Il fenomeno della Street Photography e la vita attraverso gli occhi della gente di Milano
“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel trovare nuovi territori, ma nel possedere altri occhi, vedere l’universo attraverso gli occhi di un altro, di centinaia d’altri: di osservare il centinaio di universi che ciascuno di loro osserva, che ciascuno di loro è”. (Marcel Proust)
Gli occhi delle persone sono universi da scoprire.
Dagli occhi si può arrivare dritto fino all’anima.
Vi siete mai soffermati ad osservare un tramonto? A scoprire le forme delle nuvole? O anche abbassando gli occhi dal cielo , chi di voi non ha preso in mano il suo smartphone per fotografare un bel fiore? Lo scorcio di una piazza? Un panorama che riempie il cuore di meraviglia?
Solitamente amiamo farci selfie per immortalare i nostri momenti, fotografare la bontà di piatti e postare ciò che ruota intorno a noi, corredato di effetti speciali. Ogni cosa deve parlare di noi in modo positivo: dal look, al sorriso dell’amica che ci siede accanto , alla borsa firmata. Chi ci guarda deve invidiare la nostra vita, il nostro volto, ciò dà a noi stessi l’illusione che la nostra vita sia sempre al top e che anche nei momenti di sconforto noi comunque avremo l’immagine di una tigre o un saggio aforisma che ricordi, a noi stessi e al mondo, la nostra indistruttibilità.
Eppure ci sono cose che nessuno di noi si sofferma spesso a fotografare: gli altri. A meno che, certo, non siano amici, familiari, parenti, persone che attraverso uno scatto ci regalino la bellezza di un sorriso, un’emozione che è anche un po'’ nostra, che possa cioè appartenerci. Allora la fotografia diviene linguaggio tra noi e il soggetto della nostra foto.
Gioco, relazione, confronto, soddisfazione.
Ma chi mai si prende cura di osservare il reale aspetto delle cose? Costantemente assorti nel nostro piccolo universo, con la testa abbassata sullo schermo di un telefono, o persi nei nostri pensieri, raramente notiamo più il sorriso di un bambino che passa per strada, lo sguardo navigato di un uomo che ha passato gli 80 , la faccia stanca e fiera di una mamma che porta a spasso il suo piccolo, le mani di due innamorati che si intrecciano, lanciando nell’aria promesse e speranze.
Questa volta l’universo social ci viene incontro. A noi costantemente collegati al virtuale. Prendendoci per mano ci riporta nella terra, passando attraverso sguardi veri, sguardi raccontati, sguardi che non hanno niente di artefatto o costruito, perché parlano di emozioni reali. Lo fa attraverso dei video che stanno circolando in rete e che sono diventati virali. Video che commuovono, che tirano fuori il vero volto del mondo, facendoci riscoprire quella parte di noi che si sta perdendo.
Partendo dalla riscoperta dell’altro.
Questi video hanno come autore un giovane professionista: Andrea Franceschina, che apre la piattaforma tik tok decidendo di mettere la propria esperienza di fotografo alla portata della gente comune.
Giovani che ormai conoscono il mondo solo attraverso Tik Tok, si esprimono attraverso meme e utilizzano termini in modo irriverente come: “boomer” (vecchio, non esperto di tecnologia) “kid“ (bimbo) si trovano in questo caso catapultati dentro racconti di una bellezza disarmante.
La bellezza delle emozioni della vita.
“Ho iniziato a postare video di me che approccio le persone e fondamentalmente in cambio di una chiacchierata immortalo degli scatti del volto della persona fermata. Perché solo il volto e non figure intere ? Perché penso che il volto, la foto del volto sia la forma più espressiva della persona, dell’anima della persona, gli occhi che fissano l’obiettivo, che ti fissano. Quando poi tu spettatore riguardi la foto, è bellissimo e mi regala un’emozione incredibile, un’ adrenalina che mi porta a continuare questa ricerca di bellezza, è come una droga per me”. Queste le parole di Andrea Franceschina.
Per le vie di Milano, per le vie di diverse città eccolo scendere in piazza e fermare i passanti. Chiedere con dolcezza i loro nomi, educatamente farsi raccontare aneddoti sulla loro vita. E ognuno è pronto a raccontarsi, sbalordisce e meraviglia questo approccio. Solitamente poi nelle città del nord, in cui la gente è più schiva, chiusa, timorosa nei confronti dell’altro. Eppure c’è chi accetta e si mette in gioco, ognuno ha un messaggio per l’altro.
Perché l’altro non è che un noi visto da un’altra prospettiva. Dice Pirandello, noi siamo “uno, nessuno e centomila”. Dentro di noi ci sono infiniti mondi, infinite facce di noi che non conosciamo, declinazioni di quell’essenza unica, quel talento originale, quella pietra preziosa che ci abita.
Così man mano che scorriamo i video che ‘Andrea the photographer’ ha postato per noi sui social, ci troviamo di fronte a persone vere, con storie da raccontare, proprio come noi.
Ritratti di volti comuni di una semplicità e dolcezza incredibile.
C’è il signore anziano proveniente dalla Puglia che racconta del suo arrivo a Milano nel periodo dell’immigrazione, che ci parla di quegli anni difficili e ci lascia un consiglio: cercate di vivere onestamente e a testa alta sempre. La foto che lo ritrae è di una fierezza splendida.
