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Aggressioni sul lavoro: un crescendo allarmante

  • Michel Emi Maritato

stop aggressioniNon solo mobbing o burn-out. Da tempo un altro fenomeno allarmante sta prendendo piede, parliamo delle aggressioni sul lavoro: un fenomeno in crescita, alimentato da un clima sociale deteriorato. Spesso si tratta di vere e proprie violenze nei confronti degli operatori, in primo luogo quelli sanitari e altre categorie non sono immuni, essendo diventate pane quotidiano in molti contesti. Così, dai medici agli infermieri, dagli insegnanti agli assistenti sociali, passando per i conducenti, i controllori, le guardie carcerarie e gli addetti ai pubblici servizi, ogni giorno ha la sua croce e il pronto soccorso, l’aula scolastica, il bus di linea o il treno, sovente assurgono a palcoscenico di inusitate scaramucce, più o meno gravide di conseguenze. Gli episodi di aggressione contro operatori sanitari possono essere considerati eventi sentinella e molti ambienti sanitari si presterebbero a diventare punti di riferimento in cui adottare idonee misure di prevenzione.

Un chiaro esempio arriva dalla storia di Rosanna, la chiameremo così, una infermiera alle soglie della pensione, divenuta suo malgrado protagonista di una drammatica vicenda. Ė un giorno particolare, il 6 gennaio 2022, il giorno dell’Epifania. Rosanna è in turno nell’ambulatorio di una località del litorale in provincia di Roma, uno di quei presidi aperti qualche anno fa per assistere i cittadini che nei giorni festivi trovano chiuso lo studio del medico di famiglia. Considerata la ricorrenza, non c’è molto movimento da quelle parti: tutti sono in casa a godersi lo scampolo di festività natalizie in famiglia. A metà pomeriggio però quella tranquillità viene violata: intorno alle 18 due sconosciuti entrano in ambulatorio e, senza motivo, aggrediscono il medico in servizio insieme a Rosanna.

La prima reazione dell’infermiera, colta da un comprensibile spavento e agitazione è la difesa del collega, cercando di bloccare gli aggressori ma non ce la fa: loro sono troppo forti e nella colluttazione a lei tocca la peggiore sorte. Presa a spintoni, evita per poco di finire in terra e tale scontro le provoca una frattura alla spalla. Soltanto l’accorrere di alcuni dipendenti che lavorano in altro reparto della clinica, attratti dalle sue grida, evita il peggio ma Rossana, finita in pronto soccorso con la pressione arteriosa alle stelle riporta un danno ortopedico con una prognosi di due mesi. Non è per lei, solo un trauma fisico: ancora si porta dietro il danno psicologico.

Sicuramente, dotando il decentrato ambulatorio di adeguata vigilanza, l’episodio si sarebbe potuto evitare. Numerosi sono i presidi assistenziali isolati, in luoghi impervi, in condizioni di abbandono e senza alcun controllo. I costi aggiuntivi dell’azienda sono nulla, in confronto ai costi umani che un operatore lasciato solo si porterà dietro anni e anni.  In campo statistico e scientifico sono stati promossi studi e ricerche ma non esiste ancora una soddisfacente documentazione sul fenomeno delle aggressioni sui posti di lavoro. Dal punto di vista organizzativo, abbiamo esempi di buone pratiche in qualche azienda ospedaliera mentre più attive sembrano le istituzioni europee. In Italia, degna di rilievo è la legge 15 gennaio 2021 numero 4, che consente al presidente della Repubblica di ratificare la Convenzione dell’Organizzazione internazionale del lavoro numero 190 sull’eliminazione della violenza e delle molestie sul luogo di lavoro, inizialmente adottata a Ginevra il 21 giugno 2019.

Un ulteriore riferimento è la “Raccomandazione” numero 8 del 2007 del ministero della Salute, per prevenire gli atti di violenza a danno degli operatori sanitari. Da allora per contrastare il fenomeno e contenerne gli effetti, sono state diffuse linee guida, buone pratiche e vademecum da parte di associazioni di categoria. Manca però una “messa a sistema”, una normativa organica e uno schema tipo per la valutazione dei rischi e l’applicazione di strumenti di prevenzione. 

“La situazione è destabilizzante”, commentano molti infermieri che rivelano un crescente senso di impotenza e insicurezza, sebbene la Ue e, di riflesso il nostro Paese, si stiano attrezzando con gli adeguati strumenti di tutela. È pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 26 gennaio 2021 numero 20 la citata legge numero 4 del 15 gennaio di “Ratifica ed esecuzione della Convenzione dell'Organizzazione internazionale del lavoro numero 190 sull'eliminazione della violenza e delle molestie sul luogo di lavoro” ma nessuno finora si è premurato di dare le gambe a tale provvedimento, con norme attuative e linee guida da applicare negli ambiti di lavoro.

Si è constatato che in molte situazioni non sarebbe difficile attivare misure antiviolenza. Gli episodi di aggressione contro operatori sanitari possono essere considerati eventi sentinella e molti ambienti sanitari si presterebbero a diventare punti di riferimento in cui adottare idonee misure di prevenzione.

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