliana Longari però ho avuto dei contatti quando lavorava alle Teche Rai ed è stata di grande cortesia con me. Conosco poi via Facebook Maria Luisa Migliari, altra grande campionessa, in particolare nel 1973 e poi campionessa assoluta delle edizioni dal 1972 al 1974, seconda assoluta nelle vincite del Rischiatutto dietro Massimo Inardi.
Qual è stato il contributo di Daniela Bongiorno?
Daniela Bongiorno ha contribuito con l’introduzione al libro con un bellissimo ricordo di Mike Bongiorno.