La castagna in cucina: ricette e curiosità
La stagione autunnale ci regala questo meraviglioso frutto che per le popolazioni soprattutto alpine rappresentava, specialmente in momenti economicamente difficili, un cibo insostituibile, tanto è che il Castagno veniva definito l'albero del pane e, durante la seconda guerra mondiale, il frutto è diventato merce di scambio.
Tutti sappiamo che le castagne si possono consumare fresche o secche, crude o cotte, bollite o arrostite, oppure sotto forma di farina per preparare pietanze, focacce, o dolci come il famoso castagnaccio.
Ne approfitto subito per fornire una vecchia ricetta milanese, la "Busecchina". Il termine è preso dalla "busecca" che altro non è che la trippa in dialetto lombardo.
Ecco come procedere nella ricetta:
prendere le castagne e lasciarle a bagno in acqua fredda per una notte intera più mezza mattinata, indi si devono sbucciare togliendo anche la pellicina interna, lasciando così solo il frutto pulito. Si mette in una casseruola e si coprono di acqua salata e vino bianco poi si mettono in cottura a fuoco lento, evitando di muoverle spesso e mescolando con molta delicatezza per non farle rompere. Lasciarle cuocere sino a quando il liquido non è quasi tutto assorbito, poi scolarle. Le castagne dovranno risultare comunque morbide seppur consistenti. Si possono servire con il latte o con panna montata. Questo piatto dolce, al tempo dei nostri bisnonni, veniva preparato in occasione della festa dedicata a Santa Savina il giorno trenta di gennaio, giorno del suo martirio.
Il motivo è probabilmente per onorare questa Santa nata propria a Milano e martirizzata sotto l'imperatore Diocleziano tramite decapitazione in quel di Lodi. La sua tomba si trova nella Basilica di Sant'Ambrogio a Milano.
Un'altra ricetta interessante e gustosa è quella legata alle castagne secche, chiamate anche in gergo popolare "le caramelle degli studenti", perché ci si metteva in tasca una manciata di castagne secche e ogni tanto se ne metteva in bocca una lasciandola ammorbidire prima di masticarla, proprio come se fosse una caramella.
La ricetta
per prima cosa si mettono le castagne secche in una bacinella piena d'acqua tiepida e vi si lasciano per una intera notte, in modo che si ammorbidiscano, indi togliere, ci vuole un po' di pazienza, la pellicina che ancora non si è staccata. Terminata l'operazione mettere in una pentola le castagne coperte di acqua e lasciare cuocere molto lentamente. Durante la cottura è possibile aromatizzare con una o due foglie di alloro, qualcuno consiglia anche una stecca di cannella, o vaniglia, rosmarino o anice stellato, o una scorza di arancia o limone. Quando la bollitura è ormai al termine si può aggiungere mezzo bicchiere di vino nero e lasciare amalgamare per un attimo. Si possono gustare calde nel latte o ricoperte di panna, ma anche fredde rimangono ancora gustose.
Terminate le ricette, vi voglio raccontare alcune curiosità inerenti a questo frutto e al suo albero.
L'albero del Castagno è simbolo di previdenza e generosità, dell'unione del maschile e del femminile. Nell'Araldica rappresenta la virtù nascosta, il frutto, e la resistenza, l'albero. Le castagne e il riccio entravano nei rituali di magia di longevità e per rendere stabili le unioni.
Una antica usanza suggeriva di far dormire i bambini in una culla fatta di legno di castagno poiché così crescevano forti e sani. I rametti di castagno erano usati come talismano di protezione che, insieme a un incenso di foglie e corteccia essiccate, veniva donato a coloro che si mettevano in viaggio.
Dopo quanto, è giunto il momento di far merenda gustandosi questo delizioso frutto, ovviamente con un buon bicchiere di vino.
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