La Morte nell’arte
La morte, un accadimento a cui tutti siamo destinati, è stata più volte rappresentata nell’arte pittorica, in stili e modalità diverse, da tantissimi artisti che hanno sentito la necessità di confrontarsi con questa realtà. La rappresentazione della morte ha sempre suscitato interesse, ricerca e analisi, fin dagli albori dell’umanità, sia con espressioni legate all’arte sia con rappresentazioni scenografiche o con gesti legati a diversi riti, religiosi o laici.
Oggi la morte è divenuta tabù, sostituendo il tabù del sesso. In tempi passati, l’atto del morire e la morte erano vissuti in maniera molto diversa: sebbene la paura o il timore fossero presenti, si affrontava con uno spirito di rassegnazione ma anche di speranza. Alla morte è stato tolto il suo ruolo centrale nella vita, eppure morte e vita “si tengono ogni giorno per mano”. È lei che ci accompagna sino alla nostra “fermata”. Interessante al proposito è ascoltare o leggere il testo della canzone Samarcanda di Roberto Vecchioni, che descrive perfettamente quanto accennato qualche riga sopra.
Le Immagini della Morte nell’Arte 🖌️
Diverse sono le raffigurazioni della morte nell’espressione artistica legata alla pittura. Spesso è rappresentata da figure tenebrose, che sottolineano un senso di decadenza e annientamento, nonché di paura. Tuttavia, non tutte le rappresentazioni sono così negative. Vediamone alcune e proviamo a interpretarle.
Il Trionfo della Morte 🏇💀
Inizio con un’opera di autore ignoto del 1446 circa, proveniente dal Palazzo Sclafani, edificio storico sito a Palermo, dal titolo: Il Trionfo della Morte.
Nel dipinto, in posizione centrale, si nota uno scheletro, simbolo indiscusso della morte, che cavalca un cavallo in parte decomposto, irrompendo in un giardino dove si trovano persone di ogni estrazione sociale. Questo scheletro tiene un arco nero da cui lancia frecce che colpiscono personaggi diversi senza discriminazione. Interessante è la sua posizione centrale, quasi a sottolineare la sua centralità nella quotidianità della vita. Altri attributi iconografici tipici sono la faretra contenente le sue frecce e la falce, simbolo della mietitura.
Questa rappresentazione assume sicuramente un carattere morale: vuole comunicare a tutti un ammonimento, ossia la transitorietà dell’esistenza, la fragilità della vita e l’inutile vanagloria umana, ricordando che l’incombenza della morte riguarda tutti indistintamente. Mi sovvengono le parole di Gesù: “Siate pronti perché non sapete né l’ora né il giorno”, così come i monaci che più volte al giorno si dicevano: “Ricordati che devi morire”, come monito a ben operare e agire nel quotidiano.
Ophelia di John Everett Millais 🌸🕊️
Un’altra rappresentazione artistica della morte è nel dipinto di John Everett Millais, pittore e illustratore inglese dell’età vittoriana, realizzato negli anni 1851/1852, il cui titolo è Ophelia.
Non nascondo che questo dipinto mi ha sempre colpito; qui la morte assume un contesto completamente differente rispetto al dipinto descritto prima, assumendo, a mio avviso, un concetto di morte romantica. Non vi è nulla che possa spaventare, infatti, vi è una bellissima ed eterea fanciulla, con un viso sereno rivolto al cielo, con le labbra dischiuse e sensuali, le braccia allargate e le mani aperte con le palme rivolte in alto. È stesa in un letto di acqua nitida, fresca e in leggero movimento, e sappiamo che l’acqua è un elemento di vita, vi siamo immersi nell’utero materno, nel rito del Battesimo, e qui, nel dipinto, nell’accoglienza della morte come presagire una nuova rinascita.
La fanciulla è ricoperta di fiori e intorno a lei una verde lussureggiante simboleggia la speranza, la vita che non muore ma si rinnova. Nella mano destra vi sono dei fiori, anch’essi con un preciso simbolismo: le margherite sono simbolo di innocenza, di amore fedele, di semplicità; le viole simbolo di modestia, di fedeltà e, per i suoi tre colori, richiamano la Trinità. Un papavero rosso richiama la passione, il sonno e l’oblio. Vi è anche un’ortica che simboleggia il dolore ma anche un significato propiziatorio positivo, in quanto ritenuta una pianta solare. La presenza di un salice, il cui significato è “vicino all’acqua” e quindi fortemente legato al simbolismo dell’acqua, alla fecondità e ai cicli lunari, era considerato l’albero in connessione con l’aldilà. Alla sinistra di chi guarda il dipinto è rappresentato un pettirosso, simbolo di speranza, armonia e sacrificio, nonché della Passione di Cristo. In antiche leggende cristiane, il pettirosso era colui che accompagnava le anime nel regno dei morti.
Il Trionfo della Morte di Pieter Bruegel il Vecchio 🏴☠️☠️
Come ultima rappresentazione, ecco una tela del pittore Pieter Bruegel il Vecchio, un pittore olandese ritenuto padre della “pittura di genere”, con il quadro intitolato Trionfo della Morte.
Questo dipinto, in un certo senso, mette a disagio in quanto rappresenta, nelle figure scheletriche, come la morte non abbia nessun ritegno ma si presenti in ogni modalità possibile e senza dimostrare nessuna pietà. Ovviamente, la responsabile di tali nefandezze non è la morte, ma l’essere umano nella sua crudeltà e cattiveria.
Qui mi fermo nell’affrontare, se pur dal punto di vista artistico, questo momento della vita di ogni essere vivente. Le rappresentazioni artistiche della morte ci offrono uno specchio della nostra relazione con essa, e ci aiutano a riflettere sulla fragilità della vita e sull’importanza di viverla pienamente.