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Jazz: origini e storia

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Da dove nasce questo tipo di musica?

Il Jazz nasce in America agli inizi del XX secolo, come spunto di una forte esigenza di libertà degli schiavi africani sbarcati sulle coste della Virginia nel 1619.

Il cristianesimo, che trova fertile terreno tra gli schiavi, è promotore di una nuova musica basata sulle poetiche rielaborazioni delle Sacre Scritture e, da quel momento, inizia a muovere i primi passi, il canto religioso afroamericano. Così, alla fine del XVIII secolo, abbiamo un canto popolare dalla forte impronta ritmica, gli Spiritual, poi, con la metà del secolo successivo ecco nascere il Gospel, con una ritmica più libera e che trova largo impegno nei canti religiosi.

Alla fine del XIX secolo compare uno stile musicale che è il progenitore del Jazz: il Ragtime. Letterariamente il significato è “Tempo fatto a brandelli”, ed è una musica composta per pianoforte, vivace e parecchio ritmata, che presto si trasforma anche in musica per orchestra, celebrando autori come Scott Joplin, con il celebre Maple Leaf Rag. Dobbiamo alla città di New Orleans, in Louisiana, se lo stile musicale prenderà il nome di Jazz.

Le prime orchestre sono le “Brass Band”, che suonano nelle feste, nei matrimoni, funerali eccetera, formate da sei/sette musicisti con Ottoni, Tube e Tromboni. Qui i solisti suonano simultaneamente distinte melodie poi, basandosi sull’improvvisazione, ogni strumentista crea all’istante la sua parte, ispirandosi al tema del brano dettato dal solista principale. I musicisti, a turno, sviluppano brevi improvvisati assoli chiamati “Break”.

Tra i principali nomi del Jazz di New Orleans ricordiamo Joe Joseph “King” Oliver, compositore e cornettista. Il primo grande solista del Jazz è Louis Armstrong e la sua tromba. Cantante straordinario e uomo di spettacolo è senza dubbio l’ambasciatore del Jazz nel mondo.

La migrazione, quasi obbligata, permette anche ai jazzisti di diffondere in tutta l’America questa musica. Doveroso ricordare Fletcher Henderson, direttore d’orchestra che definisce i principi base del linguaggio dell’orchestra Jazz, perfezionando varie pratiche tra cui “l’Head arrangement” – arrangiamento di testa.

Negli anni Venti, periodo del Proibizionismo in America, il noto compositore George Gershwin, trae dal Jazz l’ispirazione per la propria musica, ad esempio la celebre “Rhapsody in Blue”. Presto un altro quartiere, nella penisola di Manhattan, diviene la capitale culturale dei nero americani, è Harlem, dando gli onori a grandi jazzisti quali Cab Calloway, Duke Ellington e Thomas W. “Fats” Waller.

Gli anni Trenta portano Kansas City a essere il principale laboratorio di musica Jazz, si ricordano in proposito William Basie, detto “il Conte”, Lester Young, Roy Eldrigde, uno dei massimi virtuosi del piano Jazz, e Art Tatum.

Anche il teatro si rende protagonista e, nei suoi spettacoli, inizia a introdurre anche la musica Jazz; famoso quel 16 gennaio 1938 al Carnegie Hall di New York, dove anche il nostro Toscanini aveva diretto, poiché sul palco salgono cantanti Gospel e Blues e famosi jazzisti, tra cui il grande clarinettista e sassofonista Benny Goodman.

La musica Jazz tuttavia, è una sonorità che si presta a continue evoluzioni, ed è così che negli anni Quaranta, nasce il Be Pop; è la rivoluzione del Jazz moderno. Timbro di musica secco e veloce, dal ritmo vorticoso che richiede capacità non comuni, ecco allora star come Charles Parker, Bud Powel e Dizzy Gillespie, uno dei maestri del Be Pop, con l’ispiratore Charlie Christian, uno dei primi ad adottare la chitarra elettrica.

L'evoluzione non si arresta, ed è così che vede la luce, il Rhythm’n blues, con grandi interpreti come Ray Charles e James Brown. Il Rhythm’n genererà il Rock’n Roll, con interpreti del calibro di Elvis Presley e Bill Haley. Il sassofonista Ornette Coleman, negli anni Sessanta incide Free Jazz, dando così origine a una nuova forma jazzistica. Successiva trasformazione è il Jazz Elettrico, che vede protagonista Miles Davis, seguito da molti altri, tra cui Jimi Hendrix.

Il Jazz del Duemila vede questa musica arricchirsi di continui stimoli e sollecitazioni, raccontando, come un tempo, la colonna sonora della vita umana. Anche l’Europa non è insensibile alla musica Jazz, infatti, negli anni Venti, ai primi musicisti statunitensi approdati in suolo europeo, l’accoglienza è entusiastica, soprattutto a Londra e Parigi, dove si ricordano Sidney Bechet e la magnifica Josephine Baker.

E sul suolo italico? E nella nostra Milano?

Naturalmente non è mia intenzione farne la storia, tuttavia qualcosa va detto, perché anche sul nostro suolo patrio questo genere musicale trova spazio, anche se negli anni Trenta il regime fascista lo bolla come musica di “razza inferiore”.

La storia del Jazz in Italia inizia però molto presto, nel 1904, grazie a un gruppo di ballerini e cantanti Creoli, che si esibivano all’Eden di Milano. Vittorio Spina fu però il primo italiano a suonare il Jazz in Italia, mentre le prime vere band jazz si formano negli anni Trenta con il milanese Antonio Agazzi, detto “Mirador”, che ottenne subito un grande successo di pubblico.

Terminata la guerra, il Jazz conquista un nuovo marcato spazio, grazie a nomi come Gorni Kramer, Lelio Luttazzi, Franco Cerri. L’autore e il cantante più prolifico del Jazz italico è stato senza dubbio Natalino Otto, seguito dalla figura di Fred Buscaglione.

I nomi del panorama Jazz italiano sono moltissimi, da Franco Cerri, a Enrico Intra, a Paolo Fresu, a Tiziana Ghiglioni e tantissimi altri. A questo genere musicale sono dedicati diversi festival, il più noto è “Umbria Jazz Festival”, nato nel 1973 e che si tiene ogni anno nel mese di Luglio a Perugia, così come esiste, dal 1945, la rivista “Musica Jazz”, fondata da Gian Carlo Testoni.

Come si può notare anche la nostra Milano è da subito partecipe di questo nuovo genere musicale cui concede spazio. Attualmente nella nostra città sono offerti corsi di Jazz, concerti e ritrovi, dove questa musica trova largo spazio, affidata a ottimi interpreti, italiani e stranieri.


Nel chiudere questo breve articolo non mi rimane che invitarvi ad ascoltare questa musica dalle origini popolari e sofferte.

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