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Museo Boschi Di Stefano: alla scoperta di De Chirico

L’amore per l’arte ha fatto si che opere così belle venissero raccolte da Antonio Boschi e da Marieda Di Stefano, che poi hanno voluto regalare a milanesi e non la possibilità di ammirarle.

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Al civico 15 di via Jan si trova il museo Boschi Di Stefano, creato per volere testamentario di Antonio Boschi nel 1988, con lo scopo di permettere ai milanesi di ammirare le moltissime opere d’arte che assieme alla moglie Marieda Di Stefano aveva raccolto nel corso della sua lunghissima vita.
Dopo una serie di restauri nell’appartamento progettato da Portaluppi per i due coniugi negli anni Trenta, finalmente nel 2003 la casa – museo è stata aperte al pubblico, corredata da una biblioteca di circa settemila volumi di Ettore Camesasca.
 
Numerosissimi sono i pezzi imperdibili esposti nelle stanza di questo appartamento: La testa di vecchio di Umberto Boccioni nella seconda sala, la sala dedicata a Mario Sironi, con opere come La Venere dei ponti, la Fata della montagne e la Grande composizione risalente al 1947, mentre in una altra sala troviamo le opere di De Pisis e Morandi, con quelle degli artisti del movimento Corrente. Nel corridoio possiamo ammirare le opere apparenti al movimento chiarista, assieme a quelle di Casorati e Marussig. 
Ovviamente nel museo trovano spazio anche le opere di Piero Manzoni, uno degli artisti più rivoluzionari del secondo Novecento, nonché quelle di Ralph Rummey nel bagno padronale e nello studio di Boschi sono esposti numerosi Concerti spaziali di Fontana.
Ma la stanza più sorprendente del museo rimane il soggiorno, in cui tra molte e sorprendenti opere, come il Volto di bambino di Manzù, vi sono diversi quadri di De Chirico come Nudo sulla spiaggia e Vita silente, entrambe del 1931.
Tuttavia l’opera più interessante di De Chirico che si trova nel museo è quella che campeggia dietro il pianoforte, La scuola del gladiatori: il combattimento, risalente al 1928.
 
L’opera fa parte di un più vasto gruppo di tele, dipinte dal pittore emiliano tra il 1925 e il 1928, in cui i temi del surrealismo a lui cari si spostano verso un chiaro ritorno al barocco con alcuni riferimenti alle tauromachie dipinte da Picasso. I gladiatori sono decine di corpi umani e cavalli che si intrecciano e si confondono in un insieme di muscoli e armi classiche, che permette a De Chirico di operare una fusione tra la cultura alta e la cultura bassa e popolare. L’altro tema portante è il fascino primordiale esercitato dalla violenza e dalla brutalità, che però si trasforma in un’indagine di sapore filosofico. Quindi la dimensione cinetica di queste opere è molto accentuata, con ogni personaggio che si muove verso gli altri, quasi a simboleggiare il movimento della vita. 
 
Orario di apertura
 
dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 18.00
 
Ingresso gratuito
prenotazione obbligatoria per i gruppi 0220240568
max 18 persone
dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 18.00
chiuso il 1° gennaio, il 1° maggio e il 25 dicembre
 
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