Prevenire e combattere la violenza, i consigli del Comando Provinciale Carabinieri di Milano
Le statistiche della questura di Milano relativamente ai reati effettivamente consumati (e non denunciati) nel territorio di Milano e provincia sembrano indicare un trend in leggero miglioramento per quanto riguarda la violenza. Infatti tra il 2015 e il 2016 si è registrato un calo del 36% degli omicidi ( da 25 a 16), del 6% delle violenze sessuali (da 459 a 431) e un meno 8% per le lesioni dolorose (da 4546 a 4174).
Considerato che spesso si tratta di violenza domestica che la vittima fatica a denunciare, l’arma dei Carabinieri ha sviluppato progetti per avvicinare le famiglie e individuare le situazioni a rischio. Ad esempio sono state specializzate delle investigatrici perché possano meglio interagire con donne e bambini per individuare eventuali situazioni di violenza domestica. Inoltre i militari dell’Arma sono stati addestrati a riconoscere gli elementi predittori dei comportamenti violenti, i cosiddetti “reati spia”, tra cui per esempio il maltrattamento degli animali, per intervenire prima che la situazione degeneri.
Per fortuna sembra che tra le donne ci sia maggiore consapevolezza dei propri diritti e soprattutto sempre più straniere superano le difficoltà linguistiche, la diffidenza verso un sistema giuridico diverso da quello del paese d’origine e verso le Forze dell’Ordine italiane, nonché retaggi culturali penalizzanti per rivolgersi a Carabinieri e Polizia di Stato.
Questa evoluzione culturale è stata possibile anche grazie all'attenzione dei media e alle nuove norme.
Resta il fatto che la violenza contro le fasce più deboli come donne, bambini o anziani è un male da stroncare, soprattutto perché rischia di autoalimentarsi amplificando situazioni di disagio e scatenando comportamenti emulativi nei minori che vivono queste situazioni.
Milano Free ha contattato il Comando Provinciale Carabinieri di Milano (responsabile per i capoluoghi e le province di Milano e Monza e Brianza) per avere qualche consiglio su come limitare i rischi e come comportarsi in caso di aggressioni, stalking o episodi di violenza.
MF: quali sono le situazioni statisticamente più a rischio?
CC: Purtroppo una rilevante percentuale di violenza ai danni delle donne avviene in casa, proprio il luogo che dovrebbe il più sicuro per eccellenza. Le dinamiche violente, in genere a danno della madre, esplodono più spesso in serata, quando tutta la famiglia è riunita, in presenza dei figli, che vengono così esposti a conseguenze psicologiche potenzialmente molto pesanti.
MF: che dire invece delle aggressioni che avvengono fuori dal nucleo famigliare?
CC: In questo caso è più difficile identificare luoghi o orari più pericolosi di altri. Talvolta il fatto scatenante è un tentativo di furto che degenera. Un caso molto frequente è quello dello scippo durante il quale la vittima cerca di trattenere la borsa e viene fatta cadere a terra e magari trascinata. Un altro caso ben presente alle forze dell’ordine è quello del furto in un negozio che degenera in rapina a causa della reazione violenta del ladro nei confronti dell’esercente.
MF: cosa possiamo fare per limitare i rischi?
CC: In relazione ai casi di criminalità predatoria, l’aggressore agisce in genere dopo aver valutato il rapporto tra il livello di rischio e la probabilità di successo nel portare a termine il reato. Ecco perché le donne che appaiono maggiormente vulnerabili sono più esposte all'aggressione, ad esempio perché sole, anziane o impossibilitate a reagire in quanto in presenza di bambini.
E’ importante quindi valutare le situazioni e cercare di evitare i contesti più penalizzanti.
MF: un tema sempre di discussioni e polemiche è anche l’abbigliamento delle vittime, quanto incide nell'attrarre le attenzioni dei criminali?
CC: Una riflessione sull'abbigliamento non deve portarci a trasferire sulla vittima la riprovazione, da riservare solo all'aggressore. Nessun abbigliamento per quanto appariscente può essere considerato un attenuante per un’aggressione.
MF: quali consigli pratici possiamo dare alle donne?
CC: E’ importante mantenere sempre alta l’attenzione e, in caso si avesse il sospetto di essere osservate o seguite, è bene variare le proprie abitudini per quanto riguarda percorsi e orari, oppure farsi accompagnare da persone di fiducia.
Non è raro che l’aggressore osservi la vittima notando le sue abitudini e queste semplici accortezze lo inducono in genere a cercare un altro bersaglio.
MF: ci sono cose utili da tenere in borsa? il famoso spray al peperoncino ad esempio?
CC: E’ importate portare con se solo cose delle quali si ha perfetta padronanza. Infatti qualsiasi oggetto, anche un mazzo di chiavi, potrebbe finire nelle mani dell’aggressore ed essere utilizzato ai danni della vittima.
Gli spray contenenti capsicum (comunemente detti al peperoncino), sono stati disciplinati con un regolamento che ne elenca i requisiti per la libera vendita. Assicuratevi quindi di acquistare i prodotti autorizzati.
In realtà però, piuttosto che affrontare l’aggressore, la priorità dovrebbe essere quella di metterlo in fuga: sono sicuramente utili anche i dispositivi che emettono segnali sonori richiamando l’attenzione dei passanti.
MF: cosa ne pensate dei corsi di autodifesa?
CC: Bisogna tenere presente che la legittima difesa deve restare nei limiti della proporzionalità all'offesa e che solo le Forze dell’Ordine possono esercitare una legittima coercizione.
MF: cosa fare in caso di aggressione, violenza in casa, stalking?
CC: E’ importante denunciare di fin da subito gli episodi di violenza. Contattando il 112, potete contare sulla massima tutela e riservatezza. Siamo inoltre orgogliosi di comunicare da settembre 2016 è stato inaugurato presso il Comando Gruppo Carabinieri di Monza, un locale adibito alle audizioni protette di donne e minori, parte del progetto nazionale “Una stanza tutta per sé”. Prossimamente ne verrà allestito uno anche a Milano. Si tratta di un locale non solo sicuro, ma anche pensato proprio per attenuare la sofferenza della rievocazione degli eventi violenti durante la redazione degli Atti Di Polizia Giudiziaria.
MF: come comportarsi in caso di stalking?
CC: Ogni singolo episodio deve essere prontamente riferito alla Polizia Giudiziaria. E’ importante poter documentare e ricostruire tutto ciò che e’ accaduto. I passi formali intrapresi in un ufficio delle Forze dell’Ordine o della Magistratura non vanno disgiunti dagli sforzi necessari per uscire da un’eventuale condizione di solitudine: e’ importante parlare con amici e parenti per “fare rete”, infatti le relazioni sociali possono attenuare la vulnerabilità della vittima.
MF: quali iniziative invece per proteggere gli anziani?
CC: Abbiamo creato una task-force con personale formato per prevenire e contrastare i reati ai danni degli anziani e delle fasce più deboli, come ad esempio le truffe commesse da falsi appartenenti alle Forze di Polizia. Parallelamente abbiamo tenuto incontri presso vari luoghi di aggregazione per diffondere consigli pratici.
Susanna Pirola