Cadere e rialzarsi: la storia di Davide Marotta
Errare è umano, ma può essere un’opportunità eccezionale per crescere e aiutare, soprattutto i giovani che vivono in forti disagi.
Quando comprendiamo l’errore che è stato commesso ci rendiamo conto che la vita è una continua prova da cui apprendere; ma è altresì una virtù fare di ogni errore un punto di partenza per ricominciare. Una virtù di “pochi” che “molti” dovrebbero mettere in pratica.
Davide Marotta, un educatore al servizio dei ragazzi in difficoltà, che sulla scia degli errori ha tratto la forza per rialzarsi e voltare pagina.
"CADERE E RIALZARSI”, non sono solo due parole, è quello che Davide Marotta, educatore professionale della cooperativa “IL GRILLO PARLANTE” del centro di Napoli ha voluto fare nella sua vita quando un giorno ha incontrato Don Antonio Loffredo e gli attivisti della terza municipalità di Napoli, decidendo di abbandonare quella strada che fino a quel momento gli aveva creato solo problemi, tra cui l’abbandono della scuola a soli 16 anni.
Davide, è un ragazzo generoso e oggi fa della sua vita uno strumento di aiuto e promozione di tante attività, dallo sport allo spettacolo, visite guidate alla scoperta di luoghi incantati della città con il proposito di distogliere i tanti giovani dalle cattive strade. Abbiamo voluto intervistarlo.
Ieri e o oggi , un passato buio e un presente roseo al servizio dei ragazzi, Chi è Davide oggi e chi eraDavide dei giorni bui?
Il Davide di prima era una persona che amava le ricchezze legate al benessere economicoe il mondo esteriore, non sapendo che quello che conta di più è l’interiore.
Oggi io sono una persona che apprezza i valori della vita, per me la vita è un passaggio e bisogna lasciare nella memoria altrui un meraviglioso ricordo.
Cosa porta i ragazzi a intraprenderestrade sbagliate?
“Credoche sia l’esempio di noi grandi. I piccoli ti guardano e ti imitano, perché loro vogliono essere grandi, e il cattivo esempioda come frutto gli errori dei più piccoli.
Un esempio può essere la televisione, la politica, lo sport, tutto quello che rincorre il benessere materiale, senza considerare l’aspetto educativo.
Sono stato ospite alla trasmissione “FILO DIRETTA, per l’emittente televisiva RSI, a Lugano, in Svizzera, li hoconstatato che ci sono delle trasmissioni educativeper i più piccoli, anche i banali cartoni animati“Un canguro che buttava l’immondizia in un cassonetto”, in Italia ci vorrebbe una televisione educativa.
Hai abbandonato la scuola quando avevi sedici anni, poi hai ricominciato quando ne avevi ventitré'. Cosa potrebbe arginare il problema dei tanti giovani che abbandonano la scuola per incorrere in un futuro buio? Come si potrebbe combattere l’abbandono scolastico?
Credo che il problema principale sia la carenza all’interno nelle scuoledi docenti ed educatori, bisognerebbe mirare auna scuola pratica, innovativa e attiva per e verso i giovani, intendo che chi decide di studiare non lo deve fare solo perché obbligato, ma perché partecipe a quello che sta facendo.
Tu sei anche un istruttore di pugilato, cos’è lo sport per te?
Lo sport gioca un ruolo importante per i giovani, in Russia, dove sono stato ho potuto constatare quanto è incentivata la pratica sportiva, difatti nelle scuole i ragazzi ricevono dei crediti per il rendimento scolastico per lo svolgimento di le attività sportive svolte, qui in Italia lo sport a scuola è a dir poco incentivato.
Lo sport è rispetto, io sono un istruttore di pugilato, il pugilato è una disciplina che insegna di autocontrollo e stima per se stesso e per gli altri.
Con questa situazione di emergenza e con le scuole chiuse, quanto la pandemia ha alimentato il problema dell’abbandono scolastico?
La pandemia ha colpito non solo gli adolescenti, ma anche i più piccoli, i bambini non andando a scuola hanno perso lavera opportunità “lo stare insieme”.
Io sento parlare molto di RecoveryFound e di investimenti, però sento parlare poco di istruzione, l’istruzione è la rispostacontro la pandemia, l’istruzione è la crescita dei nostri ragazzi e il futuro della nostra nazione.
Eri un ragazzo di strada adesso sei un educatore, che ha deciso di fare della sua professione una missione, se pensi ai tuoi obiettivi, dov'è il tuo futuro?
I miei obiettivi? Il mio futuro? È tutto nel mio quartiere Sanità a Napoli, forse apriremo un'altra palestra, il mio sogno è quello di dar e restituire luce a chi vive nel buio.
"DARE E RESTITUIRE LUCE", significa non scappare ma cambiare.