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Nicola Sicolo racconta la sua armonica, i segreti e la favola del blues

Il blues è da sempre una parola che ispira fantasia, le sue antichissime origini creano un po’ di mistero e sicuramente ne fanno un serbatoio di emozioni per il rock, il pop e  il jazz.

Tecnicamente questo genere musicale si distingue per un giro armonico e uno schema strofico molto particolare. Il fascino verso il blues nasce anche da una sua caratteristica  quasi unica, ovvero la  “trasmissione degli stati emotivi”, associata  ad emozioni e sentiment  melanconici, intimi e personali.nicola sicolo blues

Nel panorama degli artisti blues italiani  spicca l’armonicista Nicola Sicolo, che è riuscito ad inserire l'armonica a bocca anche nel pop, cantautorato italiano e straniero, gospel, dance, latino-americano e ovunque ci sia necessità di aggiungere un tocco di magia con note piacevolmente dolci ma anche graffianti ed accattivanti a seconda delle esigenze. Ha collaborato in studi di registrazione con artisti importanti.

Nel 2015 ha inciso insieme alla Water Blues Band il disco "From spring to soul", Ha partecipato a raduni nazionali come Blues Made in Italy, South Italy Blues Connection in svariate edizioni.

La sua passione per il blues e la musica vera e concreta, quella della strada, gli ha permesso di improvvisare e suonare nei parchi, metro, strade e pub di grandi città sia italiane che europee come Bari, Napoli, Bologna, Firenze, Rodi, Londra, Glasgow conoscendo e scambiando di volta in volta emozioni e note con interpreti e gusti musicali diversi.

È stato componente attivo per anni delle seguenti formazioni pugliesi e campane: Astoria Band, The Lizards, Slave Trouble Blues Band, The Cadillac, Acoustico the Band, Black Cadillac Blues ed ospite frequente di altre band come Jug Band Blues, Sebastiano Lillo ed Angela Esmeralda Band, Sonoria Live, Blue Deep, Lady Blues, Adriano Degli Esposti, Francesca Di Coste, Mariangela Cagnetta, Carla Petrachi, Marco Di Nunno.

Oggi suona in band e organizzazioni in modo fisso come On Shuffle Band in quartetto per eventi e serate in locali, Bari Blues Connection  in formazione trio per eventi rock-blues nei locali di zona, Vox Libera con più di 10 componenti tra musicisti e voci per eventi gospel in inverno e pop in estate, F.C.D.S Band per eventi rock blues anni 70, Water blues Band, A.S. Band, "20th Century Band" nella formazione al completo per eventi importanti, soprattutto in ambito wedding, ed infine fa parte del progetto "Puglia di Miele", oltre a prestare all'occorrenza il proprio contributo per richieste singole "in altre formazioni".

Oggi Nicola Sicolo, ci racconta i segreti di questo mondo.

Nicola, cosa significa per te suonare l’armonica?

Mi  ritengo fortunato perché l’armonica è uno strumento diverso rispetto agli altri perché essendo tascabile puoi tenerla sempre con te  e ne diventa una parte.  Per me è  una fortuna suonare questo strumento.

La bellezza è poter andare in qualsiasi luogo del mondo e chiedere al primo musicista che trovi, che sia nella metropolitana, in una piazza o in un qualsiasi locale, un palco grande o piccolo, di inserirti nell’ evento.

Non c’è linguaggio più universale della musica: mi sono trovato in alcuni paesi in cui non conoscevo la lingua, ma è bastato mostrare l’armonica e farmi dire la tonalità in cui facevano il pezzo per potere suonare assieme; questo ci ha permesso di accomunarci e di abbracciarci tutti, ma soprattutto di scambiarci emozioni.

Come ti sei avvicinato al mondo del blues?

Agli inizi il mio primo strumento è stato la chitarra da autodidatta intorno ai 15 anni. A 16 anni ho avuto le prime esperienze con le band. Ai 18 anni dovevamo suonare alla festa dell’unità del mio paese (Bitonto) e in quella occasione volevamo fare un pezzo dei Beatles, lo storico“ Love me do”  primo singolo del 1962.

