Modi di dire milanesi legati al lavoro
Questa volta ci facciamo un giro tra i modi di dire milanesi che parlano del lavoro, considerato nei suoi vari aspetti, seri o divertenti.
- Lavorà a cottim, a fattura, a giornada. Sono tre modalità di prestare la propria opera lavorativa.
- Lavorà come on càn; ossia lavorare male, appunto come una bestia.
- Lavorà cont el sang'u a la gola. Allude a un lavorare frettoloso.
- Lavorà de stracch, senza voeuia. Si dice di chi non ha voglia di lavorare, non ci mette impegno.
- Lavorà per fà passà el temp. Può alludere a chi lavora di mala voglia ma anche a chi, pur di non stare con le mani in mano senza far nulla, si inventa qualche cosa da fare.
- Lavorà per non restà in ozzi. Trovarsi qualche lavoretto da fare pur di non restare in ozio.
- Lavorà per cunt di alter. Lavorare per conto di altri.
- Lavorà sul noeuv, sul frust. Lavorare sul nuovo oppure sul vecchio.
- Lavorà per la giesa de Vàver. Lavorare per la gloria.
- Lavorà de legnamee, de feree, eccetera. A secondo del lavoro che si svolgeva.
- Lavorà de fin. Ossia lavorare di fino, con precisione. Lo si poteva anche dire in quest'altro modo: lavorà sott'acqua.
- Chi lavora g'à òna camisa, e chi fà nagott ghe n'à dò. Sottolinea una ingiustizia a volte reale, ossia che chi si impegna si trova messo peggio di chi fa poco o nulla.
- Quand se lavora passa via tutt i penser cattiv. È vero, poichè se sei impegnato seriamente in un lavoro non si dà spazio ad altri pensieri.
- Voeuia de lavorà saltem adoss. Si dice a chi non ha voglia di lavorare; qualcuno poi aggiunge: che mi me sposti.
- Fà e desfà l'è tutt lavorà. Che si faccia un lavoro bene o li compia male, è comunque tutto lavoro... e sudore.
- On lavorà che sodisfa. Buona cosa che esistono anche persone che sono contente del loro lavoro.
- G'oo daa denter òna lavorada de dòdes òr filaa. Ho fatto una faticata lavorativa di dodici ore filate. (adèss sont proppi stràcch)
- G'oo daa òna lavoradina propi de gust. Ho svolto questo lavoro proprio di gusto, con soddisfazione.
- L'è on famoso lavorador che se stracca mai. È un complimento a chi lavoro di lena e con coscienza.
- Gh'è voruu tant per la ròbba e tant per la lavoradura. C'è voluto tanto per il materiale e tanto per il lavoro.
- Mèi vèss magher padron che grass lavorant. Penso che il significato sia chiaro.
- L'è andà a lavoreri. Col significato di: è andato in fabbrica, in officina o allo stabilimento per lavorare.
- On lavorin faa a guggia. Un lavoro fatto usando ago e filo, ad esempio per un ricamo; si alludeva alla passamaneria, tanto che chi lavorava in una passamaneria era detta Lavorinee.
- Lavorà và bèn, ma sperem però de andà en pension. Una speranza lecita di tutti i lavoratori, anche se in questo nostro tempo l'andare in pensione è un po' come un terno al lotto.
- Lavorà la tèrra l'è pesànt, ma se te voeùret mangià... È un dato di fatto.
- Ogni mestée l'è bòn per guadagnas el pàn. È un invito a non viviere alle spalle degli altri ma a trovarsi una occupazione.
- Lavorà come on àsen per portàss a cà pocch o niènt. Faticare tutto il giorno per poi trovarsi con un misero risultato.
- Lavorà da sòll o lavorà in compagnia dipend da quell che te fee. Dal lavoro che devi svolgere dipende se è meglio farlo da soli o in compagnia.
- Lavorà va ben, ma mazzàss de lavorà proppi no. Mi pare un detto da seguire. Assomiglia a quello che afferma che il lavoro è fatto per l'uomo e non l'uomo per il lavoro.
Qui mi fermo con il tema lavoro, e per un prossimo articolo vedrò di darmi da fare.
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