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Contratto bancari 2023: le principali richieste sindacali

  • Redazione MilanoFree.it

Il settore del lavoro, della finanza e dell'economia sta affrontando grandi trasformazioni e sfide, ma anche debolezze legate ad un modello di sviluppo orientato al profitto. Il Contratto collettivo nazionale è fondamentale per rispondere ai bisogni dei lavoratori delle banche e governare le trasformazioni. Il sistema bancario sta subendo una desertificazione delle filiali, un'automazione delle attività e una riduzione dell'occupazione. Per i Sindacati ciò porta a un'eccessiva concentrazione, riduzione dell'occupazione e impoverimento del Paese. I lavoratori sono stati fondamentali nella fase pandemica e devono essere riconosciuti con un aumento economico. Le aziende devono adeguarsi alle politiche comunitarie e le banche devono ridisegnare i propri piani industriali e organizzazione del lavoro per salvaguardare il personale e le imprese. abi

Rinnovo contratto nazionale bancari: le richieste

Il documento che qui riassumiamo a grandi linee propone diverse modifiche per rafforzare l'area contrattuale e garantire l'applicazione del CCNL nel settore bancario. In particolare, si richiede l'eliminazione delle "zone grigie" dell'area contrattuale, la conferma che le attività di NPL e UTP rientrano nell'ambito del CCNL, e l'esaustività dell'elenco delle attività complementari appaltabili. Si richiede anche l'estensione della nozione di controllo societario e la certezza di tutele normative per le operazioni di insourcing. Infine, si propone di ampliare e rendere più efficace la sfera di azione della "cabina di regia nazionale" per monitorare e gestire in modo preventivo i cambiamenti organizzativi del settore, anche in relazione all'innovazione finanziaria.

Le richieste sindacali per la contrattazione di secondo livello riguardano l'introduzione di un sistema di inquadramenti non solo per le nuove figure, ma anche per quelle già presenti, e la conciliazione delle controversie collettive aziendali. Inoltre, si richiede un impegno da parte delle imprese per la stabilizzazione del lavoro e la creazione di un fondo per l'occupazione che includa un vincolo di contribuzione economica obbligatoria anche da parte delle imprese. Si chiede anche il riconoscimento di un diritto soggettivo per i lavoratori licenziati dalle aziende ABI per motivi economici senza diritto a pensione o misure di accompagnamento. Infine, si richiede una premialità aggiuntiva per le aziende che assumono lavoratori nelle aree disagiate o familiari di lavoratori deceduti in servizio.

Le richieste sindacali in merito all'apprendistato professionalizzante (art.35) consistono nell'introdurre una disciplina riguardo all'apprendistato di alta formazione, compreso il relativo inquadramento di inserimento. Per quanto riguarda la somministrazione di lavoro (art.36), i sindacati chiedono di ridurre le percentuali di utilizzo del personale con contratto di somministrazione a tempo determinato utilizzato dall'impresa, sia dal 5% al 2% del personale con contratto a tempo indeterminato, sia dall'8% al 5% per le imprese che occupano fino a 1.500 dipendenti con contratto a tempo indeterminato.

Per quanto riguarda il lavoro a tempo parziale (art.37), i sindacati chiedono di rafforzare l'istituto del part-time, rendendolo un diritto "esigibile" in via più generale, a partire dal riconoscerlo alla lavoratrice/lavoratore che fruisce dei benefici della Legge 104/1992, per sé e/o per i familiari conviventi, indipendentemente dalla situazione di "gravità". Inoltre, l'eventuale lavoro supplementare svolto da chi lavora a tempo parziale deve essere remunerato alle stesse condizioni di chi lavora a tempo pieno, superando ogni discriminazione economica.

