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Coronavirus: l'ipnosi dal successo mondiale che ci ha tolto la libertà

  • Elena Bianchi

covid 19 pixNessun allarmismo, ma solo pura verità che si cela dietro degli "apparati perfetti" studiati per manipolare la più grande lacuna umana: la paura!

Dopo più di un mese di quarantena, finalmente qualcuno emerge asserendo qualche briciolo di verità. Parliamo di pochezze che fanno da sfondo a un panorama così vasto che solo con attente analisi e un'appurata informazione possono essere comprese.

Dalla fase 1 alla fase 2 il passo non poteva apparire così breve, per tale motivo ancora la maggior parte della popolazione è costretta a restare rintanata nelle proprie abitazioni. Tralasciando per un attimo i comfort che, purtroppo, non tutti possiedono, appare doveroso esplicare come queste procedure e codeste misure di prevenzione al coronavirus sembrano essere diventate, ormai, parte integrante della nostra vita. Eppure basti pensare che fino a qualche mese fa, la nostra vita era dedita alla routine quotidiana. Certo, non si dava molto peso a ciò che ora consideriamo essenziale e, in particolar modo, non si faceva abbastanza per combattere l'inquinamento che cospargeva il mondo che ci ospita. Madre Natura ha voluto darci qualche insegnamento, talvolta pagandolo anche a caro prezzo soffrendo alcune "mancanze" sulla nostra stessa pelle. Ma l'irruento cambiamento a livello globale non è stato deciso da Lei, bensì da chi manipola le nostre vite, ordinandoci cosa fare e come farlo!

Sembra assurdo, ma basta rifletterci un po' e tutto potrà apparirvi più chiaro.

Ebbene: avreste mai pensato che un giorno, non molto lontano dalla vostra quotidianità, sareste andati in giro "armati" di guanti e mascherine? Avreste mai immaginato di pretendere il rispetto della distanza di sicurezza? Avreste mai immaginato che tutto questo, nell'arco di pochi giorni, sarebbe entrato nelle vostre vite e sarebbe passato per l'attuale "normalità", lasciando in fondi ai cuori un po' di rancore per quello a cui tutti eravamo abituati? Sappiamo con certezza che la vostra risposta sarà un secco e deciso "no", eppure tutto questo è accaduto e quel che è stato premeditato per il futuro sembra essere ancora più angosciante.

Non parliamo di visioni pessimistiche, ma di quello che potrebbe accadere se non si riescono ad aprire le menti.

Sarebbe ingiusto essere controllati senza avere la libertà di scegliere se si è d'accordo e, ancora, sottoporsi a dei test per valutare la positività al Covid-19 e, qualora fosse così, venire estirpati dalle proprie famiglie e deportati in luoghi dove vi sono solo infetti e dai quali chissà se si riuscirà a uscirne vivi.

Questo virus ha avuto il privilegio di toglierci gli affetti, la semplicità dei gesti che comunemente usavamo fare di consuetudine con i propri cari e i nostri amici, i quali, ora come ora, sembrano essere solo dei bei ricordi (nonostante non siano lontani nel tempo).

E, soprattutto, ci hanno tolto la libertà: la libertà di espressione, di esprimere un'idea, un concetto che, se malauguratamente, non combacia con le loro ideologie svanisce nel nulla; la libertà di vivere, di respirare, di parlare tra di noi, di uscire, di passare un po' di tempo assieme, di muoverci, di spostarci anche per esigenze strettamente necessarie, perché se non comprovate da certificazioni valide si rischia di incappare in multe salate e, poi, la libertà di decidere della propria salute.

Ebbene, potrà sembrare surreale, ma riflettete e meditate che questo è e non dovrà, per nessuna ragione logica, peggiorare, perché ognuno di noi ha il sacrosanto diritto di decidere della propria vita e, soprattutto, di viverla liberamente e nel totale rispetto del prossimo!

Per il momento, ci soffermiamo nella speranza che tutti comprendiate e riusciate a leggere tra le righe ciò che vogliono inculcarci.

 INFERMIERI MINACCIATI DI LICENZIAMENTO SE INFORMANO I GIORNALISTI DELLA REALE SITUAZIONE NEI REPARTI

L’Associazione Avvocatura Degli Infermieri non ha paura e lo fa al posto loro in una lettera inviata ai maggiori quotidiani che riportiamo qui di seguito.

Spett. quotidiani, 

l’associazione avvocatura degli infermieri ha ricevuto migliaia di segnalazioni scritte e firmate da infermieri che lavorano in strutture pubbliche diffuse in tutto il territorio anche se, perlopiù, dalla Lombardia, Lazio, Basilicata, Campania e Sicilia, lamentando uno stato di abbandono e di emarginazione, prevalentemente per l’assenza totale di mascherine e minacce di licenziamento se gli infermieri dovessero informare i giornalisti di quello che accade in questi servizi.

La situazione è grave soprattutto perché si rastrellano infermieri dai servizi estranei alla degenza per gettarli, senza alcuna formazione e screening, nei reparti ad alto rischio infettivo e senza dotarli delle più elementari presidi di sicurezza.

In molte occasioni sono stati obbligati, con ordini di servizio scritti, ad utilizzare una singola mascherina chirurgica per una settimana, destinate al macero, e diversi sono, quindi, risultati positivi al tampone.

A Torino, addirittura, gli infermieri in isolamento attendono, con ansia, l’esito del tampone in quanto i reagenti chimici sono terminati.

Non si tiene neppure conto delle situazioni familiari e quindi anche infermieri con neonati vengono minacciati se non si gettano nel girone dell’inferno, ovviamente senza alcuna minima protezione.

Sul nostro sito aadi.it alla sezione news potete fin d’ora leggere le diffide inviate (se ne aggiungeranno altre, Salerno, l’ospedale Grassi di Ostia, Lavinio, ecc.) dove abbiamo scritto, senza remore, quello che succede.

La cosa ancora più grave è che si impedisce agli infermieri di denunciare l’infortunio, qualora si infettino in servizio, a favore di una semplice malattia; in questo modo le aziende non risponderanno del danno differenziale da infortunio colposo.

Questo non è il modo di procedere e trattare chi si sta sacrificando per il benessere collettivo e da questo Governo, che si dichiara attento e civile, non ce lo aspettavamo; siamo profondamente delusi.

Per questi motivi si elogiano spesso solo i medici compiacenti e si fanno parlare nelle trasmissioni televisive create ad hoc solo loro; se parlassero gli infermieri che lavorano in prima linea certamente verrebbe fuori la verità.

Vi invito, quindi, ad esaminare le nostre diffide così da diffondere la verità e onorare il sacrificio di migliaia di infermieri che si stanno abnegando anche per voi.

Saluti.

Dott. Mauro Di Fresco

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