Francesca racconta come i bambini vanno a piedi a scuola in Svizzera e l’importanza del vicinato
Francesca Strada abita da 7 anni in Svizzera, in un piccolo comune alle porte di Zurigo. Un gran bel cambiamento rispetto a Milano! Ama Milano e ama la vita di città, ma quando apre le finestre e vede il lago con le montagne, oppure esce di casa e va a fare una passeggiata nella foresta incontrando scoiattoli, volpi o aironi, è tutto un altro vivere!
Francesca, ci racconta “ Nell’immaginario italiano, la Svizzera è vista come un paese dove le regole la fanno da padrone, dove tutto è sempre perfettamente in ordine e i mezzi pubblici sono sempre puntuali! Vero, ma non è sempre così, per fortuna!
La Svizzera è un paese molto più a misura di famiglia di quanto si possa pensare: ci sono attività di ogni tipo studiate apposta per i bambini di ogni età, si può andare praticamente ovunque anche con un passeggino e senza troppe difficoltà!
Il rapporto con i bambini
Un aspetto che sta particolarmente a cuore è insegnare ai bambini ad essere indipendenti e responsabili, fin dalla tenera età. È qualcosa che si insegna già in famiglia e viene poi rafforzato quando si inizia ad andare all’asilo e poi a scuola.
Andare a scuola a piedi, da soli
Il primo passo di questo percorso è andare a scuola a piedi e senza essere accompagnati dai genitori. Sì esatto! Da soli! E già dall’asilo, quindi a 4 anni!
Una cosa abbastanza difficile da capire per noi italiani, soprattutto adesso. Alle elementari tornavo a casa da scuola da sola, ma già qualche anno dopo, quando andava mia sorella era una cosa inimmaginabile.
La prima volta che ho visto bambini di 4-5 anni in giro da soli sono rimasta scioccata e mi sono chiesta come fosse possibile lasciarli andare senza troppi patemi.
Non è affatto facile, è vero, ma ci si abitua.
La scuola in Svizzera
Nel mio comune, come del resto in tutta la Svizzera (perlomeno quella tedesca che conosco di più), la scuola deve essere facilmente raggiungibile da tutti i bambini: non è possibile scegliere di andare in una scuola fuori dal comune di residenza oppure in un’altra all’interno dello stesso comune. Ogni bambino va nella scuola in cui è stato assegnato.
L’importanza del Vicinato
Uno degli aspetti che più aiuta ad accettare di lasciare andare i bambini da soli a scuola è che in realtà non sono da soli, ma lungo la strada si incontrano con gli amici e i compagni e si aiutano a vicenda in caso di bisogno, come il portare i compiti a chi è malato.
Per quella che è la mia esperienza, è molto importante il vicinato. Esiste una vera e propria vita di quartiere, dai bambini che vanno a suonarsi il campanello per giocare insieme a calcio sulla strada, alle mamme che si incontrano per un caffè o anche solo per una passeggiata. Credo che questa sia una delle caratteristiche che si è un po’ persa in Italia, o perlomeno nelle grandi città, dove la vita è così frenetica da non lasciare spazio ai rapporti sociali con i vicini di casa.
Criticità e azioni di contrasto
Fin qui sembra che la vita in Svizzera sia tutta rose e fiori, ma ahimè non è sempre così. Prima del Covid c’è stato qualche episodio che ha molto discutere tutti i genitori della mia zona. È capitato che un signore tentasse di fermare dei bambini lungo la strada verso la scuola. Per fortuna non è successo nulla: i bambini sono stati abbastanza svegli da scappare e soprattutto hanno raccontato il fatto sia a scuola che a casa.
Si è quindi parlato in casa di quanto sia importante restare sempre insieme, di non parlare con persone che non si conoscono e di raccontare sempre se accade qualcosa di strano che può turbare. Anche la scuola in questo è stata molto importante, perché l’argomento è stato affrontato in tutte le classi, con tutti i bambini. Ovviamente è intervenuta anche la polizia con giri di pattuglia e con incontri formativi nelle scuole.
Da genitore non è sempre facile accettare l’indipendenza dei propri figli e permettere loro di essere autonomi, perché essendo adulti sappiamo che ci possono essere pericoli ad ogni angolo. Ma allo stesso tempo non possiamo impedire ai nostri figli di vivere e di fare esperienze.
Il rapporto tra bambini e cellulare
E qui nasce la domanda da un milione di euro: come fare a controllare i nostri figli senza farli sentire intrappolati? Certo, uno smartphone sarebbe la soluzione più facile, ma quanti genitori darebbero uno strumento così potente ad un bambino delle elementari?
I miei figli hanno 10 e 8 anni e sinceramente non vedo la necessità di dar loro uno smartphone, non per il momento. Il più grande ha uno smartwatch da qualche mese con il quale può mandarmi messaggi o chiamarmi se ha bisogno. Abbiamo deciso di fargli questo regalo perché gli capita spesso di spostarsi da solo, ad esempio per andare a calcio. È una forma di sicurezza reciproca: lui si sente più sicuro anche se da solo, perché sa che può contattarmi in qualunque momento, e io, allo stesso modo, mi sento anche più sicura.
Per il momento questa è la soluzione per noi ottimale. Ho visto altri bambini anche più piccoli con già il cellulare, a scuola come in giro. pur rispettando le scelte di ogni famiglia, non posso fare a meno di chiedermi se davvero sono di più i vantaggi del dare uno smartphone ai bambini rispetto ai rischi che ne possono derivare, pur con tutte le precauzioni che si possono attivare per impedire l’accesso a determinate applicazioni o altro.