Le parole di papa Francesco ai membri della Pontificia Accademia per la Vita
Riporto parte del discorso che papa Francesco ha tenuto ai membri della Pontificia Accademia per la Vita, rimarcando, se ce ne fosse bisogno, il Suo pensiero in merito.
Il Papa usa il termine “egolatria”, evidenziando un vero e proprio culto dell’io, sul cui altare si sacrifica ogni cosa, compresi, purtroppo, gli affetti più cari. C’è il diffondersi di una cultura eccessivamente centrata sulla sovranità dell’uomo, che si crede padrone assoluto di ogni cosa. Un’utopia umana mai tramontata.
Se ci guardiamo attorno, non possiamo non riconoscere che esiste ed è praticato questo culto dell’io, pensiamo a dittatori folli, a trasmissioni televisive, sportive o di spettacolo, dove c’è l’osanna alla personalità, a comportamenti e reazioni violente gratuite, al bullismo, a omicidi o sofferenze causate a donne e bambini da uomini – uomini? -, da condotte egoistiche a danno della natura, questo modo di agire produce inevitabilmente gravi conseguenze per tutti gli affetti e i legami della vita.
Francesco ha poi rimarcato sull’indispensabilità “dell’alleanza tra uomo e donna”, chiamati a prendersi, entrambi, la responsabilità dell’intera società, nel lavoro, nella politica, nella cultura, negli affetti. Donna e uomo hanno pari dignità e devono collaborare per il bene di se stessi e del mondo. Aggiunge: l’uomo e la donna non sono chiamati soltanto a parlarsi d’amore, ma a parlarsi CON amore.
La frase racchiude una questione di non poco conto, anzi, qui sta proprio uno dei punti che stride con chi soffre di egolatria, l’uomo e la donna, creature, e non creatori, devono collaborare per realizzare e onorare la cura del mondo e della storia che Dio, unico creatore, ha loro affidato. Continuando nel suo discorso, il Papa afferma: necessita un nuovo inizio, e questo è possibile in una rinnovata cultura dell’identità della differenza. L’ipotesi recentemente avanzata di riaprire la strada per la dignità della persona neutralizzando radicalmente la differenza sessuale e, quindi, l’intesa dell’uomo e della donna, non è giusta.
Prosegue poi così: invece di contrastare le interpretazioni negative della differenza sessuale, che mortificano la sua irriducibile valenza per la dignità umana, si vuole cancellare di fatto tale differenza, proponendo tecniche e pratiche che la rendano irrilevante per lo sviluppo della persona e per le relazioni umane. Ma l’utopia del neutro rimuove a un tempo sia la dignità umana della costituzione sessualmente differente, sia la qualità personale della trasmissione generativa della vita. La manipolazione biologica e psichica della differenza sessuale, che la tecnologia biomedica lascia intravvedere come completamente disponibile alla scelta della libertà – mentre non lo è! – rischia così di smantellare la fonte di energia che alimenta l’alleanza dell’uomo e della donna e la rende creativa e feconda.
Neutralizzare la differenza sessuale è contro la ragione, la natura e la scienza stessa. La stessa natura è dimostrazione della necessità e della bellezza della differenza sessuale. Non è che questo accanito voler far accettare a tutti i costi questa “ neutralità” nasconda un attacco alla religione soprattutto cristiana e cattolica e alla Famiglia? In fondo i propagatori dell’idea che Dio è morto e che si può farne senza, non sono ancora andati in pensione. La questione poi della tecnologia biomedica, è da valutare anche in termini economici, in quanto, “aprendo bene la porta”, si potrebbe trovare, sulla scrivania, un’agenda con scritto “affari”, o come si usa dire oggi “business”, e questo mi pare contrasti un po’ con il vero significato e la dignità di uomo e di donna.
La meraviglia, la grandezza dell’Amore tra un uomo e una donna, e la vita che da essi genera è qualcosa di talmente grande che nulla e nessuno può distruggere.
Mi pare che papa Francesco abbia espresso chiaramente il suo pensiero.