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Milano e le leggi razziali. Per non dimenticare

  • Edoardo Colzani

milano ebreiMILANO E LE LEGGI RAZZIALI

Il 5 agosto 1938 viene pubblicato il Manifesto della Razza nel quale è scritto nero su bianco: "E' tempo che gli italiani si proclamino francamente razzisti" ed inoltre che "gli ebrei non appartengono alla razza italiana". Fra agosto 1938 ed ottobre, entrano in vigore sul territorio italiano le cosiddette leggi razziali. In ottobre, quando a Milano inizia il nuovo anno scolastico, diversi sono i banchi vuoti. Tra gli studenti espulsi vi è una giovane Liliana Segre che ai tempi frequentava la scuola di via Fratelli Ruffini. Liliana si domanda cosa ha fatto per essere stata espulsa e vede le sue ex compagne di classe indicarla da lontano apostrofandola come "ebrea".

Il 16 ottobre dello stesso anno, 10 docenti del Politecnico di Milano sono costretti a lasciare l'insegnamento per le loro origini ebree. Nel discorso d'inaugurazione del nuovo anno accademico, il rettore Fantoli, non proferisce parola riguardo ai fatti accaduti. Iniziava così uno dei periodi più bui della storia di Milano.

IL 1943 e LA SHOAH

Il 16 ottobre 1943, successivamente all'armistizio e l'occupazione tedesca, a Milano avvennero 200 arresti di ebrei. L'8 ottobre successivo, un gruppo di SS al comando del gerarca nazista Otto Koch, irrompono nella sinagoga di via Guastalla uccidendo un uomo di origine bulgara ed arrestando gli altri presenti che vengono portati a San Vittore e picchiati brutalmente. Nella città provata dai bombardamenti alleati, si compie la "pulizia etnica". Dalla stazione centrale nell'arco di circa un anno partono 20 convogli che trasportano 605 persone nei maggiori campi di concentramento e sterminio dell'Europa continentale.

LA SOLIDARIETA' DEI MILANESI

Milano all'epoca non aveva un vero e proprio quartiere ebraico. Gli ebrei vivevano mescolati alla gente comune e molti erano persone stimate dalla comunità. Nonostante le violenze perpetrate da pochi e l'indifferenza di molti, sicuramente in parte dovuta anche alla paura, diverse furono le persone che sul territorio si attivarono per salvare gli ebrei dal triste destino che li attendeva. In primis si attivarono i partigiani. Presso il centro di raccolta di Crescenzago, venivano forniti documenti falsi e si organizzava la fuga degli ebrei verso la Svizzera. Altri ebrei furono messi in salvo dal personale ospedaliero.

Presso il Niguarda, il medico Ispettore Luigi Parravicini, nascose ebrei tra le corsie dell'ospedale. Anche diversi professori tra cui Antonio Porta, preside della scuola Manzoni, diedero rifugio e misero in salvo numerose persone. Altri ancora furono aiutati dal Cardinale Schuster tramite una rete segreta formata da preti e suore. 

IL RAZZISMO E' ANCORA PRESENTE

Oggi più di 7.000 ebrei vivono in diverse aree della città. Nonostante ciò che è accaduto però, vi sono ancora episodi di razzismo. Da una parte le frange di estrema destra, dall'altra i mussulmani più radicati, sono minacce da tenere a bada, ma non sono gli unici. Basti pensare che lo scorso anno, tramite una ricerca dell'Università di Milano sono stati monitorati i messaggi d'odio riguardo la comunità ebraica su un noto social network, constatando un aumento molto considerevole negli ultimi cinque anni. Per questo ricordare è molto importante.

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