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Crota Piemunteisa a Milano e la maleducazione é servita col menù

  • Nicoletta Crisponi

croto piemunteisa milanoNon mi piace lasciare recensioni negative ma quando ci vuole ci vuole. Avete presente quel ristorante piemontese tanto carino che c'è in Via Gian Giacomo Mora, vicino alle Colonne di San Lorenzo, la Crota Piemunteisa? Ecco, oggi vi parlerò proprio di quello e per non tralasciare nessun dettaglio della mia esperienza vi racconterò tutto dall'ingresso fino a quando ho varcato la soglia per andarmene.

Era un lunedì a mezzogiorno e un mio carissimo amico é venuto a trovarmi a Milano, siamo entrambi del profondo nord e presi da un'imminente voglia di polenta gli propongo il ristorante piemontese lì dietro l'angolo. Giá da fuori il caos, tantissima gente e questo di solito é un ottimo segno, entriamo.

"Buongiorno" ma nessuno rispose, tutti troppi impegnati per curarsi dei due giovani nuovi clienti, così fermiamo un cameriere che con un sorriso ci indica un tavolo dove possiamo accomodarci, praticamente in braccio ad altri due commensali che si accingevano a consumare il pranzo. Vabbé ci piacciono queste cose un po' rustiche dove ti mettono al tavolo con qualcun altro e chissá che non si faccia amicizia. Anche se non è stato questo il caso.

Cominciano le peripezie cercando di non infilare la mia borsa di Mary Poppins nel piatto di nessuno, di allontanare la sedia quel tanto dal tavolo per potermici infilare in stile tetris e potermi finalmente sedere, per poi ovviamente ricordarmi che forse avrei fatto meglio prima a togliere la giacca; sfilarmi, allora, dalla feritoia sedia-tavolo, togliere la giacca, appoggiarla alla sedia cercando di non farla diventar il bavaglino di quello seduto dietro e rimettermi a sedere. Eccoci finalmente pronti per dar uno sguardo al menù.

La scelta sembrava ottima, ero un po' confusa dal sugo alla ligure (non era un ristorante piemontese?!) ma ho trovato la mia amata polenta e quindi ero felice. Con il mio amico optiamo per prendere un polpettone con puré e un misto di arrosti con polenta per poi smezzarli. Eravamo ormai seduti da 10 minuti e nessuno ancora ci aveva considerato nonostante i tavoli cominciassero a liberarsi e il ristorante a svuotarsi. Chiedo allora a un cameriere di poter ordinare, da brava "milanese" sono sempre di fretta e la mia ora e mezza di pausa pranzo chiamava urgenza, ma lui mi comunica che gli ordini li prende solo la proprietaria. Allora quando questa ci passa accanto le chiedo se potevamo ordinare e mi sento tuonare un rigoroso "No!", rimango di pietra, "no??" Se non posso ordinare allora fammi capire tutta la mia manovra d'incastro sedia-tavolo a che cos'é servita?! Comincia a sbarazzare e poi, forse resasi conto che non sono né sua cugina né sua sorella ma qualcuno che era li per darle del vile denaro, si volta rimandandomi al cameriere fermato poco prima e dicendomi che prima doveva venir lui a metter i coperti. La tentazione a quel punto di alzarmi e andarmene era fortissima, ma la mia pausa pranzo continuava a diminuire e ormai avevo perso almeno 15 minuti in quel posto.

A questo punto torna il cameriere di prima che finalmente ci apparecchia il tavolo (perché evidentemente era più importante sbarazzare i tavoli vuoti che servire i clienti in attesa) e ci chiede cosa volessimo bere. Quando finalmente abbiamo le bibite al tavolo la Signora ci degna della sua attenzione per ordinare e subito dopo si reca a un tavolo entrato da forse cinque minuti e che non aveva ancora ricevuto le bibite (quindi non era una politica del locale quella di prender l'ordine dei piatti dopo le bibite?!) per prendere nota anche delle loro consumazioni. In realtá dalla confidenza che intercorre tra lei e i due seduti al tavolo si capisce che si conoscono, beh forse c'é un iter per amici e uno per sconosciuti, un po' come con tutto in Italia del resto.

Arriva il nostro pranzo finalmente e effettivamente é buono, non fosse che il tris di arrosti era principalmente polpettone e quindi avevamo poco da spartire con il mio amico ma il cuoco aveva fatto un ottimo lavoro. Con i piatti, però, non é arrivato il pane, che ovviamente era presente su tutti i tavoli tranne il nostro mezzo (i nostri compagni lo avevano), ma alla mia richiesta il cameriere raccoglie prontamente un cestino da una coppia che aveva finito di pranzare e me lo adagia davanti al naso, addirittura togliendo con gesto sicuro della mano la fetta di pane che era rimasta in quello dei nostri vicini, ormai al caffé, e mettendola nel nostro. Lo sanno tutti che le fette di pane sono sempre le stesse e vanno di cestino in cestino e va bene, sono anch'io contro gli sprechi, ma almeno l'eleganza di non farmelo davanti agli occhi...

L'orologio corre e io sono in ritardo. Il ristorante si é svuotato e la padrona sentendosi nel suo salotto di casa comunica urlando dal bancone del bar al tavolo alla finestra con il figlio chiedendogli della sua giornata a scuola, che decisamente, senza offesa, non era nella lista delle mie cose da sapere quel giorno ma per fortuna finalmente me ne posso andare.

Andiamo a pagare il conto e, ovviamente, di nuovo attendere, non sia mai che tutto questo possa finire in fretta. Il conto, che prevedeva il pagamento pure dell'acqua del sindaco, é andato liscio e al nostro "ciao", ovviamente nessuna risposta: beh, di sicuro non sará un "arrivederci".
La prossima volta ci fermeremo molto più volentieri al Berlin Café poco più avanti: non ci sará la polenta ma é sicuro molto meglio un buon panino servito con un sorriso e due battute A TUTTI, che un piatto buttato sul tavolo quasi a elemosinarlo.

 

Un messaggio per la Signora del ristorante:
Cara signora,
Nella vita incontriamo quotidianamente centinaia di persone, alcune di queste ci possono stare più simpatiche e altre meno ma quando si fa un lavoro come il suo (e glielo dico da ex collega) tutti vanno trattati con la stessa attenzione e cura a costo di fingere. Un buongiorno e un sorriso possono fare tanto e non importa se lei in quel momento sia sotto stress, maldisposta o altro... Il cliente viene prima di tutto e con noi ha sbagliato proprio tutto. Ha scelto lei di aprire un'attivitá a contatto con il pubblico e soprattutto in un momento difficile come questo ogni singola persona può far la differenza. Probabilmente non si aspettava che quella ragazza giovane lavorasse per un blog e che le avrebbe lasciato poi questa referenza così negativa, peccato, le apparenze ingannano e le assicuro che con noi ha perso una grande opportunità, raccolga il mio consiglio e veda di non perderne altre in futuro.
Le auguro in bocca al lupo, sembra proprio che ne avrá bisogno.

Nicoletta Crisponi

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