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Italia, dov'è finita la nostra identita?

  • Simone Passerini

La pazza estate della politica, sta volgendo al termine.

Qualche giorno fa è nato il Governo Conte bis, consumatosi tra le lenzuola di due amanti impossibili: Pd e M5s.

Ma c'è un dato che non può non colpire l’opinione pubblica: l’impatto del nuovo esecutivo sul sistema internazionale.

MI spiego.

Digerita la notizia del nuovo connubio giallorosso, d’un tratto, come per magia, lo spread è andato in picchiata a poco più di 130 punti, Milano risulta essere tra le piazze finanziarie migliori d’Europa, e la Commissione Europea ci propone di nominare il Commissario per gli Affari Economici.

Un Eldorado.

Quindi, o Conte è Houdini, oppure è la brutta copia del “divino Otelma” solo più fortunato.

E invece, no… la ragione è ben altra.

Proviamo a ragionare insieme.

Salvini fa cadere il Governo a Ferragosto, per ego personale e stupidità politica.

Si apre il mercato delle vacche gestito da Matteo Renzi, nelle vesti di mandriano perfetto, nonché gran cerimoniere della Carta Costituzionale.

Dal cilindro rispunta Giuseppe Conte come salvatore della Patria.

Ma chi l’ha deciso?

Il Presidente Mattarella? Il confronti civile e democratico Pd M5s? il Parlamento?

Nessuno dei tre.

L’ha scelto l’Unione Europea.

E questo acuisce, maggiormente, l’orrore politico di Matteo Salvini.

La misteriosa ed ingiustificata benevolenza Ue sul Conte bis, ha manipolato i mercati che hanno allentato la presa alla giugulare tricolore, dimostrando che in Europa, l’Italia ha lo stesso peso di una zanzara digiuna di sangue.

E qui vengo al punto.

Dov’è finita la nostra identità nazionale?

Semplice. A causa della straordinaria pochezza della nostra politica la cui parabola discendente è iniziata con il famigerato professor (de che non si sa) Prodi, ce l’hanno rubata, e, dopo averla svenduta, la detengono a Bruxelles.

Ma davvero I padri dell’idea di un’Europa unita volevano questo???

Risposa secca. No.

Chi, oltre 50 anni fa pensava all’Europa, non solo come spazio fisico, ma anche come Sistema socio politico ed economico in grado di creare una sinergia fra Stati, nel rispetto delle loro identità nazionali, voleva creare uno strumento capace di rafforzare (unitariamente) l’identità economica del vecchio Continente.

Questo non significa sovranismo, ma rispetto dei popoli, delle tradizioni, delle sensibilità Nazionali, in un’ottica di condivisione, necessaria per competere, politicamente ed economicamente, a livello internazionale.

Al contrario, è nato un mostro, che presto, a Brexit completata, diverrà bicefalo: espressione della sete egemonica franco tedesca.

Una creatura infernale che ha, e – temo - avrà un’unica caratteristica: essere espressione di quel potere finanziario, pronto a manovrare come un “puparo” le scelte politico/economiche degli Stati membri. O meglio, di alcuni Stati membri.

Tuttavia, rimango fermamente convinto che, sebbene questa non possa essere la nostra casa, al pari penso che non se ne possa fare a meno.

A patto di cambiare arredi, e chiavi.

Certo l’Italia deve fare la sua parte, liberandosi dal complesso del “perseguitato”.

Come?

Avviando una politica fiscale fondata sulla riduzione della spesa pubblica, una stagione di riforma del sistema giudiziario, non fondandolo sul giustizialismo becero, ma su un’idea di Stato di Diritto che rispetti l’individuo.

Ma soprattutto è necessario superare il bigottismo clericale, ed il buonismo, che hanno come obiettivo quello di creare una patina di perbenismo soffocante, che lacera il merito e la voglia che molti italiani hanno di voltare pagina.

Facile?

A dirsi.

Per farlo, a partire da chi abita le alte sfere parlamentari, bisogna cambiare passo, abbandonando il nostro sport nazionale (dopo il dio Pallone): il galleggiare nello sterco evitando di spalarlo.

Di pale e calosce ne ho trovate molte.. chi vuole imbracciarle ed indossarle?

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