Ucraina: affermazioni che fanno la differenza
Voglio riportare due affermazioni differenti fatte recentemente da due importanti personaggi odierni: il cristiano e cattolico Papa Francesco I e il Patriarca ortodosso di Mosca Kirill, al secolo Vladimir Michajlovič Gundjaev.
Per primo, le parole del Patriarca moscovita che afferma testualmente: “L’operazione militare speciale è una guerra santa, in cui la Russia e il suo popolo, difendendo l'unico spazio spirituale della Santa Russia, compiono la missione di 'Colui che trattiene', proteggendo il mondo dall'assalto del globalismo e dalla vittoria dell'Occidente caduto nel satanismo.”
Ecco invece le parole di Papa Francesco: “C’è bisogno di ripudiare la guerra, luogo di morte dove i padri e le madri seppelliscono i figli, dove gli uomini uccidono i loro fratelli senza averli nemmeno visti, dove i potenti decidono e i poveri muoiono. La guerra non devasta solo il presente, ma anche l'avvenire di una società. Le religioni non possono essere utilizzate per la guerra. Solo la pace è santa e nessuno usi il nome di Dio per benedire il terrore e la violenza. In nome di nessun Dio si può dichiarare 'santa' una guerra.”
Se abbiamo letto attentamente queste affermazioni, non possiamo non prendere una posizione. Sono due personalità religiose, entrambe cristiane — cattolico Francesco, ortodosso Kirill— che, sebbene dovrebbero avere come riferimento il Vangelo e le parole, nonché l'esempio di Gesù, presentano una discrepanza notevole. Il Patriarca di Mosca promuove la guerra, Francesco la pace; Kirill parla di guerra santa, Francesco afferma che la guerra non può mai essere santa; il Moscovita accusa l'Occidente di essere caduto nel satanismo, Francesco, pur non dicendolo espressamente, lascia intendere che chi uccide innocenti ed è portatore di violenza diviene il braccio di Satana.
La differenza è chiara, lampante. C’è chi inneggia alla guerra e chi alla pace. Io, da che parte sto?
Qui mi fermo, anche se l'articolo è breve. Il mio intento è solo quello di mettere in evidenza due posizioni che rappresentano due modi di pensare e di vivere: uno di odio, l'altro di amore.
