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Bauli in piazza: l'allarme rosso degli operatori del mondo degli eventi e dello spettacolo

  • Nicoletta Crisponi

bauli in piazza

Sono 570.000 i lavoratori del mondo degli eventi e dello spettacolo ad oggi sono ancora fermi che chiedono di poter tornare al lavoro in totale sicurezza quanto prima e di esser nel frattempo tutelati e non dimenticati. Come? Beh, nel modo che meglio conoscono: attraverso una grande installazione silenziosa

L'appuntamento è sabato 10 ottobre in Piazza Duomo a Milano dalle 15:00 per gli operatori del settore che intendono partecipare e dalle 17:00 per chiunque voglia anche solo esprimere la propria solidarietà. La piazza accoglierà la grande installazione di quei "bauli" che sono diventati il simbolo della mobilitazione internazionale e dei loro protagonisti rigorosamente di nero vestiti.

L'obiettivo della manifestazione è quello di sensibilizzare al problema gli organi istituzionali preposti e aprire un tavolo di lavoro e trattativa con il Governo che stabilisca le regole per la ripartenza del mondo degli eventi considerandone la reale fattibilità economica e garantendo la sicurezza sia dei suoi lavoratori che del pubblico.

Un percorso studiato insieme, gomito a gomito tra i vari attori, mettendo in gioco le competenze di ognuno per un più rapido ed efficace piano d'azione. È ovvio che in un momento in cui di certezze ce ne sono ben poche, diventa difficile pensare di poter pianificare sul lungo periodo ma qualche capo saldo è necessario per poter iniziare a muoversi di nuovo. 

Con i divieti di assembramento varati dal governo per contrastare la diffusione del Covid-19, tutte le manifestazioni, le fiere, i congressi, i concerti, gli spettacoli e gli eventi hanno avuto un brusco stop che, nonostante la lenta ripartenza, vede oggi ancora completamente ferma la maggior parte degli operatori del settore.

Il 7 agosto, con il nuovo DPCM, sono ripartiti i piccoli eventi ma le norme ancora molto limitanti e diverse da regione a regione rendono economicamente insostenibile una vera e propria ripartenza, soprattutto per quanto riguarda i medi e grandi eventi e molte agenzie rischiano di chiudere per sempre.

Buona parte di questi lavoratori rientra nella categoria degli autonomi a partita iva (che, ricordiamo, ha avuto un aiuto da parte dello Stato di 2.200,00 euro da inizio pandemia ad oggi) e in queste condizioni è costretta a reinventarsi mettendo a serio rischio tutto il tessuto dell'intrattenimento del nostro Paese. Si stima, infatti, che nel 2020 gli operatori del settore abbiano perso ben il 95% delle entrate.

Si stima che nel mondo nel 2020 ben il 95% degli eventi è stato cancellato con le relative conseguenze a cascata su tutta la filiera: dai trasporti all'accoglienza, dalla ristorazione ai produttori di macchine e materiali, dai servizi di noleggio delle attrezzature ai rivenditori di gadget e accessori fino ai catering. 

L'Italia è al sesto posto a livello mondiale per l'impatto economico esercitato dagli eventi con circa milione di piccoli e grandi eventi per un valore che si aggira attorno ai 65,6 miliardi di euro l'anno di fatturato e 36,2 miliardi di euro di impatto sul fatturato del Paese.

A settembre è nato in Nord America "We Make events", un movimento che riunisce tutti i professionisti del settore per metter in luce l'urgenza di creare una prospettiva di ripartenza per milioni di professionisti in tutto il mondo. 

L'Italia aderisce con l'associazione culturale senza scopo di lucro BIP (Bauli in Piazza) e manda forte e chiaro il suo allarme rosso attraverso gli hashtag #Noifacciamoeventi#Bauliinpiazza e raccogliendo centinaia di ritratti dei protagonisti sulla sua pagina facebook di Bauli in Piazza.

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