Andà a pestà el côo in Sant'Ustorg: il Santo del mal di testa
Ovvero sia andare a picchiare la testa in Sant'Eustorgio. Detto così può suscitare delle perplessità, e allora vado a spiegare il motivo di questo detto milanese d'un tempo. Innanzi tutto vediamo la Basilica di Sant'Eustorgio, il cui nome originario era quello di "Basilica trium magorum", che si trova nell'omonima piazza, nei dintorni di Porta Ticinese.
L'anno di fondazione della basilica risale probabilmente al 344 e, secondo la tradizione, il Santo ricevette dall'imperatore Flavio Giulio Costante un sarcofago di pietra contenente le reliquie dei Magi. La chiesa vale senz'altro la pena di essere visitata per le opere contenute al suo interno, come ad esempio l'Altare Maggiore, la sacrestia monumentale, l'Ancona dei Magi, le Cappelle di Sant'Eustorgio e altre meraviglie.
Adesso conosciamo un po' più da vicino questo Santo che fu vescovo di Milano alla metà del IV secolo. Di Eustorgio si hanno testimonianze da parte di Sant'Ambrogio e di Atanasio d'Alessandria, detto il grande. Non si conosce il periodo esatto del suo episcopato a Milano; si tende a collocarlo tra il vescovo Protaso e San Dionigi. Il suo corpo è conservato nella basilica a lui dedicata. Precisato quanto sopra, veniamo adesso a conoscere il significato riportato nel titolo.
Per fare questo, dobbiamo fare riferimento a Pietro da Verona, al secolo Pietro Rosini, predicatore dell'Ordine dei Domenicani. Nasce in una famiglia catara, ma dopo gli studi decide di entrare nell'Ordine dei Frati Predicatori del vivente Domenico di Guzmàn, fondatore appunto dei Domenicani. Nel 1251, Papa Innocenzo IV, al secolo Sinibaldo Fieschi, lo nominò inquisitore per le città di Milano e Como. Nel 1252 viene assassinato da alcuni sicari nella foresta di Seveso mentre si stava recando a piedi da Como a Milano. Tra l'altro, il coltello che lo ha colpito è conservato a Seveso presso il santuario a lui dedicato. Fu canonizzato il 25 marzo del 1253.
Questa è la storia; veniamo ora alla leggenda.
Rivestendo il ruolo di inquisitore, si procurò molti nemici, e due di questi lo uccisero con una pugnalata al petto e un colpo di falcastro alla testa. Il falcastro è una falce a rovescio dotata di punte laterali. Da questo fatto, lo si raffigura iconograficamente con un pugnale nel petto e una lama che gli trafigge la testa.
La sua sepoltura avvenne nella basilica di Sant'Eustorgio, in un sarcofago in marmo di Carrara sorretto da otto pilastri. Giovanni Visconti, l'allora arcivescovo, pensò bene di staccarne la testa e custodirla nella sua casa. Dopo alcuni giorni, all'arcivescovo cominciarono ad affliggerlo emicranie forti e continue, cui neppure i medici seppero dare una spiegazione. Il Visconti alla fine si convinse che il tutto era dovuto al fatto che aveva staccato la testa del domenicano, per cui la prese e la portò presso l'arca di marmo dov'era il resto del corpo.
Immediatamente, il mal di testa sparì. La notizia si sparse in un baleno per la città e da subito il santo fu proclamato protettore delle emicranie.
A questo punto, per chi soffre di questo fastidioso malessere, non rimane che recarsi alla basilica e "pestà el côo in Sant'Ustorg", ossia andare vicino all'arca che custodisce il corpo del santo e dare una testata – misurando, ovviamente, l'intensità del colpo – e aspettare che la richiesta sia esaudita.
Succederà davvero? Basta provarci; in fondo, non costa poi così tanto.
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