Cremazione: le disposizioni della Chiesa
La Congregazione per la Dottrina della fede ha emesso il documento – Ad resurgendum cum Christo – attinente la sepoltura dei defunti in luoghi sacri e la conservazione delle ceneri in caso di cremazione.
Con riferimento a quest’ultima pratica la Chiesa ha modificato il suo pensiero non più bollandola come pratica vietata ma concessa, rispettando tuttavia il senso cristiano della morte nella speranza della risurrezione, e ricordando come per un credente la sepoltura rimane ancora la scelta più corrispondente al senso teologico della morte, poiché il corpo è parte totalizzante della persona, dell’io creato. Il ricorso alla cremazione sta divenendo un fenomeno sempre crescente e la Chiesa non può esimersi dall'indicare, ai fedeli, il comportamento da tenere in caso si preferisca questa scelta.
È evidente che prima di scrivere la normativa pratica, il riferimento è teologico, poiché la sua mancanza riduce la persona a oggetto che smette di funzionare, e che perciò è eliminato avendo terminato la sua unica esistenza. Quest’atteggiamento è di marca pagana, spesso legato a forme di nuova religione che esclude comunque l’esistenza di un Dio creatore, origine e destino dell’esistenza umana. Purtroppo parte dell’umanità sta perdendo il senso sacro della morte, si preferisce ignorarla e, quando giunge, risolvere al più presto le incombenze. È necessario, a mio avviso, recuperare la dignità alla morte, ritornare ad assistere e accompagnare il moribondo verso “la nuova visione” che lo attende.
Vediamo allora cosa affermano le disposizioni della Chiesa.
- La cremazione non è di per sé contraria alla religione cristiana, per cui non sono negati i sacramenti e le esequie a coloro che in sintonia con la fede e i dogmi cristiani, con la Chiesa cattolica, manifestino questa scelta.
- Le ceneri del defunto devono essere conservate in un luogo sacro, ovvero in un camposanto, in una chiesa o in un’area opportunamente predisposta e avvalorata dall'autorità ecclesiastica.
- Le ceneri del defunto non possono essere disperse nella natura o trasformate in oggetto ricordo, tanto meno entrare come parte di gioielli. La conservazione in casa è soggetta a particolari condizioni del tutto eccezionali, valutabili dall'autorità ecclesiastica. Anche perché questa disposizione priverebbe la parentela del defunto o chi ne avesse desiderio, di pregare o portare un ricordo allo stesso.
- Le ceneri del defunto non possono essere separate e divise tra famigliari, parenti o amici.
- Se per ragioni contrarie alla fede, per negazione dei dogmi cristiani o per rifiuto e odio contro la religione cattolica e la Chiesa, il defunto abbia chiaramente manifestato il desiderio di disperdere le proprie ceneri nella natura, le esequie sono negate.
La scelta della Chiesa, pur ammettendo questa prassi, rimane ancorata alla sepoltura, proprio per la grande dignità che ha il corpo umano come parte integrante della persona e, sull'esempio di Cristo risorto, in attesa della sua risurrezione. Il corpo del defunto posto in un cimitero, permette quell'unione di sentimenti, un gesto di pietà e di rispetto, che si manifesta nell'andare a pregare sulla sua tomba, portando magari anche i ragazzi, tenendo vivo anche in loro i bei ricordi trascorsi con la persona scomparsa. La Chiesa non può permettere atteggiamenti e riti che propongono concezioni errate della morte, ritenuta come annientamento definitivo della persona nel nulla, della fusione di questa con l’universo o madre natura, con teorie come la reincarnazione o contrarie al Vangelo. Queste sono le ultime disposizioni emanate dalla Congregazione per la dottrina della Fede, approvate da Papa Francesco il 18 marzo 2016.
La materia è anche disciplinata dalla legge dello Stato, che è laica, e pertanto non sempre in sintonia con la dottrina della Chiesa.