Ricordo che ci voleva qualcuno che suonasse l’armonica e allora ci ho provato, riuscendo a cavarmela. Da quel momento in poi si è aperto un mondo ma soprattutto la vera svolta è arrivata nel 2013, quando con un gruppo di amici è nato nel mio paese il “Bitonto Blues Festival”, un festival che ha riscosso e continua ad avere parecchio successo. Faccio parte dell’organizzazione assieme al direttore artistico Beppe Granieri (che saluto). 

Entrando nell’organizzazione di un festival blues, ho iniziato a conoscere una serie di artisti internazionali provenienti dagli Stati Uniti, dal Nord Europa ma anche italiani, come Carl Wyatt, Fabio Treves,Luca Giordano, Ida Ludvigsen, la grande armonista kellie Rucker.nicola sicolo assolo

Oltre il confronto con diversi artisti, ho avuto il piacere di suonare con alcuni di loro. Ogni volta che ho collaborato con questi artisti, molti dei  quali arrivavano  da oltre oceano (dove è nata l’armonica) ho sempre potuto apprendere o attingere qualcosa.  Per me è stata una continua scoperta del mondo del blues.

nicola sicolo kelli rucker

Credo di aver avuto questa cosa dentro me, senza essere consapevole all’inizio.  Ricordo da bambino mentre guardavo la serie Tv “i Robinson”, ascoltavo le bellissime note in sottofondo, che mi incantavano e non sapevo cosa fossero. Poi ho scoperto nel tempo che era il blues. 

Negli anni successi, nell'adolescenza, andando per le prime volte nei pub sono rimasto affascinato da quelle stupende note di sottofondo, realizzando solo dopo che si trattava di grandi artisti fino a quel momento sconosciuti, come B.B. King,  scoprendo sempre di più il blues, una grandissima parola che comprende tanta roba.

In un contesto musicale attuale dominato dai social che rendono la musica liquida, l’ascolto della musica blues appare fuori moda e superata. Non c’è più tempo per fermarsi e leggere i contenuti. Cosa ne pensi?

E‘ vero, ma io direi in parte.

La maggior parte dei ragazzi di oggi sono presi da questa frenesia. Stiamo passando anche nei social da Facebook ad Instagram. L’utente tipico non ha più tempo per leggere. Ha pochi secondi per guardare una foto per scorrere su quella successiva. Non si ha più tempo per riflettere su una frase.

Immaginiamo questo nella musica: si ascolta una canzone 10/15 secondi e si passa al pezzo successivo perché tutto è così schizofrenico e veloce.

Anni fa quando compravano un Lp, avevamo un rito: ci incontravamo con gli altri ragazzi, aprivamo la copertina e mettevamo il vinile sul piatto e ci godevamo questo momento che diventava una serata.

Oggi purtroppo le cose sono cambiate però non è tutto così, perché mi piace trovare l’aspetto positivo.

Ci sono una serie di festival e di raduni che fanno esclusivamente musica blues, dove anno dopo anno, arrivano sempre nuove band di ragazzini che affiancano artisti di eccellenza. Oltre al Bitonto Blues Festival, ho avuto la fortuna di partecipare a queste manifestazioni dove ho visto talenti tra i 15 e 17, sicuramente una ricchezza per i nostri vivai.

Ma ce ne sono altri in Italia, come il“Blues Made in Italy” a Cerea (Vr) dove avviene questa grande manifestazione con più di 50 band che arrivano da tutta Italia ed è possibile scoprire talenti ancora piccoli.

A Matera abbiamo il “South Italy blues connection”che si tiene i primi giorni di settembre, nelle giornate del sabato e la domenica, con esibizioni che partono dal pomeriggio fino a notte fonda.  Nella mia Puglia ci sono il “ Brindisi blues Festival”(da più di 20 anni ed è  un’istituzione),  il“ Blues in Town" a Policoro.

Storici anche il “Tropea blues festival” e   il “Pistoia blues festival”. Tanta musica, tanto blues.

Questa estate hai suonato a Corato con lrene Grandi in una bellissima cornice blues. Come è nata questa  suggestiva collaborazione?

