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Addio Plastic, addio Milano da bere

Sembra proprio che non ci sia più nulla da fare per lo storico club milanese Plastic.

Il Plastic è stato, negli anni 80, la punta di diamante delle serate milanesi. Un tocco alternativo e un vanto internazionale per la città.
Keith Haring, Grace Jones, Madonna, Andy Warhol persino Freddy Mercury e Prince hanno varcato la soglia del club di Viale Umbria.
Lo sfratto è ormai una realtà imminente. A giugno 2010, il locale chiuderà i battenti per lasciare spazio alla costruzione di locali di lusso, almeno così dicono voci di corridoio.
Fallito il tentativo del patron Lucio Nisi di offrire la modica cifra di 300 mila euro fino al 2011 pur di mantenere in vita il locale.
Inutili gli appelli degli assidui frequentatori. Respinti gli interventi di nomi illustri come Elio Fiorucci. Nemmeno lo spauracchio di manifestazioni, mobilitazioni on-line (Facebook in testa) sembrano allontanare l’idea della chiusura.
Non bastava “la dipartita” dello storico tempio del rock, il Rolling Stone. Un’altra pietra miliare della movida milanese viene distrutta. La scena underground perde, così, il luogo che ha fatto della diversità, della fusione di culture e stile, della moda un marchio di fabbrica.
Milano perde lentamente lo status di città dalla night life movimentata. Locali troppo chiassosi, problemi di sicurezza, schiamazzi notturni e sfratti. Ogni scusa è buona per mettere in un angolo i giovani. Ogni scusa è buona per inchiodare la città alla normalità, al provincialismo, omologandola e privandola dell’internazionalità di cui merita.

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