Piazza Mercanti: il centro medievale di Milano
Vicino a Piazza del Duomo si trova Via Mercanti con la famosa Piazza Mercanti, un luogo completamente pedonale dove essere catapultati indietro nel tempo fino al 1200.
Piazza Mercanti è infatti il tipico centro medievale di Milano che originariamente era il luogo di ritrovo di commercianti, artigiani e bottegai e sede della vita commerciale che, con i suoi mestieri principali, dava il nome alle sei Porte di Milano, nonché alle strade adiacenti, che circoscrivevano lo spazio adibito agli scambi: Armorari, Spadari, Cappellari, Orefici.
L’epigrafe in latino si traduce: “Anno del Signore 1233. Ad Oldrado di Tresseno podestà di Milano. Tu che percorri gli atrii regali del grande palazzo, sempre ricorderai i meriti del podestà Oldrado, cittadino lodigiano, difensore della fede e della spada, che costruì il palazzo e bruciò i Catari (gli eretici n.d.r.), com'era suo dovere".
Sull'altro lato della piazza vi è la Loggia degli Osii, del 1316 ma rimaneggiata nel 1904, Il loggiato superiore presenta ancora la "parlera", cioè il balcone dal quale veniva arringato il popolo e da dove venivano lette le sentenze.
Sotto il porticato invece è possibile parlare in un angolo e comunicare con una persona che si trova nell'angolo opposto, era questo un trucco utilizzato da mercanti e cittadini che volevano riferirsi segreti senza farsi scoprire. Al n. 11 vi è il Palazzo delle Scuole Palatine e del Collegio dei Fisici, del 1644-1645, modificato nel 1800.
Sul lato della piazza verso Piazza Cordusio sorge la Casa dei Panigarola o Palazzo dei Notai con un porticato, una finestra ogivale e decorazioni in cotto. In mezzo alla piazza un tempo c'era la c.d. “Pietra dei Falliti”, un blocco di pietra dove i debitori insolventi erano esposti alla pubblica vergogna. Ora la “pietra” è stata sostituita da una vera da pozzo del 1500.
Infine il palazzo delle Scuole Palatine, edificio di due piani che risale a metà del 400 quando il duca di Milano, Giovanni Maria Visconti, diede loro una sede nel Broletto nuovo, e proseguirono sotto gli Sforza con il nome di "scuole del Broletto". Qui si insegnava a studenti nobili la retorica, l'eloquenza latina, il greco, il diritto. I professori erano scelti all'interno del Collegio dei giureconsulti ed erano stipendiati dal Senato di Milano.