Ho avuto il piacere di suonare in passato con Pippo Guarnera, uno dei musicisti di Irene.  A mio avviso in Italia non esiste un hammondista di livello più alto rispetto a questo professionista. Lui è venuto un paio di volte a suonare sul palco del Bitonto Blues Festival in formazioni diverse e ogni volta ha rubato la scena per le sue capacità fuori dal comune.

Su Irene Grandi ho un ricordo “molto particolare” che ti racconto. Quando avevo 18 anni,  a  Bari  è arrivato Pino Daniele con il suo tour “Non calpestare i fiori nel deserto” con la presentazione all’interno del concerto di una ragazzina, appunto Irene Grandi, che  cantava assieme a lui “Se mi vuoi”: è stato il mio primo concerto importante dove stavo maturando la mia identità blues. Un momento memorabile musicale con questa bravissima ragazza.

Fino ad arrivare a giorni d’oggi, quando arriva il concerto” Io in  blues”, con Irene Grandi che rappresenta questo ricordo del passato, il blues che è la mia  passione e scopro l’amico Pippo Guarnera tra i musicisti.

Volevo andare a godermi il concerto da spettatore e mi sono scritto con Pippo, per avvisarlo che sarei andato, anche per salutarlo. Lui mi ha proposto di suonare con loro sul palco! Io ho risposto ovviamente che non mi sarebbe dispiaciuto e mi ha dato un pezzo da ascoltare.

Così ci siamo dati appuntamento per il giorno del concerto alle ore 18.00 per fare una piccola prova di 10 minuti.

Abbiamo fatto la prova su un pezzo dove Irene suonava l’armonica e lei, persona squisita e splendida, mi ha detto << Nicola, se suoni così l’armonica io mi faccio indietro!>> Io le ho detto che sarei stato onoratissimo di suonare assieme a lei, e le ho proposto di fare “harpbattle”, attraverso una serie di scambio di note.

Lei ha accettato. Poi mi ha detto <<non possiamo fare solo questo, facciamo altri pezzi>>.

La cosa che mi ha colpito di questa grandissima artista oltre la sua grande professionalità (la sua storia parla da sola) è l’umiltà con la quale lei affronta tutto il mondo esterno. Appena abbiamo finito di suonare, siamo andati nei camerini e mentre ci stavamo rilassando dopo l’esibizione, Lei mi ha raggiunto e mi ha detto <<senti Nicola, io ti devo chiedere scusa>>.  Ma perché? gli ho replicato. Lei mi ha risposto<< non sono stata all’altezza della tua armonica>>.

Sentirmi dire da Irene Grandi queste parole, mi ha stupito! Mi sono detto “non è possibile”! Il mondo della musica non è fatto di persone umili come lei, ma di tanti artisti che riescono a mettere assieme solo 2 note e si sentono come arrivati al cielo”.

Fa piacere vedere un’artista di questo calibro e di questo spessore che io amato da quando ero adolescente e che continua a mantenersi sulla testa dell’onda che ti viene a dire tutto questo.

E’ nata un bella collaborazione e penso che in futuro avremo altra roba da condividere, qualora lei dovesse tornare ad esibirsi al Sud. Infatti, mi ha detto << tieniti pronto che facciamo qualche altra bella cosa >>.

nicola sicolo irene grandi

Oltre alla collaborazione con Irene,  il 2022 ti ha riservato altre sorprese?

Il 2022 è stato un bell’anno di lavori, ho collaborato in studio con Valerio Zelli il cantante degli ex  O.R.O.

Ha un grandissimo orecchio e in questo lavoro che abbiamo fatto assieme, mi ha fatto osare con l’armonica arrivando a fare delle cose che da solo mai avrei pensato. Secondo me questo è frutto di una consolidata esperienza di questi grandi nomi. All’ inizio non era d’accordo ed ero titubante.

Quando successivamente ho sentito il progetto al termine del lavoro ho dato ragione a Valerio, che ha avuto l’ardire di metterlo nel disco.

Per il 2023, cosa stai preparando?

Sarà un altro denso di progetti, ma la cosa più bella è che diventerò papà di Bianca, che amo già da morire. Mi prenderò una pausa che sicuramente servirà a dare il giusto spazio ad un momento cosi importante e chissà magari fare nascere nuove idee con l’arrivo di mia figlia.

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