Persone che noi tutti vorremmo conoscere, sguardi che salvano dalla banalità, persone che forse ci sono passate accanto e non abbiamo notato ma che ora sono davanti a noi, davanti all’obbiettivo di Andrea e ci lasciano testimonianze di vita vissuta.
C’è Matteo, un ragazzo cinese che studia il professionale, e aspetta di prendere la cittadinanza.
“Quali sono i tuoi sogni?” gli chiede Andrea. “ Io ascolto i miei che vogliono che lavori nel tabaccaio, non posso contraddirli”. Risponde Matteo. Andrea dopo averlo ritratto gli chiede: “ Hai qualche consiglio da dare per il futuro? e lui risponde: “Ho io bisogno di un consiglio “ Andrea lo incoraggia: “ Se hai un sogno fortemente lo devi inseguire, perché arriverà il momento in cui ce la farai”.
Ed ecco la strada continua. Nel prossimo video il volto fiero di una ragazza inglese che ci racconta la sua voglia di imparare l’italiano, ragazzi cinesi dagli occhi a mandorla perfettamente integrati nella loro città di Milano. E poi respiri di vita rubati ad anziani che giocano a bocce beffandosi del tempo che scorre.
C’è una domanda che Andrea fa alle persone che incontra::” Cosa è per te la felicità?" Ariz risponde: un lavoro, una famiglia, ricordandoci l’importanza delle cose essenziali, che spesso diamo per scontate.
Ancora una domanda la pongo io a questo giovane fotografo, così coraggioso da abbattere le barriere e buttarsi a capofitto negli occhi della gente: “Qual è il momento più emozionante che provi con la persona che hai davanti? “ Il momento che più aspetto è la risposta alla domanda -Hai qualche consiglio per il futuro da lasciarmi? -Sono un grande ascoltatore e ogni persona ha una storia, un passato differente ed à per questo che chiedo consigli alla gente che incontro, per migliorare me e le persone che guarderanno i miei video, è una cosa che ho imparato crescendo, sbagliando mille volte. E’ un messaggio istruttivo anche per i giovani della mia generazione”.
Il risultato di questo esperimento si tramuta in immagine, fotografia magnifica, grazie alla bravura del professionista, che riesce a cogliere la bellezza dell'attimo, l'anima della persona.
chi è Andrea Franceschina?
Conosciamo meglio questo giovane fotografo diventato in poco tempo influencer di successo, che troverete sui social come 'Andrea the photographer' che sta spopolando in rete per il suo messaggio semplice e importante: riscoprirci e riscoprire la bellezza e gli insegnamenti della gente che ci circonda.
Ecco il suo ritratto dalle sue parole:
“Sono nato nell’agosto del 99, il mondo della fotografia/videocamera mi ha sempre affascinato, ricordo che fin da piccolino con il mio migliore amico giravamo piccoli cortometraggi con noi due come protagonisti, quindi mi è sempre piaciuto inventare e cercare storie da raccontare.
Ho fatto le scuole superiori con indirizzo cinema e fotografia, a Milano Nel periodo delle superiori mi sono appassionato anche se non subito, alla fotografia, da lì è iniziato un po'’ il mio percorso di sperimentazione e di “allenamento” dell’occhio.
Finiti i 5 anni di studi decido di iniziare subito a lavorare per potermi permettere la mia prima macchina fotografica professionale, non importava il tipo di lavoro bastava solo mettere soldi da parte, quindi inizio a vendere e distribuire giornali in giro per Milano.
Dopo poco più di un annetto di risparmi (nel frattempo non avevo comunque mai smesso di scattare, anche se non potevo permettermi una macchina fotografica usavo un telefono) riesco a prendere la mia prima macchina fotografica che è tutt’ora la mia compagna di avventure e da lì inizia un po'’ il mio percorso pieno di fallimenti e pochi successi.
Decido di aprire un canale YouTube più o meno 3 anni fa, dove inizio a portare video sulla street Photography e non solo, ma nonostante la costanza e tutto l’impegno messo non prende piede. Ciò mi regala però un minimo di visibilità, difatti i primi lavori come fotografo arrivano grazie a YouTube.
I lavori ci sono, ma non abbastanza, volendo chiaramente di più sognavo che le persone sapessero di me, di quello che sono in grado di fare con una macchina fotografica, il risultato finale che riesco a tirare fuori . Così decido di aprire Tik Tok e iniziare a postare video del mio lavoro di street photographer. Le visualizzazioni e i follower aumentano, i miei video diventano virali. Ora ho un progetto in mente, quello di portare volti unici sul mio profilo social da tutto il mondo, visto che amo viaggiare.
Volti orientali, occidentali. Ogni volto, ogni sguardo, ha una storia nascosta da raccontare e io li voglio scoprire tutti e raccontarveli”.
In bocca al lupo Andrea e grazie per averci trasmesso la tua storia insieme a quella dei tanti occhi che hai incontrato. Ci insegna che Tik Tok e i social non sempre sono cattivi esempi ma, con un uso responsabile, a volte possono diventare maestri di vita vera.