Per quanto riguarda il telelavoro e il lavoro agile (artt. 38 e 39), i sindacati richiedono una premessa normativa che chiarisca che le forme di lavoro da remoto non possono e non devono rappresentare un'occasione, uno strumento o un presupposto per l'individuazione e/o la costituzione di rami di azienda, oggetto di future esternalizzazioni e/o delocalizzazioni. Inoltre, il lavoro da remoto non deve costituire una diversa modalità di misurazione della prestazione e deve essere concepito, imperniato e modellato sulle esigenze concrete delle persone: qualità della vita, sostenibilità sociale e benessere lavorativo. I sindacati chiedono anche di confermare la piena applicazione di tutte le previsioni contrattuali generali in tema di orario di lavoro e connesse procedure di confronto, come ad esempio disconnessione, turni, reperibilità concordata nell'ambito dell'orario di lavoro giornaliero, banca delle ore e lavoro straordinario. È inoltre richiesta l'applicazione del diritto generale di disconnessione, rendendo automatica la disconnessione da tutti i dispositivi elettronici al termine dell'orario di lavoro giornaliero. Infine, i sindacati chiedono di riconoscere alle organizzazioni sindacali aziendali il diritto a ricevere informazioni con riferimento a finalità e limiti del trattamento dei dati e informazioni, anche relativi all'uso di sistemi automatizzati, qualora incidenti su assegnazione di compiti o mansioni o su sorveglianza, valutazione, prestazioni e privacy e di trasparenza (GDPR e D.Lgs.104/2022).

Per le richieste sindacali che riguardano principalmente la tutela dei lavoratori, in particolare, si chiede l'eliminazione del divieto di prestare la propria opera a terzi senza autorizzazione preventiva dell'azienda, il riconoscimento che i codici di condotta non possono introdurre nuovi obblighi rispetto a quanto stabilito dal CCNL, la garanzia del diritto di disconnessione e la disattivazione dei dispositivi di connessione al termine dell'orario di lavoro. Inoltre, si richiede l'individuazione e il monitoraggio degli indicatori di stress lavoro-correlato, la valutazione dei rischi di molestie e violenze, il rafforzamento della sicurezza sul lavoro e l'aggiornamento delle norme sulla medicina di genere. Infine, si chiede di rendere maggiormente cogenti le previsioni presenti nel CCNL riguardo alle politiche commerciali e all'organizzazione del lavoro, vietare le tabelle comparative e prevedere forme di confronto sindacale preventivo in caso di cambiamenti organizzativi.

Le richieste economiche

La richiesta economica complessiva per la figura di riferimento del A34L è di 435 euro lordi mensili, che tiene conto delle dinamiche inflattive del triennio 2023-2025 e della redistribuzione della maggiore produttività. Inoltre, vengono rivendicati il riconoscimento dei contributi datoriali alla previdenza complementare, assistenza sanitaria ed LTC come parte integrante dei livelli economici complessivi della retribuzione annuale, la riforma delle voci "indennità di turno" e "reperibilità", la rivalutazione di tutte le altre voci economiche, l'introduzione di una norma di garanzia dell'indivisibilità e unicità dell'indennità di cassa, l'incremento di uno scatto degli attuali "scatti di anzianità" e la modifica delle previsioni relative al premio aziendale, al buono pasto e al sistema incentivante.

L'orario di lavoro settimanale a 35 ore

Il documento include diverse modifiche e aggiornamenti in merito all'orario di lavoro, ai turni, alla reperibilità, alla mobilità territoriale e alla creazione di una Commissione bilaterale aziendale per la mobilità. Tra le proposte, si evidenzia la riduzione dell'orario contrattuale di 30 minuti giornalieri, la possibilità di richiedere l'assegnazione ad attività non a turni per motivi personali o familiari, l'introduzione di un limite massimo di giornate mensili di assegnazione a turni maggiormente disagiati per lavoratori e lavoratrici e la definizione di una reperibilità tassativa solo per specifici servizi, con l'incremento dell'indennità da corrispondere. La proposta include anche la creazione di una Commissione bilaterale aziendale per la mobilità con il compito di analizzare e verificare i trasferimenti, le missioni e valutare i piani di riduzione della mobilità.

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